Tennis

Con gli Australian Open nel mirino

Lungo il cammino che potrebbe portare ai campi di Melbourne della 21enne ticinese c'è anche l'impegno nell'interclub di Lna con il Tc Chiasso

10 agosto 2019
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Il bilancio della stagione in corso indica quindici vittorie e undici sconfitte. Il saldo è positivo, a testimonianza dei progressi fatti registrare, ma la strada che Susan Bandecchi è chiamata a percorrere resta in salita. Vuoi perché la concorrenza non manca, vuoi perché il tennis delle ‘grandi’ è ancora a debita distanza, nonostante un ranking che dalla fine del 2016 è passato dalla 1’084ª posizione all’attuale 320ª. Un balzo enorme per la 21enne tennista ticinese in forza in questi giorni alla compagine del Tc Chiasso che disputa il campionato interclub di Lega nazionale A con ambizioni di titolo.
La classifica fattasi vieppiù interessante le ha aperto le porte di tornei che iniziano a “pesare”, sia in termini di punti Wta sia di montepremi. Susan ha ormai abbandonato i “10’000” e i “15’000” che hanno segnato i suoi primi approcci al circuito professionistico, per cercare fortuna in appuntamenti nettamente più prestigiosi. Il tutto, inserito in un processo di crescita e di sviluppo per gradi che sfocia nel circuito Wta. «All’inizio – spiega la 21enne ticinese – facevo fatica a qualificarmi ai “15’000”, e quando ci riuscivo potevo ritenermi soddisfatta. Poi sono entrata stabilmente nei tabelloni. Facevo i quarti, e ho pure vinto (a Sion, nel 2017, ndr). Con i “25’000” è successa la stessa cosa: difficoltà prima, buoni risultati poi. La prima volta che sono riuscita a superare un turno è stata l’anno scorso. Mi veniva da piangere dalla gioia. Dopo alcuni buoni piazzamenti, ho vinto l’appuntamento di Akko (Israele) a metà giugno. In estate ho preso parte a un “80’000”. Con il ranking che ho, nei “25’000” entro sempre, a volte anche come testa di serie. Così anche nei 60’000, in realtà. Ora provo ad alzare l’asticella, è giunto il momento di farlo, un po’ per forza. Cercherò quindi di fare le qualificazioni di tornei Wta, perché mettono in palio punti e soldi. Vincere anche una sola partita ti dà molto più di quanto diano altri tornei minori».
Susan non è più solo una giovane che ci sta provando. La carriera professionistica, ormai, la sta facendo... «In fondo, è solo da tre anni che sto facendo sul serio in ambito professionistico. Ogni anno miglioro. L’avevo detto ai miei genitori: “Se non faccio progressi, sarò la prima a dire basta”. Ma continuano ad appoggiarmi, perché vedono che i risultati arrivano. Non sono poi così lontana dalle più forti... In ambito femminile la differenza non è poi così enorme. È difficile, intendiamoci, ma vorrei che questo diventasse il mio lavoro a tutti gli effetti. Voglio arrivare in alto».
Obiettivi? «Me ne sono posto uno preciso a inizio anno: la disputa delle qualificazioni agli Australian Open (dal 20 gennaio al 2 febbraio 2020, ndr). Non è facile, ma non mi manca poi così tanto. Mi piacerebbe tanto riuscirci. L’ultimo ranking utile per avere accesso è il 240, o il 250. Devo fare incamerare tanti punti, ma non è un traguardo poi così lontano, anche perché ho ancora quattro mesi pieni davanti a me. Devo giocare tante partite, andare avanti il più possibile, e difendere i punti vinti lo scorso anno. Non sono tanti, ma pesano».

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