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Lara, Marco e quei numeri da Circo (Bianco)

Il maltempo rischia di troncare la corsa di Gut-Behrami e Odermatt verso una Coppa del mondo resa iniqua già in partenza da un regolamento inadatto

16 marzo 2021
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“Il programma delle gare durante le Finali di Coppa del mondo non può essere modificato e le prove che vengono cancellate non saranno recuperate”.

Parla chiaro, l’articolo 18.1 del regolamento della Coppa del mondo di sci alpino della Fis. Ossia quello che in sostanza rischia di rovinare, sommato al maltempo che imperversa sui Grigioni, il finale della stagione del Circo Bianco, togliendo alla settimana conclusiva in quel di Lenzerheide molto del phatos che delle classifiche (sia di specialità sia generali) ancora apertissime sembravano poter regalare. Sì perché se gli organizzatori e la stessa Federazione internazionale stanno facendo di tutto per tentare di salvare le due discese in programma domani – dopo l’annullamento anche del secondo allenamento di oggi, si proverà a effettuarne uno (imprescindibile per poter svolgere la gara) al mattino presto, prima appunto delle due competizioni –, sarebbe una grande (per quanto gradita) sorpresa vedere gli atleti lanciarsi sulla pista Silvano Beltrametti, sulla quale secondo le previsioni dovrebbe continuare a nevicare fino almeno a mezzogiorno. Con tanti saluti a gran parte delle speranze di Lara Gut-Behrami e Marco Odermatt di recuperare, grazie in particolare appunto alle prove veloci (giovedì toccherebbe ai superG), rispettivamente i 96 e i 31 punti di ritardo da Alexis Pinturault e Petra Vlhova nella lotta per il grande globo di cristallo, mentre le coppe di specialità finirebbero nella bacheca di Beat Feuz (grazie ai 68 punti di margine sull’austriaco Mayer) e Sofia Goggia (+70 su Corinne Suter).

A prescindere da come andrà a finire domani e in generale la stagione, a sci fermi in casa Fis dovranno perlomeno chinarsi su un regolamento che sta facendo discutere e non solo per il citato paragrafo riguardante le finali della Coppa del mondo, che per un’organizzazione che punta sulla spettacolarizzazione (i paralleli e le corse in notturna ne sono un esempio) rischia di trasformarsi in un autogol. A far storcere il naso c’è anche (soprattutto) la differenza di gare disputate per ogni disciplina, più che mai evidente in un inverno 2020/2021 va detto condizionato anche dalla pandemia. Anche se tutte le gare delle finali dovessero svolgersi come previsto, la bilancia risulterebbe infatti chiaramente spostata dalla parte delle discipline tecniche (slalom, gigante e parallelo) rispetto a quelle veloci (discesa e superG).

In numeri, in campo maschile sulle 37 prove disputate, ben il 60 per cento (22, di cui 10 giganti e 11 speciali) apparterrebbe al primo gruppo, contro solo il 40 per cento del secondo (15, 8 discese e 7 superG). Meno marcata ma comunque importante la differenza tra le donne, con circa il 55 per cento di prove tecniche (18 su 33, di cui 8 giganti e 9 slalom) e il 45 per cento veloci (15, 8 discese e 7 superG). Come dire che non è certo un caso se tanto al maschile quanto al femminile, tre dei primi quattro atleti nelle classifiche generali sono specialisti delle discipline tecniche, esclusi appunto il nidvaldese e la ticinese, a maggior ragione autori di un’annata incredibile nella quale hanno dovuto lottare anche contro l’iniquità di base di un regolamento da rivedere al più presto.

Mauro Pini: ‘Il numero di gare per disciplina deve essere lo stesso’

«L’iniquità del programma e la differenza del numero tra prove veloci è l’eterno problema della Coppa del mondo – afferma Mauro Pini, ex allenatore tra le altre di Lara Gut e Tina Maze che si trova a Lenzerheide in qualità di commentatore tecnico per la Rsi –. Se ne discute da sempre e tutti ritengono che di base in una stagione dovrebbe venir disputato lo stesso numero di gare per ogni disciplina (il regolamento afferma solo che per assegnare un globo di cristallo devono venir svolte almeno due prove sull’arco dell’inverno, ndr), ma poi al momento di decidere, non cambia nulla, tutti accettano il regolamento così com’è. Compresa la Federazione svizzera, che a ben vedere avrebbe tutto l’interesse a fare più gare di velocità con una squadra così forte. Perché non succede? Potremmo chiederlo al prossimo presidente della Fis (l’elvetico Urs Lehmann?)...».

Battute a parte, se da così tanto tempo (il circuito mondiale è nato nel 1966) non si sono adottate soluzioni, è anche perché è difficile trovarne… «È chiaro che essendo uno sport che si svolge all’aria aperto e quindi condizionato dalla meteo, le prove veloci sono maggiormente a rischio annullamento rispetto a quelle tecniche, basta un po’ di vento e diventa pericoloso far lanciare gli atleti in discesa. C’è anche da dire che è più complicato, sia dal punto di vista logistico sia dei costi, organizzare le gare veloci, tanto che è sempre più difficile trovare nuove stazioni e nuove piste per questo tipo di discipline. Proprio per questo però bisognerebbe inserire nel regolamento almeno un “gap” massimo (ad esempio 2) accettabile tra il numero di prove disputate per disciplina, in modo se non da azzerarlo, perlomeno da ridurre in maniera significativa il divario. Chissà poi che magari un aiuto non possa arrivare dalla formula sperimentata giocoforza quest’anno, con più prove della stessa specialità disputate nello stesso weekend».

Da notare che il punto 18.6 del regolamento impedisce di fissare gare di Coppa del mondo dopo le finali, ma allo stesso tempo specifica che i vertici della Fis possono decidere, in caso di annullamento di diverse prove durante la stagione, di posticipare le finali stesse in modo da recuperare alcune prove… «È vero, ma in una stagione come questa che già finisce una settimana dopo per i Mondiali e nella quale alcune Federazioni hanno ancora i Campionati nazionali da disputare, non ci sarebbe stato spazio per farlo. Il problema da risolvere come detto è a monte, la stagione è giusto che finisca come previsto, ma il numero di gare dovrebbe essere lo stesso per ogni disciplina».

‘Rendere modificabile il programma delle finali sarebbe pericolosissimo’

Per quel che riguarda invece il punto 18.1 del regolamento della Cdm e l’impossibilità che ne consegue di modificare il programma delle finali, Pini è deciso nell’affermare che «in questo caso secondo me non ci sono problemi, il regolamento parla chiaro ed è giusto così, cambiarlo sarebbe sbagliato. La Coppa del mondo deve finire un giorno ed è giusto che questo giorno sia definito e non si possa andare oltre, così come è corretto che il programma dell’ultima settimana sia bloccato, perché altrimenti si aprirebbero le porte a rischiossimi giochi di potere e pressioni. Nel caso di Lenzerheide ad esempio ci sarebbe Swiss Ski che spingerebbe per spostare la discesa e favorire così i suoi atleti, mentre quelle francese e slovacca spingerebbero per il contrario. Oltretutto ci sono atleti impegnati solo in alcune gare e che arrivano in loco appunto unicamente per le loro competizioni, per cui non sarebbe possibile modificare tutto all’ultimo momento. Allo stato attuale tutto è molto chiaro e definito e non c’è spazio per le polemiche, si può solo accettarlo, per quanto sia un peccato non potersi godere fino all’ultimo in pista la lotta per le varie coppe».

Una lotta che secondo l’airolese sarebbe in ogni caso quasi impossibile da vincere per la sua ex atleta… «Anche disputando tutte le gare in programma, per Lara sarebbe complicato superare Vlhova, che bene o male è in grado di raccogliere punti in ogni disciplina. Le do un 20 per cento di possibilità. Opposto il discorso per Odermatt, che per stato di forma e situazione psicologica secondo me è favorito su Pinturault».

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