Hockey

'Riprendiamo in mano questa serie'

Il Lugano di Bobby Sanguinetti di scena a Zurigo per il secondo atto della finale. In pista per sfatare il tabù dell'Hallenstadion

Ti-Press
14 aprile 2018
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Lugano – Rivincita. È con questa parola scolpita nella loro mente che stasera gli uomini di Ireland scenderanno in pista all’Hallenstadion. Perché in gara 2 sarà indispensabile replicare a quel beffardo 0-1 con cui giovedì si è chiuso il primo atto della finale, regalando il punto iniziale della serie allo Zurigo. Uno 0-1 che, ripensando a quanto capitato sull’arco del match, brucia ancora molto. Impossibile non ripensare a quelle occasioni non sfruttate a dovere; poche ma sufficienti per avere qualcosa su cui recriminare. Una su tutte quel tiro solo abbozzato da Sanguinetti nel finale del secondo tempo, che avrebbe potuto riportare in parità il Lugano.

«Lo riconosco, quella era davvero una grande occasione... – si rammarica il difensore americano –. Ho provato, ma ho perso il timing ideale. Col senno di poi è facile dire che avrei potuto scegliere di controllare il disco anziché provare il tiro al volo, ma in quel momento avevo davvero poco tempo per decidere. E un po’ di frustrazione c’è, pensando che quell’unico punto dello Zurigo è poi stato sufficiente per determinare il risultato finale della partita. Ma dobbiamo guardare avanti: adesso è tempo di pensare a gara 2».

Giovedì, per la prima volta in questi playoff – e per la prima dal 12 gennaio (1-0 a Langnau) –, le bocche da fuoco del Lugano somo rimaste mute: cosa non ha funzionato? «I Lions sono stati abili a non permetterci di piazzare uomini in zona utile per raccogliere eventuali rimbalzi. Troppo spesso poi, quando abbiamo provato a tirare dalla distanza, non siamo riusciti a coprire la visuale a Flüeler. In gara 2 dovremo cercare con maggiore insistenza i ‘second shot’, farci trovare pronti sui rimbalzi, e farlo andando a cercare il puck in quei settori della pista dove si prendono i maggiori colpi. Giovedì lo Zurigo ha fatto la differenza proprio in questo genere di esercizio».

Nonostante la sconfitta, di positivo l’atto numero uno ha detto che difensivamente il Lugano ha dato prova di solidità: «Sì, e questo ritengo sia un ottimo punto da cui ripartire. Gara 1 ha mostrato su entrambi i fronti quanto ci si poteva aspettare, cioè due formazioni tecnicamente ben messe. È stata una partita molto fisica, come c’era da aspettarsi. Kossmann e Ireland hanno fatto un ottimo lavoro, e lo si è visto in pista, con due squadre molto ben organizzate; c’è stato davvero poco spazio per la creatività».

Il tabù dell’Hallenstadion

Stasera i bianconeri ritrovano quell’Hallenstadion in cui in stagione non sono mai riusciti a vincere... «Ci aspetta un match difficile, perché lo Zurigo davanti al suo pubblico cercherà di metterla sul piano dell’intensità sin dai primi minuti: dovremo provare a sedare il loro impeto e giocare in modo semplice ma efficace. È vero che in stagione non abbiamo mai vinto a Zurigo, ma nei playoff il fattore pista conta poco. Per vincere una partita occorre prima di tutto avere l’approccio ideale e fare le cose giuste, senza lasciare nulla al caso. Siamo stati confrontati con diversi importanti infortuni ma nonostante ciò siamo arrivati fino alla finale, dimostrando carattere. L’esito della prima sfida non cambia il mio giudizio su questo gruppo: abbiamo le possibilità per andare a vincere all’Hallenstadion e riprendere in mano la serie».

Oltre alla serie, di aperto c’è anche la questione relativa al contratto di Sanguinetti, a cui a fine stagione regolare il club aveva fatto sapere che non avrebbe esercitato l’opzione per il rinnovo tacito per un’ulteriore stagione: novità? «Ora come ora, il mio contratto non rientra nelle mie priorità. Con una finale in pieno svolgimento, la mia attenzione è rivolta in tutto e per tutto alla serie. Se ne riparlerà a finale conclusa».

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