CALCIO FEMMINILE

Euro 2025, la candidatura svizzera ‘ha molti punti forti’

Il presidente dell’Asf, Dominique Blanc, è sicuro: ‘È stato fatto un ottimo lavoro. Fosse per noi, il torneo potrebbe iniziare già domani’

13 ottobre 2022
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Nel 2023 l’estate internazionale del calcio sarà contraddistinta dalla fase finale della Coppa del mondo in Australia e Nuova Zelanda. Dal 20 luglio al 20 agosto l’attenzione sarà dedicata a un calcio femminile in grande espansione, non soltanto nei Paesi anglofoni e nordeuropei, ma in tante altre realtà mondiali. Un’espansione alla quale partecipa anche il movimento rossocrociato che mercoledì ha staccato il biglietto per la presenza ai suoi secondi Mondiali dopo l’esordio avvenuto nel 2015 in Canada. Un movimento che non mostra alcuna intenzione di sedersi sugli allori, ma al contrario intende proseguire sulla strada di uno sviluppo sempre più marcato. Ed è proprio da leggere in questa direzione la decisione dell’Associazione svizzera di calcio (Asf) che mercoledì ha depositato alla sede dell’Uefa a Nyon il dossier di candidatura per l’organizzazione della fase finale degli Europei 2025. Una risposta, l’Asf la riceverà a breve giro di posta, visto che il comitato esecutivo dell’Uefa renderà noto il suo verdetto già il 25 gennaio prossimo, vale a dire tra poco più di tre mesi. La Svizzera se la giocherà in una partita nella quale sono scesi in campo anche Francia, Ucraina, Polonia e le quattro nazioni scandinave in una candidatura congiunta. Nel caso in cui la Svizzera dovesse riuscire a spuntarla, le partite si disputerebbero a Basilea, Berna, Ginevra, Zurigo, San Gallo, Sion, Losanna, Lucerna e Thun.

Dominique Blanc, presidente della federazione, è soddisfatto del progetto presentato alle autorità calcistiche continentali… «Assolutamente. Marion Daube ne ha preso le redini in gennaio e ha lavorato senza sosta per gli ultimi nove mesi. All’interno della nostra candidatura ci sono tempo di lavoro ed energie a profusione. Il risultato ci rende orgogliosi».

Ci sono stati scogli importanti da superare… «In primo luogo, senza dubbio la scelta delle sedi che ospiteranno il torneo. Le possibilità di scelta erano parecchie. Alla fine, abbiamo optato per otto stadi ben ripartiti sul territorio della Svizzera tedesca e della Romandia. Altro dossier importante sono state le discussioni con Città e Cantoni per ottenere il loro appoggio finanziario al progetto. Un tema nel quale abbiamo riscontrato ritorni molto positivi».

Basilea, Berna, Zurigo, Lucerna e Thun si sono già espresse per un finanziamento di circa 45 milioni di franchi. E Ginevra, San Gallo e Sion? «Per ora, il tema non è stato affrontato dai parlamenti interessati, ma lo sarà a breve e sono fiducioso di poter riscontrare segnali positivi anche da queste tre Città. Nel corso dei colloqui avuti, abbiamo già ricevuto garanzie parziali, nonostante i dossier debbano essere formalmente ratificati a livello di Gran Consiglio e Consiglio comunale».

Tra le regioni interessate dalla manifestazione non figura il Ticino… «Questo Europeo deve essere una manifestazione capace di coinvolgere l’intera Svizzera. Purtroppo, al momento in Ticino non vi sono stadi che rispondono alle norme Uefa per una manifestazione di questo calibro. Ciò nonostante, prevediamo di organizzare qualche appuntamento a Sud delle Alpi, ad esempio il sorteggio dei gruppi».

Come detto, la Svizzera non è l’unico Paese ad aver depositato una candidatura. Nella corsa all’assegnazione dell’organizzazione, Blanc intravede un avversario principale… «Per il momento dovrebbero essere le quattro nazioni scandinave, raggruppate sotto un’unica candidatura. Ma dal canto nostro abbiamo argomenti di peso da far valere, come ad esempio le infrastrutture. Tutto è pronto, gli stadi come la rete dei trasporti. Per noi, il torneo potrebbe pure iniziare già domani. Inoltre, da noi sarà possibile assistere a due partite in un solo giorno, grazie alla nostra rete ferroviaria. In Svizzera, le distanze tra una città e l’altra sono ridotte e la sicurezza è garantita».

L’eventuale organizzazione della fase finale di Euro 2025 rappresenterebbe un volano importante per tutto il movimento elvetico… «Sarebbe importante per continuare a incoraggiare lo sviluppo del calcio femminile in un Paese nel quale rimane un grosso potenziale di espansione. Ad esempio nella formazione delle giovani leve. Per noi la parità di opportunità tra uomini e donne è molto importante, tuttavia, soprattutto a livello giovanile, permangono delle disparità: le ragazze, ad esempio, iniziano molto più tardi rispetto ai ragazzi».

La scelta dell’Uefa cadrà il prossimo 25 gennaio. Prima di quella data rimangono tre mesi… «La fase di lobbying ha già preso il via. Ed è fondamentale, in quanto se le autorità Uefa percepiscono un forte sostegno da parte della popolazione, questa potrebbe diventare una carta importante nella decisione del comitato esecutivo».

Dominique Blanc non nasconde di avvicinarsi al 25 gennaio 2023 con «curiosità e un pizzico di nervosismo. È come quando una selezione si prepara per la fase finale di un Mondiale, sono mesi di grande lavoro e di aspettative, con la necessità di farsi trovare pronti al giorno X. Non vorrei che dovessimo rimpiangere qualche scelta fatta o non fatta, per questo motivo faremo tutto il possibile e anche di più per riuscire a convincere chi sarà chiamato a decidere, che la nostra candidatura è la migliore».

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