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‘Vogliamo chiudere questa settimana con nove punti’

Il Lugano ha ancora ‘fame’ di vittorie. Morini: ‘A giudicare da come stiamo giocando, la vittoria è alla nostra portata’

Otto reti e quattro assist come bottino personale del numero 23 bianconero in 32 partite
(Ti-Press)
22 dicembre 2021
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Ginevra, Berna, Ambrì Piotta, Langnau e da ultimo Davos. Cinque successi uno in fila all’altro – per un bottino di 14 punti messi in classifica sui 15 disponibili: solo il Berna era riuscito a limitare i danni portando la sfida ai rigori prima di inchinarsi alla truppa di McSorley – per un Lugano che superando lunedì i grigionesi di Wohlwend ha allungato la sua striscia positiva, inaugurando nel migliore dei modi l’ultimo trittico dell’anno. «E non vogliamo certo fermarci qui – rilancia Giovanni Morini –. Adesso puntiamo a chiudere questa settimana con nove punti. Anche perché, a giudicare da come stiamo giocando, il successo in queste ultime due partite è alla nostra portata. A Friborgo stasera e in casa contro il Losanna domani faremo di tutto per allungare ulteriormente la nostra serie positiva». Che, in fatto di risultati utili ha già raggiunto quota otto: l’unico stop (parziale) del filotto inaugurato oltre un mese fa (nel derby giocato alla Cornèr Arena la sera del 19 novembre) porta la data del 26 novembre, quando alla Cornèr Arena i bianconeri vennero sì sconfitti, ma solo al supplementare, rimpinguando comunque il loro bottino di punti. E a riuscire in quella che alla luce del trend delle ultime settimane ha i contorni di una sorta di mini impresa è stato proprio quel Friborgo oggi capolista, a cui Morini e compagni rendono visita nel loro penultimo impegno del 2021. «Beh, il Friborgo è una squadra decisamente tosta. Sta disputando un campionato eccezionale: il primato in classifica non è certo frutto del caso». Un Friborgo che, in più, oltre a essersi aggiudicato il precedente stagionale contro il Lugano alla Bcf Arena (giocato il 28 settembre e terminato 3-2), vanta la miglior media punti/partita dell’intero campionato nelle partite casalinghe: 2,41... «Ci aspetta una partita sicuramente difficile. Ma sarà anche stimolante: poterci misurare contro la prima della classe (reduce perdipiù da sei vittorie filate, ndr) ci dirà ancora con maggiore attendibilità qual è il nostro livello per rapporto alle migliori del campionato».

Di indicazioni, in positivo, nel frattempo ne ha fornite però anche la sfida di lunedì contro il Davos: «Sì, lunedì abbiamo giocato bene, ma questo vale solo per il secondo e il terzo tempo: sono stati quaranta minuti in cui si è potuto effettivamente vedere all’opera un buon Lugano. Lo step che dobbiamo fare ora è cercare di fare lo stesso ma per tutti i sessanta minuti, ed è quello il nostro prossimo obiettivo». Tra le diverse note positive della serata di lunedì, qual è stata a tuo modo di vedere la più significativa? «La reazione che abbiamo mostrato dopo il primo tempo chiuso sotto di due reti. Nei primi venti minuti avevamo pasticciato un po’ troppo, commettendo parecchi errori, esitazioni che gli uomini di Wohlwend hanno sfruttato. Ritornare da uno svantaggio così, contro una squadra come il Davos, non è mai facile. Come positivo è pure stato il livello di gioco che abbiamo espresso negli ultimi quaranta minuti». Veniamo allora al primo tempo ‘tribolato’ di quella sfida: un campanello d’allarme o un semplice incidente di percorso di una macchina che ha finalmente trovato la carburazione ideale? «Se sono preoccupato da questo? No, non direi: è vero che abbiamo commesso diversi errori, ma del resto sono cose che capitano abbastanza spesso in partita. E se alla prima pausa eravamo sotto di due gol e sull’1-3 è perché di fronte ci siamo trovati una squadra molto abile a sfruttare questo genere di situazioni. Ma nemmeno in quei frangenti ci siamo scoraggiati, perché i segnali che arrivavano dal gioco a cinque contro cinque e da quello col possesso del disco erano più che positivi. Alla fine non è che abbiamo dovuto fare granché per spostare l’inerzia della partita dalla nostra parte: ci è stato sufficiente rinserrare i ranghi per giocare in modo più compatto, badando a contenere le sbavature sistemando i piccoli dettagli».

Il numero cinque, alla casella vittorie consecutive, per il Lugano questa stagione non era mai uscito (anzi, prima di questa serie, i bianconeri non erano mai riusciti ad andare oltre il due...): anche questo è un chiaro segno che la squadra è in netta progressione rispetto anche solo a un paio di mesi fa. Ma non è che a questo punto un simile filotto possa in un qualche modo dare alla testa? «Vincere aiuta a vincere. Il successo accresce la consapevolezza nei tuoi mezzi, per cui ogni vittoria è un toccasana. E ne abbiamo anche avuto la dimostrazione pratica in queste settimane: da quando abbiamo inaugurato questa tendenza, di gol ne sono arrivati di più da un po’ tutte le linee».

Spaventato dal ritorno del coronavirus sulle piste del massimo campionato palesato in questi ultimi giorni? «Non possiamo mentire e ignorare questo problema o dire che non ci preoccupi. Sia sul ghiaccio, sia nella vita privata. Da parte nostra non possiamo che sperare che la situazione possa evolvere meglio rispetto a come ha fatto nelle ultime due stagioni (la prima cancellata alla vigilia dei playoff e la seconda giocata per buona parte a porte chiuse)».

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