NATIONS LEAGUE

Svizzera corsara, successo storico in Spagna

Dominando nel primo tempo e soffrendo nella ripresa, i rossocrociati trovano tre punti importantissimi: a segno Akanji ed Embolo

24 settembre 2022
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Grazie ai primi 45’ giocati quasi perfettamente, gli uomini di Murat Yakin espugnano Saragozza, battendo per la seconda volta nella storia gli spagnoli, che non riuscivano a superare dal Mondiale sudafricano del 2010. Esemplare l’impegno di tutti e il rigore nell’applicare i dettami tattici del selezionatore. Ora nel gruppo di Nations League la Svizzera è terza, e decisivo sarà il match di martedì a San Gallo contro la Repubblica Ceca, sconfitta stasera 4-0 dal Portogallo: ai rossocrociati basterà un pareggio per salvare il posto nell’élite continentale.

Impeccabili nei primi 45’

Ottimo primo tempo giocato dalla Svizzera, subito aggressiva e brava a pressare molto alto una Spagna piuttosto imballata. La prima occasione è sui piedi di Granit Xhaka, che al 14’ tira di destro da lontano, purtroppo non creando troppi problemi al portiere iberico Unai Simon. I padroni di casa provano a reagire, ma malgrado il maggior possesso di palla trovano solo un corner e un paio di conclusioni incapaci di impensierire Sommer. Gli iberici girano a regime assai ridotto, innervositi dal pressing sistematico rossocrociato, che probabilmente non si attendevano. Il vantaggio rossocrociato arriva al 21’ sugli sviluppi di un corner ben calciato dalla sinistra da Vargas: a svettare più alto di tutti è Akanji, che incorna facendo rimbalzare la palla davanti al portiere: la sfera si infila nell’incrocio. Si tratta del primo gol in nazionale per il difensore del City, alla 42a presenza. La retroguardia iberica, ad ogni modo, non è del tutto incolpevole. La Spagna è obbligata a fare qualcosa, ma di nuovo pare impotente: da segnalare c’è solo un tentativo di Sarabia che, superato Widmer, trova solo un calcio d’angolo. Gli uomini di Yakin, per una decina di minuti, lasciano l’iniziativa a quelli di Luis Enrique, che occupano meglio le fasce, ma veri rischi non ne corrono, soprattutto perché sono bravi a ripiegare per dare una mano ai difensori in chiusura. La sfuriata iberica si esaurisce presto, e i rossocrociati tornano a spingere, guadagnando quattro angoli quasi consecutivi, purtroppo calciati non benissimo e dunque non sfruttati. Tatticamente, ad ogni modo, la Svizzera è perfetta: gli spazi sono occupati davvero come si deve. Sul finire della prima frazione, mentre a Saragozza inizia a piovere, bella incursione di Shaqiri, che supera tre avversari e si ritrova da solo davanti a Simon: purtroppo si allarga troppo, l’angolo si riduce e il portiere chiude sul primo palo. Da anni la nazionale non giocava un primo tempo in modo così ordinato ed efficace.

Dominati nel secondo tempo

La ripresa si apre con l’ingresso di Steffen al posto di un Rodriguez affaticato e reduce da un’influenza: in quel ruolo siamo sguarniti e dunque non ci sono alternative, ma è chiaro che il luganese occupa una posizione non sua, benché fosse già stato costretto a giostrare in quella zona la scorsa estate a Ginevra contro il Portogallo. Pare di vedere un’altra partita, la Spagna sale in cattedra e la Svizzera non riesce a reagire, faticando a superare la propria metà campo. Al 55’ Asensio serve al bacio sulla sinistra l’accorrente Jordi Alba, che segna il gol del pareggio: l’errore tattico rossocrociati è evidente, tutta la retroguardia si era spostata sulla destra, lasciando sguarnita una zona di campo sconfinata. La rete subita, paradossalmente, pare far bene agli elvetici, che con Shaqiri vanno subito in contropiede: il fantasista dei Fire dapprima spara sul palo, e sul tap-in spedisce la palla fuori, ma l’azione era viziata in partenza da un fuorigioco dello stesso Xherdan. Poco dopo, i rossocrociati - contro l’andamento del gioco - ritrovano il vantaggio: Akanji attacca il primo palo su un corner dalla sinistra, devia verso il centro dell’area piccola ed Embolo è lesto a infilare Simon. I cambi effettuati da Luis Enrique - specie Williams e Iglesias - danno ulteriore energia a una Spagna che già stava dominando, ma grazie a Sommer, a un po’ di buona sorte e all’imperizia dei padroni di casa, la Svizzera riesce a resistere fino al termine, conquistando una vittoria storica, oltre che provvidenziale nella corsa alla salvezza nel gruppo principale di Nations League: tutto si deciderà comunque a San Gallo martedì contro la Repubblica Ceca.

Spagna - Svizzera: 1-2 (0-1) 21’ Akanji 0-1, 55’ Jordi Alba 1-1, 57’ Embolo 1-2

Stadio La Romareda di Saragozza: 32’000 spettatori

Arbitro: Turpin (Fra)

Ammoniti: 44’ Akanji, 81’ Omlin (in panchina)

Spagna: Unai Simon; Azpilicueta (86. Soler), Eric Garcia, Pau Torres, Jordi Alba; Gavi, Busquets, Pedri (70. Llorente); Ferran Torres (63. Pina), Asensio (63. Borja Iglesias), Sarabia (63. Williams).

Svizzera: Sommer; Widmer, Akanji, Elvedi, Rodriguez (46. Steffen); Freuler, Xhaka; Sow (68. Zakaria); Shaqiri (68. Ndoye), Vargas (79. Aebischer); Embolo (86. Seferovic).

Le pagelle

Sommer: 5 Nessuna incertezza sulle poche conclusioni iberiche nei primi 45’. Non ha colpe sul gol iberico. Sicuro pure nella ripresa: continua il suo buon momento.

Widmer: 5 Difende bene, ma si spinge pure in avanti mettendo in ambasce centrocampisti e difensori avversari. Grandissima partita, a conferma che l’intera retroguardia è il reparto migliore di questa squadra.

Elvedi: 4,5 Buona l’intesa coi compagni di reparto, diagonali ben eseguite. Utile sui corner a favore, quando va a dare fastidio ai difensori avversari. Come tutta la difesa, ha qualche colpa sul gol spagnolo.

Akanji: 5 Segna il suo primo gol in nazionale con un bel colpo di testa sugli sviluppi di un corner e serve a Embolo l’assist per la rete che vale un successo storico. Puntuale nelle chiusure, lascia davvero poche occasioni alle punte iberiche. Grande prestazione.

Rodriguez: 3,5 Fra i difensori è l’unico in difficoltà, per colpa degli strascichi di un’influenza che gli impediscono di respirare bene. Sostituito da Steffen a inizio ripresa. Serata sfortunata.

Freuler: 4,5 Come Xhaka copre e pressa bene, ma si vede poco in costruzione. Sempre pronto a ripiegare per dare una mano ai difensori. Non perde mai la testa. Una bella conferma sul piano della personalità.

Xhaka: 4,5 Inizia guidando alla perfezione il pressing alto dei rossocrociati. Nella sua zona è padrone, ma purtroppo si vede poco quando la Svizzera conquista il pallone. Partita di grande sacrificio - più quantità che qualità - e di buon auspicio in vista del Mondiale. Maturità.

Sow: 4,5 In fase di non possesso segue come un’ombra Busquets, limitando in questo modo parecchio il potenziale degli spagnoli, che non riescono a costruire. In fase di possesso si dà da fare, specie nel primo tempo, svariando su tutto il fronte. Nella ripresa, come tutti, accusa un calo.

Shaqiri: 4 Viene poco servito, e così ripiega e si sacrifica per la causa, arretrando in difesa dove opera un paio di buone chiusure. Bravo nel servire palloni invitanti ai compagni, che non sempre li sfruttano al meglio. Buona intesa sulla destra con Widmer.

Embolo: 4,5 Non comincia benissimo, nel primo tempo lo si vede poco, ma nella ripresa si dimostra decisivo, segnando il gol che vale una vittoria storica. Alti e bassi, come spesso gli succede.

Vargas: 4,5 Si muove molto, dà fastidio agli spagnoli quando cercano di costruire dal basso, affidabile e preciso nei calci dalla bandierina. Grintoso dall’inizio alla fine.

Steffen: 3,5 Rileva Rodriguez a inizio ripresa, è costretto a giocare in un ruolo non suo e mostra diverse incertezze, specie quando rischia l’autorete su un retropassaggio verso Sommer, con cui non si intende. Si riscatta, in parte, con un paio di buone chiusure. Gli va male, ma non è tutta colpa sua.

Zakaria: 4 Entra al posto di Sow a 25 minuti dal termine, dando una mano - più che nella costruzione - nell’organizzare la resistenza contro gli attacchi spagnoli. Fa il suo dovere.

Ndoye: 4 Sostituisce Shaqiri a metà ripresa, e come Zakaria si dà da fare per evitare che la Spagna riacciuffi il pareggio.

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