Qatar 2022

Xhaka per il presente, Aebischer per il futuro

Il friborghese si è imposto nel Bologna e ora attende il suo turno in Nazionale. Anche perché questa è la Svizzera più esperta di sempre

In campo nella ripresa contro il Ghana
(Keystone)
21 novembre 2022
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La conferma arriva direttamente da Michel Aebischer: il conto alla rovescia in vista del debutto della Nazionale svizzera a Qatar 2022 è iniziato e l’intensità aumenta costantemente allenamento dopo allenamento. «Ieri abbiamo allenato più la fase difensiva, oggi ci siamo concentrati sull’attacco», racconta il centrocampista friborghese. Ieri sera poi la truppa rossocrociata ha guardato la partita inaugurale del torneo: «Peccato che il pubblico se ne sia andato prima della fine, ma bisogna dire che gli ecuadoregni hanno fatto ciò che dovevano».

Giovedì la Svizzera dovrà dimostrare la stessa sicurezza dei sudamericani, contro il Camerun, «una squadra che sembra essere molto forte sul piano fisico». Camerun in cui militano due vecchie conoscenze di Aebischer, ovvero Jean-Pierre Nsame e Moumi Ngamaleu, con cui ha condiviso lo spogliatoio allo Young Boys, ma con cui non ha avuto grandi contatti recentemente… «Mi sono congratulato con Nsamé per la convocazione e lui ha fatto altrettanto con me».

Aebischer, impiegato per 45’ nel test con il Ghana, è comunque conscio del suo ruolo di rimpiazzo: «Conosco il mio statuto di riserva, in squadra abbiamo giocatori con cento presenze, io ne ho una decina (dodici per la precisione, ndr). Sono al servizio della squadra, se avrò la fortuna di giocare darò tutto».

Il 25enne (germanofono che si sente anche romando, «il Canton Friborgo è a prevalenza romando» osserva, tifoso del Gottéron che sabato sera si è goduto la vittoria di Sprunger e compagni contro il Berna) non è infatti uno che intende bruciare le tappe, ma che passo dopo passo nel frattempo ha già raggiunto l’obiettivo di diventare titolare in uno dei cinque grandi campionati europei. Al Bologna infatti Thiago Motta lo schiera come trequartista di destra nel suo 4-2-3-1 ed Aebischer lo ha ricompensato segnando contro il Sassuolo nell’ultima partita prima della pausa, che ha interrotto il buon momento dei rossoblù, usciti vincitori da cinque delle ultime sei partite giocate.

Tre giocatori oltre le cento presenze

Per il centrocampo del futuro Aebischer è dunque un uomo su cui si potrà certamente contare: «Si può essere ambiziosi anche facendo un passo alla volta» conclude.

Attualmente però a guidare la Nazionale c’è ancora quella generazione capace di conquistare il titolo mondiale U17 nel 2009, rappresentata da Granit Xhaka, Ricardo Rodriguez e Haris Seferovic. Assieme a loro c’è il gruppo dei 1991 (Shaqiri, Steffen, Schär) a comporre l’ossatura della Nazionale. La Svizzera ha insomma ormai sviluppato una grande esperienza internazionale, visto che da Euro 2004 ha saltato un solo grande torneo (Euro 2012) e partecipa ora al quinto Mondiale consecutivo, a partire da Germania 2006. Ora nel gruppo ci sono ben tre giocatori oltre le cento presenze (Shaqiri 108, Xhaka 106 e Rodriguez 100), mentre allora il più presente era il capitano Johan Vogel con 82 incontri, seguito dall’attuale allenatore dello Young Boys Raphaël Wicky (64) e Patrick Müller (62).

Inutile soprassedere dunque sul fatto che mai come oggi le ambizioni sono elevate e l’allenatore Murat Yakin, il Direttore Pier Tami e il capitano Xhaka esprimono fiducia: «La squadra ha un bello spirito, si vede che i giocatori stanno bene assieme», sostengono Yakin e Tami, «raramente squadra e giocatori sono arrivati così in forma all’appuntamento», aggiunge Xhaka.

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