Svizzera

Svizzera, paese del reddito di base

18 aprile 2016
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La Svizzera è il paese ideale per sperimentare il reddito di base incondizionato: ne è convinto l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, secondo il quale una riforma di tal tipo è necessaria per far fronte alla digitalizzazione dell’economia e all’aumento delle disparità di reddito e patrimonio.

"Per la prima volta nella storia la tecnologia sta distruggendo più impieghi di quanti ne stia creando", afferma Varoufakis in un’intervista pubblicata oggi dal Tages-Anzeiger. "Il progresso tecnico fa si che scompaiano i posti di lavoro ben pagati e che la classe media si assottigli".

Secondo l’ex ministro del governo Tsipras questo porta a una ulteriore concentrazione del reddito e della sostanza: da qui la necessità di riforme di politica sociale. "La robotizzazione è già in corso e i robot non comprano prodotti", mette in guardia l’economista 55enne. A suo avviso serve quindi un reddito di base per tutti che, contrariamente a quanto si possa pensare, non rende pigri, come hanno dimostrato gli esperimenti fatti finora, per esempio in Canada negli anni 70.

"Comunque in Svizzera vi sono già diverse persone che non lavorano o lavorano poco: i ricchi", osserva il professore di teoria economica all’università di Atene.

Secondo Varoufakis proprio il fatto che la Svizzera è un paese di successo rende la nazione ideale per esperimenti con il reddito di base, che andrebbe considerato un investimento nel futuro. Tanto più che nonostante la ricchezza anche nella Confederazione la qualità della vita diminuisce: "cosa le serve un lavoro bene pagato, se ha paura di perderlo? Questo timore paralizza e rende malati", sostiene l’ex ministro.

Varoufakis ammette invece che l’idea di versare ad esempio 2500 franchi al mese a tutti gli abitanti favorirebbe l’immigrazione. Per diminuire l’attrattiva della Svizzera il reddito di base dovrebbe quindi essere riservato solo a chi risiede nel paese da un certo periodo di tempo. (ats)

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