Tennis

Roger Federer sul tappeto rosso

Il basilese torna alle competizioni domani sera a Madrid. E soprattutto torna a misurarsi sulla terra battuta, superficie che non calca più da tre anni

Si ricomincia (Keystone)
6 maggio 2019
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Ci siamo, domani Roger Federer torna a calcare la terra battuta sulla quale non gioca una partita ufficiale dal maggio 2016. Il tappeto rosso è stato srotolato, creando enormi attese attorno a quello che – è bene ricordarlo – è pur sempre stato per molti anni il secondo miglior specialista al mondo della terra battuta, dopo l’inarrivabile Rafael Nadal. Tra il 2005 e il 2009 Roger Federer ha vinto 84 delle 89 partite sul rosso nelle quali non ha dovuto affrontare il maiorchino. È il terzo al mondo per numero di finali all’attivo al Roland Garros (cinque), alle spalle di Nadal e Björn Borg. L’ultima sua vittoria su questa superficie è datata 2015, a Istanbul. Da allora ha collezionato per lo più delusioni, fino alla decisione di rinunciarvi del tutto, per concentrare le energie in altri appuntamenti, su superfici più consone al suo gioco. Nel 2017 la strategia fruttò il successo a Wimbledon, dopo il trionfo a Melbourne a inizio anno. Ma ora il suo staff ha rimesso in discussione quelle scelte. Vi ha contribuito anche lo stesso Roger e la di lui impressione di disputare un numero insufficiente di tornei.

La decisione di tornare sulla terra l’aveva presa già in dicembre e non la rimpiange. La preparazione specifica l’ha svolta per tre settimane su diversi campi, in Svizzera. «Mi ci è voluto un po’ di tempo per riambientarmi a quelle condizioni – ha commentato l'elvetico –, in particolare ai punti da costruire con cura. Si possono fare angoli più ampi, traettorie più alte. È stato interessante, mi sono divertito, ma non nascondo che ho incontrato delle difficoltà. Le sensazioni in allenamento sono buone. Posso togliermi qualche soddisfazione, ma il primo quesito al quale devo dare una risposta è “cosa sono ancora in grado di fare sulla terra?” “Servirò bene, quando si renderà necessario?”. Devo prendere le decisioni giuste, evitare di giocare in modo passivo. Voglio passare all’attacco». Domani sera disputa il primo match ufficiale sul rosso dalla sconfitta di Roma a opera di Dominic Thiem nel maggio 2016. Lo farà nell’incontro serale, davanti ai dodicimila spettatori della ‘Caja Magica’. Dovesse proseguire il cammino, la via (sulla carta) si farebbe in salita: Monfils, poi Thiem nei quarti, Novak Djokovic in semifinale, Rafael Nadal in finale. Va però detto che i pensieri di Federer non sono esattamente rivolti all’ultimo atto. «Sarei felice se superassi un paio di turni, il sorteggio non è stato clemente». Tempo e luogo per il ritorno sul rosso sono però ideali. Il bilancio stagionale del basilese è di diciotto vittorie contro due sole sconfitte. Di che presentarsi con il pieno di fiducia a un appuntamento in altura, ciò che rende le condizioni piuttosto rapide e quindi confacenti al suo gioco. La stagione terraiola sarà comunque piuttosto breve. Dopo Madrid prenderà parte al Roland-Garros (vinto nel 2009) dal 26 maggio. «Lo scenario peggiore sarebbe l’eliminazione al primo turno qui e a Parigi. Vorrebbe dire che sono state scritte paginate, per due soli incontri...».

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