Svizzera

Consiglio Federale: secco no all'iniziativa Udc 'diritto svizzero anziché giudici stranieri'

Simonetta Sommaruga
5 luglio 2017
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Il Consiglio federale invita il Parlamento a respingere l’iniziativa dell’UDC "Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (Iniziativa per l’autodeterminazione)" senza opporle un controprogetto.

Ricordiamo che l'iniziativa intende sancire il primato del diritto costituzionale su quello internazionale e obbligare le autorità ad adeguare i trattati internazionali che contraddicono la Costituzione, e a denunciarli se necessario.

 

La consigliera federale Simonetta Sommaruga, in conferenza stampa a Berna, ha affermato che essa metterebbe in pericolo la stabilità della Svizzera, portando alla violazione di importanti trattati internazionali, come quelli sulla collaborazione contro il terrorismo o la protezione del clima. Accordi, ricorda, stipulati nel nostro stesso interesse.

Essi "verrebbero messi tutti in discussione", così Sommaruga. Bisognerebbe rinegoziarli, ha aggiunto, ricordando che "in alcuni casi sono moltissime le parti coinvolte, non solo due, e tutte dovrebbero approvare le modifiche", o denunciarli. In quest’ultimo caso, "che cosa succederebbe ad esempio se la Svizzera rescindesse l’accordo sul libero commercio? Non calcolando poi che sarebbe sempre più difficile trovare nuovi partner, poiché la Confederazione perderebbe in attrattiva".

Il messaggio trasmesso oggi al Parlamento non sorprende, visto che nel novembre dello scorso anno l’esecutivo raccomandava già di respingere puramente e semplicemente il testo costituzionale. In quell’occasione aveva incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborarlo nella sua forma definitiva.

I contenuti dell'iniziativa

L’iniziativa dell’Unione democratica di centro (UDC), presentata il 12 agosto 2016, ha raccolto 116’428 adesioni valide. Come detto, i suoi promotori vogliono imporre il diritto costituzionale come prioritario rispetto a quello internazionale, vincolando le autorità ad adeguare i trattati internazionali che entrassero in conflitto con la Costituzione confederata.

Non solo, se il testo entrasse in vigore, soltanto i trattati internazionali il cui decreto di approvazione è stato assoggettato a referendum sarebbero determinanti per il Tribunale federale (TF) e le altre autorità incaricate dell’applicazione del diritto. "Questa pratica non rientra nella cultura giuridica della Svizzera e non è nel suo interesse", secondo Sommaruga.

I democentristi, invece, sostengono che la prevista modifica costituzionale permetterebbe di mettere in pratica le decisioni di popolo e Cantoni che i politici rifiutano di applicare invocando il diritto internazionale. A titolo di esempio, citano le iniziative sull’immigrazione di massa, sull’espulsione degli stranieri criminali o l’articolo sulla protezione delle Alpi.

Inoltre, l’UDC critica il fatto che diverse sentenze del TF attribuiscano la preminenza del diritto internazionale su quello nazionale e sul volere popolare.

La "legge del più forte"

Secondo il governo, invece, un "sì" al testo UDC avrebbe gravi ripercussioni sia a livello economico che di politica estera e metterebbe "chiaramente" in discussione gli impegni internazionali della Svizzera. La Confederazione non verrebbe più considerata una parte contraente affidabile e rischierebbe di essere chiamata a rispondere dell’inadempienza dei trattati internazionali con conseguenti contromisure dei partner contrattuali.

Ci si esporrebbe alla "legge del più forte", ed essendo un piccolo Stato, la Svizzera dovrebbe avere particolare interesse al rispetto degli obblighi di diritto internazionale, ha affermato la ministra di giustizia e polizia. L’iniziativa, secondo il Consiglio federale, minaccerebbe inoltre la certezza sia del diritto sia della pianificazione necessarie alla piazza imprenditoriale svizzera.

"Il testo nuocerebbe non poco all’economia, basti pensare che attualmente ricaviamo 200 miliardi di franchi all’anno dalle esportazioni: è chiaro quindi che le imprese svizzere hanno bisogno di regole con gli altri Paesi", così Sommaruga.

Iniziativa di "autolimitazione"

Il testo limita pure il margine di manovra di cui dispongono il governo e il Parlamento per attuare le disposizioni costituzionali in conflitto con il diritto internazionale, ritiene Sommaruga, lasciando loro soltanto le opzioni di rinegoziare il trattato o di denunciarlo, "chiudendo di fatto qualsiasi soluzione pragmatica".

Attualmente Consiglio federale, Cantoni, partiti, rappresentanti dell’economia, associazioni, parlamento cercano soluzioni quando ci sono contraddizioni nel diritto, e anche la popolazione ha voce in capitolo. "Si tratta di un processo lungo, ma che trova soluzioni ampiamente sostenute", ha spiegato Sommaruga. "Si tratta di soluzioni tipicamente svizzere", a suo avviso.

L’iniziativa vuole evitare tali decisioni, lasciando solo due opzioni, e per questo potrebbe essere chiamata "un’iniziativa di autolimitazione".

Diritti dell’uomo in pericolo

Oltre a ciò, secondo il Consiglio federale vi è il rischio di indebolire la tutela internazionale delle garanzie previste dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU).

Sul lungo periodo, la Svizzera potrebbe pertanto essere esclusa dal Consiglio d’Europa. Quest’ultimo e la CEDU sono strumenti centrali per la promozione e il consolidamento dello Stato di diritto, della democrazia, della sicurezza e della pace in tutta Europa: interessi esistenziali per la Confederazione.

"Questo sarebbe un cattivo segnale; la Svizzera ha una ricca e importante storia di democrazia", ha affermato la consigliera federale, aggiungendo che "ne va anche della libertà dei cittadini".

Testo poco chiaro

Sommaruga ha sostenuto poi che il testo, sebbene secondo i promotori miri a far chiarezza, oltre ad essere molto complicato, contiene "diverse imprecisioni e contraddizioni" con la conseguenza, in caso di accettazione, che "i giudici dovrebbero pronunciarsi su importanti questioni relative alla relazione tra diritto internazionale e diritto interno".

Il testo lascia molte domande aperte. "È troppo vago: per esempio chi decide se c’è una contraddizione tra diritto nazionale e internazionale? A quali condizioni bisogna denunciare un trattato? Quando c’è uno svantaggio per la Svizzera? E in questo caso quale tipo di svantaggio?". Sommaruga ha sostenuto che il testo, in quanto alla "poca chiarezza", sia paragonabile a quello dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa.

Votazione prevista nel 2018

La consigliera federale ha dichiarato infine che chi aderisce ai trattati internazionali esercita la propria sovranità nazionale: non sono due cose in contraddizione tra loro. L’iniziativa dell’UDC, a suo avviso, non risolve problemi ma ne crea di nuovi, minando la stabilità del Paese. Una votazione popolare sul tema potrebbe aver luogo nel corso del prossimo anno, ha affermato Sommaruga, rispondendo a una domanda.

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