Formula 1

C'era una volta il Gp di San Marino...

La crisi economica lo ha messo in ginocchio, quella legata al Covid una seconda chance che chiude il tris di prove del Mondiale su territorio italiano

30 ottobre 2020
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Una volta lo chiamavano Gp di San Marino, si correva sul circuito del Santerno ed era in pratica una seconda competizione su territorio italiano, in onore di una Ferrari e di tanti altri team che nella massima formula gravitavano. Imola è pure il tracciato della scomparsa di Senna in seguito all'incidente alla tragicamente famosa curva Tamburello. Poi, una crisi finanziaria senza precedenti lo mise a rischio perché mancavano i soldi per gestire la messa a regime dei nuovi standard di sicurezza che la F1 e Ecclestone in particolare chiedevano. Ci voleva un'altra crisi, quella del coronavirus, per ridare finalmente una centralità ai tracciati europei e così in un solo anno in Italia dopo Monza e Mugello si corre appunto in terra imolese, anche se con un format molto compresso di soli due giorni tra prove libere, qualifiche e gara. La decisione degli organizzatori presa in coscienza dell'aggravarsi della situazione Covid-19 è di correre senza pubblico purtroppo, dopo ad esempio i 27'000 autorizzati di una settimana fa in Portogallo. In un Mondiale così compromesso per tanti aspetti, comunque il tentativo di tenere in piedi la competizione deve essere oggetto di plauso sincero.

Continuità in casa Sauber

Approfttando della pausa inusuale per un venerdì, ieri Sauber ha ufficializzato che sia Raikkonen sia Giovinazzi resteranno nel team per la stagione 2021, con lo sponsor principale che ha voluto preservare il sedile del tarantino – per ragioni di continuità di marketing in primis – considerando Mick Schumacher "troppo Ferrari" e pertanto dirottato alla Haas. Per decisione di Vasseur andrà dunque in scena un concetto di continuità aziendale e di squadra che potrà giovare al team, specie dopo che il francese è stato rassicurato da Binotti sui progressi che il propulsore del cavallino farà nel 2021.

Un poco di maretta in casa Red Bull e Renault

Nella prima Albon sente certamente di non essere completamente voluto dalla squadra, con Marko quale attore principale di un possibile allontanamento. Parimenti la Red Bull – che aveva pensato di tornare nel 2021 con motori Renault dopo il ritiro Honda ottenendo un diniego – ha interposto reclamo alla richiesta del team transalpino di far provare Alonso ad Abu Dhabi. Si attende una risposta della FIA in merito. Quanto alle altre voci di mercato, segnaliamo la presa di posizione di Toto Wolff che per il 2021 resterà team principal della Mercedes-Benz e questo per mettere fine alla ridda di spifferi – veri – sul suo passaggio nel 2022 alla Aston Martin di cui è socio.

Problemi di natura diversa per McLaren e Haas

Le problematiche economiche stanno attanagliando la McLaren, che nel settore delle supercar non ha risultati favorevoli economici e in cui Zak Brown non si comprende esattamente come si voglia muovere, pur avendo portato a casa buona liquidità nel passaggio di Sainz alla Ferrari. La Haas dal canto suo ha spiegato di avere rilevato un problema di surriscaldamento del blocco sospensione posteriore della monoposto, con una alterazione rilevante dell'angolo di incidenza del profilo aerodinamico. Lo hanno affermato tutti in modo coeso, tanto che il problema è stato oggetto di una discussione direttamente con Ferrari che è il fornitore del pezzo e del sitema oggetto di criticità.

Infine il calendario 2021, che dovrebbe contenere 23 gare e che è stato pensato anche per cercare di dare una chance di recupero economico a tutto Circus, ma ora palesemente in difficoltà rispetto all'attualità. Per il futuro presidente e amministratore delegato della Formula 1 Stefano Domenicali, imolese di nascita, un ulteriore rebus non semplice da gestire.

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