Tokyo 2020

La staffetta scalda i motori. Mujinga: ‘Mi sento migliore’

Del Ponte, Kambundji e Kora nella notte inaugurano la loro avventura ai Giochi, dove la delegazione rossocrociata aspetta però con trepidazione la staffetta

La ticinese: 'Finale o no, sarò contenta se scenderò sotto gli 11 secondi' (Keystone)
29 luglio 2021
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Mentre a Tokyo si accendono i riflettori su uno degli sport più attesi, quella dell'atletica, con la valmaggese Ajla Del Ponte, la bernese Mujinga Kambundji e la sangallese Salomé Kora che entrano in lizza stanotte nelle eliminatorie dei 100 al femminili (quando saranno le 5 passate, in Svizzera), ci s'interroga sul potenziale della staffetta, senz'altro la miglior carta che la delegazione rossocrociata possa giocare della disciplina. In teoria, la 4 x 100 elvetica – che avrà una settimana di tempo per prepararsi a quello che sarà il suo momento – rischia davvero di essere più veloce che mai, siccome Ajla, Mujinga e Salomé non sono mai andate tanto forte. E pure la quarta ragazza iscritta, un'altra sangallese, Riccarda Dietsche, sta dimostrando bei progressi. Tuttavia, per conoscere lo stato di forma delle protagoniste più attese bisogna aspettare questo weekend, con Del Ponte, Kambundji e Kora che a livello individuale puntano tutte almeno ad arrivare in semifinale, sabato. Ciò che appare chiaro, comunque, è che per arrivare in finale bisognerà scendere sotto gli undici secondi, cosa a cui guardando alla tabella dei tempi, grazie al suo 10''95 di personale sui 100, che risale al luglio di tre anni fa, apparentemente solo la recordwoman nazionale sembrerebbe poter ambire. «Io ho la sensazione di essere migliore rispetto alle passate stagioni» dice dal Giappone la ventinovenne Kambundji, che in carriera è già riuscita a salire una volta sul podio ai Campionati del mondo, era 2019, però nei 200 m, dove si mise al collo la medaglia di bronzo.

Ajla e il muro degli undici secondi

Tuttavia, la nostra Ajla Del Ponte non vuole certamente essere da meno. Anzi, pensando a ciò che l'attende nel weekend, la ticinese dice che «finale o no, sarò contenta se scenderò sotto gli undici secondi». Lei che solo un mese fa ai campionati nazionali di Langenthal era riuscita a staccare il nuovo personale, fermando i cronometri sull'11''07. A dimostrazione che la forma c'è, dopo una preparazione primaverile ritardata anche dall'infezione dal Covid, in cui la ragazza dell'Us Ascona ha fatto la spola tra il Ticino, Macolin e Papendal, in Olanda, dove è basato il suo allenatore, il friborghese Laurent Meuwly, e la città di Losanna in cui abitualmente risiede, e dove frequenta l'università. 

Dal canto suo, Salomé Kora un mese e mezzo fa aveva battuto Ajla a Ginevra, realizzando nell'occasione quello che è il suo miglior tempo in assoluto sulla distanza. E l'11''12, dopo tutti quei mesi trascorsi in Serbia, alla corte del cinquantenne tecnico Goran Obradovic, potrebbe essere il miglior viatico per lasciarsi definitivamente alle spalle il problema al ginocchio che l'aveva afflitta due anni or sono.

 

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