Le dolomiti

Mondiali per la quarta volta a Cortina

La prima edizione fu nel 1932, poi fu la volta del 1941 e del 1956, quando la rassegna iridata coincideva con i Giochi olimpici invernali

7 febbraio 2021
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È la quarta volta che i Mondiali di sci alpino hanno luogo a Cortina. Per trovare la prima si torna indietro agli albori della lotta per i titoli iridati: correva l’anno 1932, e la località dolomitica ospitò l’edizione dell’anno successivo alla prima in assoluto, quella di Mürren nell’Oberland bernese (1931). Poi fu la volta del 1941 e del 1956, momento storico in cui i Mondiali si svolgevano - come sempre tra il 1948 e il 1980 - nell’ambito dei Giochi olimpici invernali.

Nel 1932 una delle atlete più acclamate fu la glaronese Rösli Streiff, campionessa del mondo in slalom e in combinata. Dell’edizione del 1956, lo sport ricorda soprattutto la straordinaria polivalenza del leggendario austriaco Toni Sailer, capace di trionfare in tutte le discipline. Ci fu gloria anche per i colori rossocrociati, in ambito femminile: la vodese Madeleine Berthod vinse l’oro in combinata e in discesa davanti alla bernese Frieda Dänzer, la ginevrina Renée Colliard conquistò l'oro in slalom.

E il 1941? Non ce n’è traccia, nelle statistiche ufficiali della Fis. Il settore alpino si mescolò con quello nordico, in un’edizione segnata dalla Guerra mondiale che imperversava già da diciassette mesi. Ne consegue che il numero delle nazioni partecipanti fu particolarmente esiguo. Nell’alpino, furono dieci, tra le quali la Svizzera. Le gare furono dominate da atlete e atleti del Reich tedesco e dell’Italia del regime fascista. Si divisero tutte le medaglie dello slalom, della discesa e della combinata. I rossocrociati che ottennero i risultati migliori furono il grigionese Rudolf Rominger, quinto in slalom e in combinata, e Vreni Fuchs, quarta nella libera femminile.

I risultati furono mantennero i crismi dell’ufficialità solo per poco tempo, fino all’estate del 1946. In un congresso postbellico che ebbe luogo a Pau, nei Pirenei, i delegati della Fis ne decretarono la cancellazione, motivando la decisione con il numero insufficiente di paesi partecipanti a seguito delle particolari circostanze politiche. Quel provvedimento fu però ispirato anche dal dolore per le vittime del secondo conflitto mondiale. La Fis volle infatti evitare che lo sport e la storia dello sci venissero accostati a un evento bellico.

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