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Melvin Nyffeler: ‘Ambrì finora mal ripagato, meriterebbe di più’

Domani i leventinesi ospiti a Rapperswil. Il portiere dei Lakers: ‘Noi squadra rivelazione? Lavoriamo tanto, ora non sono sorpreso della nostra posizione’

Melvin Nyffeler in azione
(Keystone)
13 gennaio 2022
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«Sorpreso? A inizio stagione se qualcuno mi avesse detto che saremmo stati in questa posizione, non avrei scommesso soldi». Esordisce così Melvin Nyffeler. Il suo Rapperswil sta letteralmente volando ed è la grande sensazione di questa stagione. I sangallesi sono costantemente tra i primi quattro della classifica. «Con il passare delle settimane non sono però stupito della posizione attuale. Vedo come lavoriamo duro quotidianamente, osservo i giovani, fanno grandi progressi e capto una grande coesione all’interno del gruppo grazie anche a una direzione tecnica eccellente».

Il nuovo corso e la partenza dell’amico

Già, il tecnico svedese Stefan Hedlund si sta facendo apprezzare. «È una persona molto comunicativa, prova sempre a creare un bell’ambiente e tratta tutti i giocatori allo stesso modo. È un coach moderno, mette l’accento sulla formazione e ha un grande know-how. Ma non è solo merito suo: è tutto lo staff tecnico a far la differenza. Il suo assistente Bert Robertson è abilissimo nell’impostare la zona difensiva e il boxplay e anche Sven Berger è prezioso con i suoi imput».

Insomma, la separazione da Tomlinson, dopo sei anni di successi, non è stata traumatica. “Jeff per me era più che un allenatore: era ed è tuttora un vero amico. Dopo aver raggiunto la semifinale nello scorso campionato, avevo qualche dubbio in merito alla sua sostituzione. Ho comunque un buon rapporto con il nostro ds Steinmann, mi aveva parlato molto di Hedlund e mi aveva assicurato che sarebbe stato un’ottima scelta. Ho deciso di affrontare questo cambiamento senza pregiudizi, evitando paragoni tra i due, anche perché sono persone decisamente differenti e quindi non avrebbe avuto senso. Ora posso tranquillamente dirlo: pure con Hedlund ho un ottimo rapporto, anche se logicamente non è come quello con Tomlinson; ma è normale. Ci vogliono anni di frequentazione per raggiungere determinati legami e fiducia».

A livello di prestazioni il 27enne è diventato ancora più costante. «I motivi? Lavoro ancora più duro, il nuovo sistema di gioco mi aiuta e abbiamo una squadra con un po’ più di qualità rispetto a quelle precedenti. Inoltre i playoff disputati e la partecipazione ai mondiali, sono state esperienze che mi hanno arricchito e aiutato a progredire».

La targhetta ricordo, il fratello ‘esordiente’ e l’addio di Flüeler

Venerdì i Lakers ospitano l’Ambrì. «L’anno scorso i biancoblù ci hanno sfidati sino alla fine. Quest’anno, a mio avviso, vengono spesso mal ripagati e meriterebbero qualcosa in più. Pattinano molto e dispongono di due eccellenti portieri. Penso sia solo una questione di tempo, prima che raccolgano frutti».

Nyffeler ha messo a segno il primo shutout della storia, proprio nel nuovo impianto leventinese. «L’ho scoperto perché me lo dicesti tu, io non faccio troppo caso a queste cose, ma è sicuramente piacevole. Chissà, magari un giorno mi regaleranno una targa ricordo per commemorare l’evento», dice con un sorriso il figlio d’arte (il padre militò in Nlb a Dübendorf e nei Gck a cavallo degli anni ‘80).

Da qualche settimana “Mel” non è più l’unico della famiglia a giocare nella massima lega. Suo fratello maggiore, attualmente in prestito dal Kloten al Ginevra, sta muovendo i primi passi in Nl. «Per me è sempre stato chiaro che Dominic avesse il livello e ora lo sta dimostrando con le sue prestazioni. Peccato che in passato nessuno se ne sia accorto. Sono fierissimo del suo percorso e seguo le sue partite con i ginevrini in fibrillazione».

Da un portiere in ascesa, a uno che a fine anno smetterà ad appena 33 anni, ovvero Flüeler. «Quando avevo esordito giovanissimo nello Zsc, lui era il numero uno. È stato una specie di mentore per me. Smette presto, troppo presto; potrebbe tranquillamente continuare per diversi anni con le sue capacità, ma non sono sorpreso. Durante la sua carriera Lukas ha sempre studiato e lavorato».

Tra Olimpiadi e futuro

Tra qualche giorno Fischer renderà noto i nomi di coloro che rappresenteranno la Svizzera alle Olimpiadi. Il nativo di Volketswil è tra i papabili. Ma - gli chiediamo - ha senso disputarle con la situazione attuale? «Se dovessi essere convocato, io naturalmente andrei. La Nazionale ha sempre la priorità ed è un onore indossare la maglia rossocrociata. Non penso alla pandemia, ho fiducia nelle autorità competenti».

E se il futuro a breve termine è incerto, per Nyffeler quello a lungo termine è chiaro: il 27enne ha rinnovato il contratto con il Rapperswil per ben altri quattro stagioni. «Molti giocatori ora sottoscrivono accordi lunghi. Oltreoceano è una prassi già in uso da tempo; là, le squadre legano i propri elementi importanti a lunga gittata. Per quanto mi riguarda, i soldi non sono stati decisivi. Sono alla mia settima stagione col ‘Rappi’, dalla retrocessione. È stato un lungo percorso, fatto di costanti miglioramenti; voglio continuare il processo di progressione con questi colori e dare il mio contributo. La mia famiglia e io ci troviamo benissimo, i miei cari abitano qui in zona, amo questo club. Inoltre ho voluto dare un segnale ad altri colleghi, per magari spingerli a trasferirsi da noi e mostrare che qui non è solamente una zona di transito. Chi mi conosce lo sa: io resto affamato, non è una questione di non uscire dalla zona comfort. Anzi: io voglio sempre migliorare e nei prossimi anni vorrei ricoprire un ruolo importante in Nazionale».

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