CALCIO

Per Shaqiri la scoperta dell’America parte da Chicago

I Fire hanno presentato il loro nuovo acquisto: ‘Ho sempre ammirato la Mls, qui voglio aiutare la società a vincere’

21 febbraio 2022
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«Le trattative non sono mai facili e non lo è stata nemmeno quella che ha portato Xherdan Shaqiri a Chicago. Ma il mio ex presidente a Basilea era solito dire: "Se la trattativa è facile, il giocatore è un brocco". Non è stato semplice convincere Xherdan ad attraversare l’Atlantico, ma abbiamo sempre discusso in modo corretto. Il giocatore sapeva ciò che voleva e ce lo ha fatto presente. Credo che il passo decisivo sia stato fatto con il colloquio tra il giocatore e coach Ezra Hendrickson».

Georg Heitz, ex diesse ai tempi in cui Shaqiri vestiva la maglia rossoblù renana e attuale direttore sportivo ai Chicago Fire, ha introdotto così la conferenza stampa di presentazione del nazionale rossocrociato, a meno di una settimana dal via del campionato della Major League Soccer (Mls). «Quando ho lavorato con lui a Basilea, era ancora un ragazzino, mentre adesso abbiamo ritrovato un uomo. È un calciatore capace di portare i tifosi allo stadio e non vedo l’ora di "presentarlo" il 5 marzo al Soldier Field contro gli Orlando Pride, in quella che sarà la nostra prima partita casalinga», ha aggiunto Heitz.

Riportare Chicago là dove merita

«Per me si tratta di un giorno speciale – ha esordito Shaqiri –. Sono fiero di essere negli States, in una grande città come Chicago, in una Lega che ho sempre ammirato. Con Georg ci conosciamo da molto tempo e siamo sempre rimasti in ottime relazioni. Tengo pure a ringraziare Joe Mansueto per l’opportunità che mi è stata concessa, spero di incontrarlo al più presto. Sono qui per aiutare questo club, per riportare Chicago ai fasti che merita, dove purtroppo non è stato in queste ultime stagioni. Spero di poter dare una mano a una rosa giovane per far sì che si possano raggiungere i playoff e possibilmente vincere molti trofei».

Lasciare un campionato come la Ligue1 per andare oltre oceano, dove il calcio rimane pur sempre uno sport soggetto al dominio di basket, football, hockey e baseball, non è stato un passo facile… «Ho riflettuto a lungo, ma Georg mi ha presentato un progetto molto stimolante. D’altra parte, la Mls negli ultimi tempi ha conquistato consenso: è una Lega nella quale giocano molti calciatori di prestigio, i quali le hanno fatto raggiungere un buon livello. Io volevo lasciare la Francia e questa è stata un’opportunità capitata a fagiolo».

A Chicago per ripartire, dopo un’esperienza a Lione durata poco e senza grande successo personale… «Adesso sono qui e voglio pensare soltanto ai Fire. Ma è vero, all’Olympique ho avuto dei problemi. In particolare con il coach: non avevamo la stessa visione a livello tattico».

Il coach: ‘Uno special player’

La nuova avventura di Shaqiri negli Stati Uniti inizierà sabato in Florida alle 18.00 (mezzanotte in Svizzera) contro l’Inter Miami… «In questa stagione ho comunque giocato sei mesi a Lione, per cui posso dire di essere in condizione. Vediamo come andrà questa settimana di allenamento e a ogni modo a decidere sarà soltanto il mister. Con i miei nuovi compagni non ho ancora giocato, ma li ho visti in allenamento e ho trovato un gruppo giovane e molto ben disposto. Spero di poter mettere la mia esperienza al loro servizio, fuori e dentro il campo, così da regalare grandi soddisfazioni al club e ai tifosi».

E a proposito di coach, Ezra Hendrickson, proveniente da Saint Vincent e Grenadine, al suo primo anno sulla panchina dei Fire (dal 2018 era stato vice prima a Los Angeles, poi a Columbus) sa molto bene di che pasta è fatta la sua nuova stella…«Per la città si tratta di un momento molto elettrizzante e come coach sono davvero eccitato, perché non a tutti è data la possibilità di allenare un giocatore come Xherdan. In campo, uno come lui lo definisci "special player", con la capacità di cambiare una partita in un secondo, grazie a un calcio di punizione, a un tiro o a un assist al bacio. I tifosi, ovviamente, si aspettano gol e bel gioco. Da quanto ho potuto constatare durante gli allenamenti, Shaqiri è un elemento in grado di garantire consistenza a questo gruppo. A ogni seduta ha alzato il livello di intensità di tutto il gruppo. Ha la capacità di ispirare i compagni in un modo che mi ha davvero colpito. Non vedo l’ora di ammirarlo durante una partita».

Sul ruolo che occuperà in campo, XS non si sbilancia… «Sapete tutti che posso giostrare in diversi ruoli e il coach mi vede molto bene nella posizione del 10. Io mi adeguo alle necessità dello staff per aiutare la squadra a crescere e a conquistare quei successi e quei trofei che tutti sogniamo».

Shaqiri è rimasto a lungo lontano dalla Svizzera, ma non si è perso gli ultimi mutamenti societari che hanno toccato il Lugano… «So benissimo che il proprietario dei Chicago Fire è lo stesso del Lugano. E la cosa mi fa piacere, perché è importante trovare persone desiderose di investire nel calcio svizzero, con molti giovani di buon livello da far crescere. D’altra parte, il Lugano è uno dei club che hanno fatto la storia del calcio svizzero e sono convinto che Georg e i suoi collaboratori sapranno costruire una grande squadra. Ma io sono appena arrivato a Chicago e ho tutta l’intenzione di far bene qui negli Usa. È troppo presto per parlare di Lugano, magari tra qualche anno…».

Trenta partite, 15 gol, 10 assist

A pochi giorni dall’esordio, Shaqiri ha parlato degli obiettivi personali (raggiungere i playoff e vincere il maggior numero di trofei possibili), ma ha preferito glissare su quelli personali… «Ogni giocatore ha obiettivi personali, ma non sono così importanti come quelli di squadra. Sono qui per aiutare Chicago a vincere e se ci riuscirò, poca importanza avrà il numero dei gol e degli assist».

A questo proposito, però, la stampa specializzata si è già lanciata in previsioni di ogni genere. Il sito mlssoccer.com, ad esempio, ha definito Shaqiri l’elemento più importante dei Fire, pronosticando il rendimento che il club potrebbe aspettarsi da lui: 30 partite giocate per 2’500 minuti, 15 gol e 10 assitst. Le reti potrebbero addirittura salire fino a 25 se Shaq dovesse trovarsi particolarmente a suo agio nella nuova realtà (e il sito aggiunge: "e restare sano"). Numeri che farebbero la felicità dei Fire, ma anche quella di Murat Yakin, a pochi mesi dalla Coppa del mondo in Qatar.

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