Tokyo 2020

Lo skateboard olimpico? Una cosa da ragazzine

Nella nuova disciplina brillano Kokona Hiraki (argento, "park", 12 anni) e le 13enni Sky Brown (bronzo), Momiji Nishiya (oro, "street") e Rayssa Leal (argento)

4 agosto 2021
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Lo skateboard (presente nel programma a Tokyo per la prima volta) ha visto salire alla ribalta numerose minorenni, capaci di conquistare medaglie. È successo ancora ieri alla dodicenne giapponese Kokona Hiraki (compirà tredici anni soltanto il prossimo 26 agosto) e alla 13enne britannica Sky Brown, rispettivamente medaglia d’argento e di bronzo nella gara “park” vinta dalla 19enne pure lei nipponica Sakura Yosozumi. Già settimana scorsa un’altra gara (quella denominata “street”) sulla tavola a rotelle se l’era aggiudicata la tredicenne Momiji Nishiya, anche lei giapponese, davanti alla coetanea brasiliana Rayssa Leal.

La giovanissima età delle protagoniste non è solo una questione dello skateboard, infatti anche nel nuoto l’oro nei 100 metri dorso femminili è andato alla diciassettenne americana Lydia Jacoby, mentre la connazionale Katie Grimes ha partecipato alla gara degli 800 metri stile libero a soli quindici anni. Ha fatto scalpore anche la partecipazione al torneo di tennistavolo della dodicenne siriana Hend Zaza.

Già ‘grandi’ ma non ammesse tra le juniores

Ma come mai sono presenti così tante ragazzine ai Giochi olimpici, capaci addirittura di salire su diversi podi? Si tratta verosimilmente di una conseguenza della strategia del presidente del Cio Thomas Bach e del suo predecessore Jacques Rogge, che per rendere i giochi più attrattivi per atleti e appassionati giovani hanno deciso di introdurre discipline apprezzate soprattutto da ragazzi e ragazzini, come lo skateboard appunto, o il surf. È peraltro curioso constatare come le sportive citate prima abbiano potuto partecipare ai Giochi olimpici in tenerissima età, ma non sarebbe stato loro permesso prendere parte alle Olimpiadi giovanili, per le quali è richiesto di essere almeno quindicenni o di diventarlo prima della fine dell’anno.

C’è però anche chi sostiene che ci sia un rovescio della medaglia, in particolare nell’esposizione di queste adolescenti a un’eccessiva pressione, come già accaduto in passato a numerosi ginnasti e numerose ginnaste (il primo caso eclatante fu quello della campionessa rumena Nadia Comaneci vinse tre ori olimpici ai Giochi di Montréal 1976 a soli quattordici anni) a causa di allenamenti massacranti, imposti da allenatori ossessionati dal successo. Motivo per cui nella ginnastica artistica è stato poi introdotto il limite minimo di sedici anni per essere ammessi alle Olimpiadi. La situazione è però ben diversa nello skateboard, attività in cui il divertimento è un aspetto imprescindibile, come confermato dalla stessa Kokona Hiraki: «Io vado in skateboard perché mi diverto, se non mi divertissi, infatti, le acrobazie non mi riuscirebbero».

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