calcio

L’inizio non entusiasma, ma le prospettive sono buone

Il Lugano può sfruttare la vittoria di Basilea per lanciare definitivamente la sua stagione. Intanto però c’è da pensare alla Coppa Svizzera

Mattia Bottani, il migliore dei suoi in questa prima fase
(Keystone)
15 agosto 2022
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Sette partite (cinque in campionato, due in Conference League) con due vittorie e cinque sconfitte: non si può certo dire che l’inizio di stagione del Lugano sia stato esaltante, eppure è un inizio tutt’altro che scevro di buone indicazioni per il prosieguo della stagione. Innanzitutto perché le prestazioni sono state quasi tutte di buona qualità – fa eccezione probabilmente soltanto la partita d’andata con il Beer Sheva –, nonostante la rosa non sia ancora verosimilmente quella definitiva, con qualche assenza di troppo a condizionarne la continuità, tutto ciò inserito in un programma assai stacanovista, con cinque incontri nelle ultime due settimane. Inoltre a Cornaredo ormai si dovrebbe aver capito cosa bisogna fare per vincere: subire meno reti possibili. Non può infatti essere un caso che i due successi bianconeri coincidano con le uniche volte in cui Saipi o non ha incassato reti (domenica a Basilea) o ne ha incassata una sola (nella vittoria 4-1 a Winterthur). In tutte le altre circostanze l’ex Sciaffusa ha dovuto raccogliere almeno due palloni (è successo contro Grasshopper, Lucerna e Beer Sheva in casa), se non tre (contro il Sion e a Netanya) alle sue spalle. Tuttavia al pur non irreprensibile estremo difensore non vanno addossate troppe colpe, il vero problema è che in molte circostanze le amnesie difensive (non solo dei difensori di ruolo, beninteso) hanno permesso agli avversari di usufruire di occasioni troppo ghiotte per essere sprecate.

Tutti i difensori devono comunque ancora compiere un passo in avanti: Mai è ancora in fase di ambientamento; Arigoni ci mette sempre tanta volontà, ma sta ancora cercando di recuperare la forma ideale; Daprelà e Ziegler hanno grande esperienza, ma tendono a soffrire gli attaccanti più scattanti, Valenzuela alterna giornate più ispirate ad altre più distratte; mentre Hajdari ha per ora più il ruolo di comprimario. Bisogna anche considerare che le numerose assenze avute finora hanno rallentato l’oliatura dei meccanismi fra i diversi interpreti.

Attacco prolifico

Se la difesa talvolta balbetta, altrettanto non si può però dire dell’attacco. Se infatti la porta è rimasta inviolata una sola volta, è anche successo una sola volta che l’offensiva luganese rimanesse in bianco, sempre nella partita contro il Beer Sheva più volte citata. Se Zan Celar non è ancora al top della forma (ma è comunque già andato in rete tre volte), c’è invece Mattia Bottani che ha già raggiunto rendimenti altissimi, sia a livello tecnico che di leadership. Boris Babic non ha ancora avuto molti minuti di campo, ma al St.Jakob ha realizzato la sua prima rete, sugli esterni Maren Haile-Selassie è costantemente uno dei più pericolosi, mentre Hicham Mahou è apparso in crescita nell’ultima settimana. Infine Mohammed Amoura non incide ancora come la sua classe gli permetterebbe, ma propone comunque degli spunti insidiosi. Non è dunque un caso che in Super League il Lugano abbia il secondo miglior attacco del campionato con dieci segnature realizzate (a pari merito con il San Gallo), a una sola distanza dallo Young Boys.

Infine il centrocampo è forse il reparto più criptico da decifrare finora: Sabbatini e Doumbia stanno evolvendo su discreti livelli, che entrambi sembrano in grado di aumentare con il passare del tempo. A volte è mancato un po’ di filtro in fase di contenimento, in particolare quando è mancato un terzo centrale. Le alternative però ci sono: Belhadj, da subentrato, è spesso stato in grado di aumentare il dinamismo e anche lui domenica ha potuto festeggiare il primo gol stagionale. E sempre a Basilea ha fatto il suo debutto dal primo minuto Uran Bislimi, che in prospettiva è indubbiamente un innesto interessante. Ci sarebbe poi Adrian Durrer, che finora è stato tuttavia schierato perlopiù in difesa, dove però ha regolarmente faticato.

La vittoria al San Giacomo, scaturita nei minuti di recupero, è di quelle che può infondere ulteriore spinta alla squadra, sia per il blasone (seppure ormai un po’ sbiadito) dell’avversario, sia per la maniera in cui è arrivata: infatti il Lugano ha badato soprattutto a difendersi – concedendo più possesso palla agli avversari, 43 a 57 – ma lo ha fatto con grande ordine, tanto che solo cinque dei venticinque tiri scagliati dai rossoblù sono arrivati nello specchio della porta (altri tre, si sono però fermati contro i legni).

Ora spazio al Linth

Questa settimana a Cornaredo si potrà dunque lavorare con serenità, anche perché l’impegno del prossimo fine settimana, il primo turno di Coppa Svizzera contro il Linth (Prima lega), non può né deve arrecare alcun fastidio al detentore del trofeo. Croci-Torti ne approfitterà verosimilmente per dare un po’ di fiato agli uomini più impiegati fin qui. Senza la Conference League, poi ci si ritufferà nel campionato, ripartendo dalla partita casalinga, sicuramente l’occasione per rivangare ricordi tanto freschi quanto dolci, contro il San Gallo. La Super League quest’anno mette in palio quattro posti europei e se lo Young Boys si è già candidato con decisione a riprendersi lo scettro di campione nazionale, alle sue spalle c’è spazio anche per i bianconeri (soprattutto considerando i patemi che stanno affliggendo Zurigo e Basilea, entrambi ancora a secco di successi) per andare a puntare a una posizione di vertice.

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