Calcio

Né vincitori né vinti, nella festa del ‘Letzi’

In uno stadio gremito da 20’000 spettatori (la maggior parte di fede kosovara) finisce 1-1 il primo incrocio della storia tra Svizzera e Kosovo.

29 marzo 2022
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È finita com’era cominciata, tra gli applausi generali, la prima partita della storia tra Svizzera e Kosovo. Un’amichevole speciale soprattutto per le migliaia di persone di origine kosovara (dei 20’800 spettatori presenti una netta maggioranza era appunto kosovara o albanesi) accorse allo stadio Letzigrund di Zurigo (dove vive la maggior parte dei quasi 200’000 kosovari che abitano nella confederazione) e per i giocatori legati ai due paesi, come gli osannati Shaqiri e Xhaka nelle fila rossocrociate e almeno cinque elementi che possiedono il doppio passaporto tra gli avversari. A definire l’1-1 finale, il vantaggio "ospite" siglato da Rashica e il pareggio di Lotomba.

Yakin conferma solo Shaqiri e Xhaka

Rispetto alla sfida persa 2-1 sabato a Wembley con l’Inghilterra, Murat Yakin ha operato ben nove modifiche al suo undici titolare, confermando i soli Shaqiri e Xhaka, ossia due dei tre giocatori di origine kosovara della rosa rossocrociata, ai quali il pubblico del Letzigrund ha riservato solo applausi e ovazioni. Il terzo, Andi Zeqiri, è invece partito dalla panchina e all’annuncio del suo nome qualche "buu" si è alzato dalle tribune, probabilmente per il clamoroso dietrofront di cui l’attaccante 22enne si è reso protagonista nel settembre 2020, quando aveva annunciato (tramite il padre) l’intenzione di vestire la maglia kosovara, salvo appunto cambiare idea all’ultimo e votarsi alla causa rossocrociata. Al suo posto, il selezionatore elvetico ha scelto uno degli eroi delle trionfali qualificazioni ai prossimi Mondiali, Okafor, che con il numero 23 e Zuber hanno supportato l’unica punta Gavranovic. Sow ha invece affiancato il capitano a metà campo, mentre la linea difensiva completamente rinnovata ha visto Mbabu, Elvedi, Cömert e Lotomba davanti al portiere Kobel.

L’entusiasmo sugli spalti (in particolare dei sostenitori ospiti, presenti in larga maggioranza) non si è purtroppo tramutato in un primo tempo altrettanto spumeggiante in campo, con la Svizzera che ha gestito il gioco ma in maniera troppo approssimativa al momento di puntare l’area avversaria. Dell’attesissimo Shaqiri le due occasioni migliori rossocrociate, con una punizione dai 25 metri finita alta e soprattutto un sinistro smanacciato in angolo da Ujkani poco prima della pausa. È invece di testa che la selezione del tecnico Giresse ha minacciato in un paio di occasioni la porta di Sommer, bravo in particolare a deviare fuori dallo specchio la capocciata di Berisha al 32’.

Ad accendere la partita (e "gasare" ulteriormente il pubblico ospite) ci ha pensato a inizio ripresa Rashica, il quale favorito da un grossolano errore a metà campo di Zuber si è incuneato nell’area elvetica e dopo aver vinto un paio di rimpalli ha depositato in rete l’1-0. Un gol che ha perlomeno avuto il merito di costringere la Svizzera a cercare una reazione, concretizzatasi una decina di minuti più tardi nel pareggio trovato da Lotomba, che di testa ha depositato nella porta abbandonata dal portiere avversario (uscito male) il bel centro di un Mbabu ben imbeccato da Shaqiri. I rossocrociati hanno sfruttato lo slancio e i diversi cambi (tra cui quello tra Freuler e uno Xhaka decisamente contrariato per la sostituzione) per continuare a mettere pressione sulla difesa avversaria, senza tuttavia più riuscire a rendersi davvero pericolosi. Anzi, al 73’ è stato Sommer che ha dovuto sfoderare uno dei suoi miglior voli per tirare fuori dal sette il bel destro di Dresevic. In definitiva, per una serata di festa, il pareggio è stato forse il risultato più giusto, ma per le prossime sfide di Nations League (in giugno contro Repubblica Ceca, Spagna e due volte Portogallo) servirà decisamente un’altra Svizzera.

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