Hockey

Niente playoff: il campionato 2019/20 è annullato

National e Swiss League si fermano qui. Mona: 'La soluzione più logica. La salute prima di tutto'. Werder: 'Un forte segno di solidarietà'

Fine dei giochi (Ti-Press)
12 marzo 2020
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Via ai playoff con partite a porte chiuse. Inizialmente era questo lo scenario ceh si prefiggeva la Lega. Ma così non sarà: il campionato di hockey 2019/2020 è infatti stato annullato. Così, stando al Blick, avrebbero deciso i Ceo dei club di Lna e Lnb nella conferenza telefonica appena conclusa. Alternative, a questo punto, non ve n'erano. Soprattutto dopo che ieri il Governo ticinese aveva dichiarato lo stato di necessità fermando tutte le attività sportive fino al 29 marzo, facendo di fatto calare il sipario sulle attività di Ambrì Piotta, Lugano e Ticino Rockets (allenamenti compresi).

«Le condizioni non sono più le stesse per tutti. A causa di questi nuovi sviluppi, non c'è altra opzione se non quella di cancellare la stagione», ha detto a Blick il Ceo degli Zsc Lions Peter Zahner ancora prima della conferenza telefonica. Anche perché con tutta probabilità le misure adottate in Ticino presto saranno estese al resto della Svizzera, come aveva anticipato Daniel Koch, capo dell'Ufficio federale della sanità pubblica ai microfoni della Srf.

Anche il campionato svizzero dunque si allinea con quanto deciso nei giorni precedenti da diverse leghe europee (Austria, Germania, Polonia, Norvegia, Slovacchia), decidendo di mettere il punto finale alla sua stagione.

Evaso il quesito più importante, domani i club si riuniranno per occuparsi della stretta attualità: il titolo svizzero 2019/20 dove essere assegnato agli Zsc Lions, vincitori della regular season o no? Come procedere con le squadre del ranking round (ossia Berna, Langnau, Ambrì Piotta e Rapperswil)? E per quelle ancora in corsa nei playoff del campionato cadetto (Ajoie, Kloten, Langenthal e Visp, tutte formazioni che avevano postulato la loro candidatura per un'eventuale promozione)?

Non da ultimo, da sciogliere c'è pure l'interrogativo legato alla eventuale retrocessione dalla Swiss League, tema che coinvolge da vicino i Ticino Rockets (che occupavano l'ultimo posto del ranking round ma con ancora qualche residua chance di riprendere il Winterthur penultimo) e le finaliste di MySports League Basilea e Martigny (che dovrebbero sfidarsi in una finale best of 5 a partire da stasera, ma il condizionale a questo punto è d'obbligo).

'Insieme agli altri club, abbiamo cercato fino all'ultimo soluzioni alternative per concludere la stagione sul ghiaccio'

L'Ambrì Piotta, in una nota stampa, si dice "dispiaciuto di non poter portare a termine la stagione sul ghiaccio, davanti al suo pubblico. Insieme agli altri club, abbiamo cercato fino all’ultimo soluzioni alternative per concludere la stagione giocando nel rispetto di tifosi, sostenitori e partner. Ciò detto, la società biancoblù si rende conto che oggi la situazione è molto seria e delicata e che è arrivato il momento di contribuire come società al rallentamento della diffusione del virus attuando le misure decise dal governo ticinese. In questo senso l’Ambrì Piotta chiede a tutti i suoi tifosi e sostenitori di prendere spunto dallo sport e di far squadra per affrontare questa situazione d’emergenza uniti come non mai, nella speranza di rivederci presto alla Valascia una volta migliorata la situazione. Infine, il club informa che per ovvi motivi di salute pubblica la consueta festa di fine stagione".

Mona: 'Era la soluzione più logica. E, soprattutto dopo ieri, affatto inattesa'

Non c'erano molte alternative. Anzi, non ce n'erano proprio. Alla fine i Ceo hanno preso la decisione più logica (e a ben guardare anche l'unica) che potessero prendere: fine dei giochi. «In sé non c'era molto da discutere - racconta il direttore generale dell'Ambrì Piotta Nicola Mona -. Alla luce anche dell'ordinanza cantonale ticinese, nella conferenza telefonica abbiamo deciso di interrompere i campionati di National League, Swiss League, Elite U20, U17 Elite. Che di fatto sono quelli che rientrano sotto la competenza della Lega. Per quello di MySports League, e per le leghe minori sarà invece l'assemblea della Lega Amatori a dover deliberare, ma è presumibile, che seguano la medesima linea al fine di garantire un trattamento equo per tutti, anche perché in Ticino non è comunque più possibile giocare». Drastica ma inevitabile: la decisione di chiudere in modo così brusco la stagione alla luce dei fatti era comunque la più logica da prendere... «La salute pubblica, e parlo a titolo personale quanto a nome della società, deve avere la precedenza su tutto e tutti. Di conseguenza, se le autorità cantonali - che noi appoggiamo pienamente - hanno deciso che una misura restrittiva come questa era necessaria, noi la accettiamo ovviamente senza batter ciglio. A questo punto, effettivamente, questa era anche la prospettiva che tutti ci attendevamo, soprattutto dopo ieri. Sarebbe stato veramente strano se la Svizzera, come un'isola in mezzo all'Europa, avesse scelto altrimenti, mentre tutt'attorno gli altri campionati si fermavano».

Domani i delegati si chineranno sugli aspetti sportivi della stagione: 'sarebbe stato prematuro farlo oggi, così a caldo'

E domani, ai delegati, spetterà il compito di esprimersi sulle questioni 'amministrative' di questa stagione, e in particolare sui suoi esiti sportivi: «Abbiamo preferito rimandare all'assemblea di domani questi aspetti, perché sono temi che impongono una certa rilessione: non era il caso di decidere a caldo, magari presi dalle emozioni. Abbiamo anche valutato l'eventualità di affrontare già oggi questi aspetti, ma abbiamo concordato, praticamente all'unanimità, che non sarebbe stato saggio farlo; sarebbe stato troppo prematuro per permettere una decisione ponderata. Del resto già quando martedì scorso avevamo deciso la prima interruzione della stagione, avevamo voluto prenderci del tempo per valutare la situazione con la mente più fredda, e così abbiamo voluto fare anche stavolta».

E la squadra, cosa farà adesso? «Oggi i giocatori erano comunque liberi, dopo aver giocato l'amichevole contro il Losanna ieri sera (a Briga, ndr). A fine pomeriggio è comunque li informeremo ufficialmente degli accadimenti odierni e li orienteremo sui prossimi passi. In ogni caso in Ticino non possiamo più allenarci, e, comunque, la stagione è da ritenersi finita; alla Valascia è ormai tempo di spegnere luci, motori e impianti di raffreddamento».

Sul piano personale, dopo la sua prima stagione da direttore generale dell'Ambrì Piotta chiusa con la qualifica ai playoff, per Nicola Mona eccone una ancora più anomala per una realtà come quella biancoblù... «Il men che possa dire è che è stato un inizio col botto! In un verso e nell'altro sono indubbiamente state due chiusure di stagione inaspettate: prima il quinto rango della passata stagione che rappresentava un vero e proprio miracolo, e adesso il coronavirus che mette k.o. l'intera stagione».

Lombardi: 'Perdita economica appurata di centinaia di migliaia di franchi di ricavi

Anche il presidente dell'Ambrì Piotta Filippo Lombardi concorda sull'inevitabilità di questa scelta, «che al tempo stesso è anche la più dolorosa. Doppiamente: perché se già la scelta di giocare a porte chiuse faceva male dal punto di vista economico, chiudere in questo modo fa ancora più male dal punto di vista prettamente sportivo. Le due cose messe assieme sono logicamente ancora più dure da assimilare. Ma inevitabili: la salute pubblica deve essere anteposta a tutti. Lo ha capito per primo il Governo ticinese emanando per prima l'ordinanza relativa alle manifestazioni pubbliche, e non fatico a credere che presto farà scuola un po' dappertutto in Svizzera».

Alla Valascia adesso è dunque tempo di spegnere le macchine e tirare le prime somme... «Proprio così. E il quadro che ci si presenta non è certo roseo: quella che ci si prospetta è una perdita economica appurata di parecchie centinaia di migliaia di franchi di ricavi. Cercheremo di limitare un po' i costi, ma sarà al massimo di qualche decina di migliaia di franchi, ma la proporzione globale purtroppo non credo che cambierà di molto». Su questo piano come vi muoverete? «Iniziamo prima di tutto ad attendere le decisioni di domani dell'assemblea dei delegati e del Consiglio federale, dopodiché vedremo quali misure addizionali dovremo e potremo prendere noi per cercare di limitare i danni dovuti a una situazione veramente difficile e delicata. La stagione già non era stata facile per noi visti i parecchi infortuni, che portano con sé maggiori costi rispetto ai rimborsi assicurativi, e ora si aggiunge un nuovo imprevisto che comporta altre perdite d'esercizio. Insomma, sotto questo aspetto piove decisamente sul bagnato per noi».

Cereda: 'Fa male finire così, ma in fondo è anche un sollievo

A Briga, ieri sera, alle 17.30 l'Ambrì Piotta è dunque sceso sul ghiaccio per l'ultima volta in stagione, affrontando il Losanna in amichevole. «Quando è arrivata la notizia del nuovo inasprimento dei provvedimenti adottati dal Governo ticinese, la squadra era sul ghiaccio per il consueto riscaldamento - riassume l'allenatore dei biancoblù Luca Cereda -. In fin dei conti c'era da aspettarselo, anche prima della decisione del Governo ticinese di ieri. Che la situazione fosse delicata era sotto gli occhi di tutti, e bene o male eravamo perfettamente consapevoli che non c'erano molte alternative. Finire una stagione in questo modo fa male, indubbiamente. Ma è anche un certo sollievo quello che provo, perché con l'evoluzione degli accadimenti di questi ultimi giorni, il mondo dello sport non aveva più (e giustamente) quell'importanza che abitualmente riveste. In questi giorni, in Ticino si è parlato quasi solo ed esclusivamente di coronavirus, mentre l'hockey e lo sport in generale è stato quasi accantonato, ed è giusto che fosse così. D'altro canto, sarebbe stato difficile se non impossibile trovare la giusta concentrazione per portare a termine sul ghiaccio la stagione. I giocatori sono stati informati delle nuove direttive del Consiglio di Stato, che restringevano drasticamente il nostro campo d'azione e... quello di pratica subito dopo l'amichevole di ieri, sottolineando loro che a quello stadio delle cose non sapevamo ancora con esattezza cosa significasse e quali sarebbero state le conseguenze e gli scenari. A quel punto, leggendo un po' le dichiarazioni, ci sembrava comunque già ben chiaro che quella di Briga potesse essere l'ultima partita dell'anno». E adesso? «Stiamo cercando il modo di contattare tutti i giocatori, anche quelli che a Briga non c'erano, per informarli delle novità di queste ore, senza doverli per forza convocare un'altra volta visto che oggi sarebbero stati liberi. Il sipario sulla nostra stagione è calato in modo definitivo stamattina: per coerenza con la situazione e le direttive di Bellinzona, abbiamo anche deciso di non fare gli abituali colloqui individuali di fine stagione. Cercheremo comunque il contatto con chi ci lascia definitivamente per cambiare squadra. Con gli altri, dopo la metà di aprile ricominceremo poi a lavorare per la prossima stagione: nei prossimi giorni cercheremo di organizzare questo aspetto, prendendo in considerazione più opzioni, visto che ancora non sappiamo come e dove potremo assolvere la nostra preparazione».

Resta ancora da capire quali saranno i verdetti sportivi della stagione, quesito a cui domani daranno risposta i delegati nell'assemblea straordinaria di Ittigen. Ma da questo aspetto, l'Ambrì Piotta, decimo al termine della stagione sportiva, non è toccato direttamente: «Noi come prima squadra no. Ci sono tuttavia gli U20 e gli U17 (che erano nel pieno della loro lotta contro la retrocessione i primi e la promozione i secondi) che hanno una situazione ancora aperta: questo sarà un aspetto interessante della seduta di domani. E interessante sarà pure vedere cosa decideranno per promozioni e retrocessioni, non da ultimo dal campionato cadetto alla MySorts League, nonché per l'eventuale assegnazione dei titoli».

Werder: 'Con questa scelta l'hockey ha dimostrato un forte senso di solidarietà'

A Lugano, la notizia della brusca fine del campionato viene presa con un sentimento di tristezza. Una decisione, annota il club bianconero in una nota stampa, "che mette bruscamente fine alle ambizioni sportive di giocatori professionisti e ragazzi di diversa età impegnati nelle competizioni e che, per motivi di forza maggiore, priva i tifosi, gli sponsor, i sostenitori e tutti gli appassionati del momento più atteso della stagione". Allo stesso tempo, la società la ritiene "l’unica decisione possibile alla luce della realtà dei fatti, soprattutto dopo la risoluzione di ieri del Consiglio di Stato che ha vietato in Ticino fino al 29 marzo ogni attività e ogni evento sportivo sia agonistico sia amatoriale di ogni genere e categoria a prescindere dal numero di persone presenti. «In un momento difficile come questo, fa piacere rendersi conto che l’hockey su ghiaccio svizzero ha dimostrato un forte senso di solidarietà tra le diverse regioni del Paese», commenta il Ceo del Lugano Marco Werder.

 

 

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