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‘Questa boccata d’ossigeno ci voleva proprio’

Calvin Thürkauf torna sul successo (in scioltezza) del Lugano alla Cornèr Arena a spese dell’Ajoie

Partita a senso unico, dal primo all’ultimo minuto (Ti-Press)
27 ottobre 2021
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Lugano – Bentornata vittoria. Contro l’Ajoie, il Lugano ritrova il successo, ed è quel che più conta in una serata in cui, a dire il vero, di spettacolo non se ne vede moltissimo sul ghiaccio della Cornèr Arena. Complice, su tutti, un complesso di Gary Sheehan che mostra tutti i suoi limiti, al cospetto di un Lugano che non incanta, ma fa quanto basta (e avanza) per mettere in cassaforte tre punti; cosa che di questi tempi rappresentano una vera e propria manna. Agli uomini di McSorley – che per l’occasione opta per schierare Irving tra i pali e affiancare Bertaggia e Fazzini alle ali di Arcobello nel primo blocco offensivo, con Boedker costretto ad accomodarsi in tribuna – basta in pratica una mezz’oretta scarsa per blindare la vittoria, una vittoria che lancia al meglio l’intenso weekend che si profila all’orizzonte, venerdì con la trasferta a Bienne e sabato con l’impegno casalingo contro il Ginevra Servette.

Quello centrato contro l’Ajoie, ad ogni buon conto, è un successo ampiamente annunciato, oltre che quasi scontato, vuoi per la necessità dei bianconeri di riscattarsi dopo un weekend in cui avevano racimolato un sol punticino, vuoi per la pochezza di un avversario che, evidentemente, non è ancora riuscito a prendere le giuste misure al massimo campionato. E come il più classico dei debuttanti sulla ribalta dell’élite nazionale, si macchia anche di qualche peccato d’ingenuità di troppo. Come quel bastone perso da Östlund nel periodo centrale raccolto da Birbaum, poi ritrovatosi catapultato sulla panca dei penalizzati per equipaggiamento scorretto proprio per essersi fatto pescare con due attrezzi di lavoro in mano contemporaneamente, cosa non consentita dal regolamento. E da quell’episodio il Lugano, dopo appena nove secondi a cinque contro quattro, trova il terzo punto della serata, quello che di fatto mette la parola fine con largo anticipo alla contesa. A firmarlo, altra nota positiva della serata, è il topscorer dei bianconeri Luca Fazzini, che pone così fine al suo digiuno in fatto di reti che perdurava da otto partite.

Fra le altre note positive della serata bianconera va poi citato il rendimento del powerplay: entrambe le opportunità vere che i padroni di casa hanno avuto di giocare con un uomo in più si sono chiuse con la rete: la prima trovata da Josephs per il gol che già al 3’17” ha spianato la strada al Lugano verso il suo settimo successo stagionale entro i sessanta minuti regolamentari, e la seconda con il citato 3-0 di Fazzini. In mezzo a queste due segnature c’è anche il gol di Herburger, ottimamente servito sotto porta dal centro di Bertaggia, gol siglato addirittura in situazione di inferiorità numerica (per il sesto ‘shorthander’ della stagione per gli uomini di McSorley). Spesso in ombra nei primi due tempi, in avvio di quello conclusivo Hudacek fa poi sentire anche la sua di voce, concretizzando il poker bianconero. La forma finale al punteggio la dà però Devos, che nega a Irving la soddisfazione personale dello shutout.

«Tutti si aspettavano la vittoria con l’Ajoie, e puntualmente è arrivata – è il commento a caldo di Calvin Thürkauf dopo il 4-1 contro i gurassiani –. Dopo le ultime sconfitte, questa boccata d’ossigeno ci voleva proprio. Abbiamo iniziato bene la partita, portando sul ghiaccio il nostro sistema, attenendoci a quanto ci chiede McSorley. Fondamentale, poi, è stato mantenere il rigore tattico per tutti i sessanta minuti, e non solo venti come era capitato in passato».

L’allenatore ha mescolato le linee, mettendoti vicino Josephs e Hudacek: una bella responsabilità per te. «È vero, mi sono trovato vicino due grandi giocatori. È però anche stata una bella sensazione. Penso che assieme, abbiamo disputato un buon incontro, creando molte occasioni, e con Libor abbiamo pure segnato. A dire il vero, ne avremmo dovute segnare anche altre... Alla fine è comunque arrivata la vittoria, e questa è la cosa più importante. Personalmente ritengo di aver dato il mio contributo, anche se forse sotto rete avrei dovuto essere più cinico. Una partita non è mai perfetta, ma penso di essere sulla giusta strada».

Presente in tribuna e sceso in pista per la cerimonia di premiazione, acclamato dal pubblico della Cornèr Arena, pure John Slettvoll, il mai dimenticato allenatore svedese con cui il Lugano vinse quattro titoli: «È molto bello essere tornato a Lugano, un posto che non dimenticherò mai. Ho incontrato molti amici, una grande emozione. Il Lugano di oggi? Una bella squadra; quando rientreranno gli infortunati, potrà dire la sua».

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