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Renzetti saluta il Lugano, mercoledì sarà il Mansueto Day

La cessione dell’Fcl al miliardario americano (che si presenterà in videoconferenza) è praticamente cosa fatta, manca solo l’ok della Swiss Football League

16 agosto 2021
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Stavolta, sembra davvero fatta. Dopo undici anni di presidenza e quasi dieci quale azionista di maggioranza dell’Fc Lugano, Angelo Renzetti sta infine per cedere la sua amata creatura a Joe Mansueto. Che dopo anni di appelli e ricerche vane, trattative morte sul nascere, alcune sfumate a uno stadio più avanzato e altre ancora andate fin troppo oltre – in particolare quella a cavallo tra maggio e giugno con la pseudo cordata italo-brasiliana volatilizzatasi al momento di concludere l’affare – si fosse arrivati a un punto di svolta, era chiaro ormai da qualche settimana. Le credenziali (e i miliardi) dell’imprenditore americano già proprietario dei Chicago Fire (Major League Soccer) nonché di chi lo rappresenta (gli ex dirigenti del Basilea Georg Heitz e Bernhard Heusler) parlavano da sole, così come nota era la volontà di cedere del presidente bianconero. Convinto (circa una settimana fa) anche l’azionista di minoranza (40 per cento) Leonid Novoselskiy, la palla è passata nelle mani di legali e burocrati per la definizione dei dettagli necessari per stilare i contratti su cui apporre infine le firme. Ebbene, anche questo step sembrerebbe ormai superato visto che la società ha annunciato per mercoledì pomeriggio (ore 16) una conferenza stampa nella quale Mansueto in persona si presenterà (collegato via etere dagli Stati Uniti) e parlerà del suo progetto per l’Fc Lugano. Sarà inoltre fisicamente presente al Palazzo dei Congressi – oltre a Renzetti, Heitz e al direttore generale Michele Campana – anche il Ceo di Ringier Sport (azienda attiva nella commercializzazione di marchi ed eventi sportivi in Svizzera) ed ex direttore marketing sempre del Basilea Martin Blaser, che potrebbe ricoprire il ruolo di amministratore delegato anche nell'Fcl.

Il Près: ‘Joe mi ha scritto una lettera bellissima, sono felice’

«Sì, direi che è fatta, manca praticamente solo il via libera della lega – ci spiega Renzetti ricordando come l’ultima parola spetti alla Swiss Football League, chiamata a verificare la solidità finanziaria della nuova proprietà e a rilasciare la cosiddetta mini licenza di gioco per la stagione di Super League in corso –. Per quel che mi riguarda, ho dato la delega per chiudere la trattativa (e per permettere alla futura proprietà di operare già sul mercato, ndr), per cui è come se avessi firmato il contratto».

Un contratto che non dovrebbe prevedere la permanenza in seno alla società sottocenerina dell’imprenditore locarnese, che quindi è davvero a un niente dal dare l’addio a una realtà che è stata la sua casa e la sua famiglia per gli ultimi undici anni… «Io non ho chiesto di rimanere e loro non me l’hanno proposto, poi non si sa mai, ma per il momento penso di chiudere un po’ il discorso e “disintossicarmi” dal calcio, ne ho bisogno perché gli ultimi sono stati anni molto intensi, che mi hanno dato tanto ma anche richiesto molto a livello personale. Mi hanno proprio cambiato come persona. In ogni caso oggi mi sento bene, anzi sono proprio soddisfatto, cedere il Lugano a Mansueto per me è come vincere la Coppa Svizzera (da sempre un sogno del “près”, solo sfiorato nel 2016 con la sconfitta in finale contro lo Zurigo, ndr). Conta molto per me lasciare la società a qualcuno di serio e che può darle un futuro roseo, dopo undici anni ci tenevo ed è una grande vittoria che ha ripaga gli sforzi fatti in tutti questi anni. E che non fa vincere solo me e la società ma anche chi ci lavora, i giocatori, la Città. È un successo su tutti i fronti, per cui sono contento e curioso di vedere dove potrà arrivare il Lugano con una proprietà del genere».

Una serenità quella di Renzetti figlia anche dei contatti avuti in questi giorni con il miliardario dell’Illinois… «Ci siamo sentiti e mi ha pure scritto una bellissima lettera, nella quale mi ha ringraziato per tutti i sacrifici che ho fatto per la società e per il fatto di lasciargli appunto un club in ordine, del quale mi ha detto che devo essere orgoglioso».

‘Il sistema Lugano ha fatto sempre girare la ruota e spero che verrà preservato’

Una club che Renzetti ha fatto crescere tanto sportivamente (nel 2015 l’agognata promozione dalla Challenge League a cui hanno fatto seguito sette stagioni nell’élite del calcio elvetico, con tanto di due onorevolissime puntate in Europa) quanto a livello di struttura, ma che non ha mai perso quella familiarità a lui tanto cara… «È stato un percorso incredibile che non avrei mai pensato di riuscire a compiere, del quale più che le vittorie e le sconfitte mi rimarrà impresso il rapporto creato con tutte le persone che ho avuto accanto, dai giocatori e membri dello staff ai dirigenti e collaboratori, fino agli amici che effettuavano le trasferte con me. Questo clima da grande famiglia che mi piace chiamare “sistema Lugano” è stato ciò che ha continuato a far girare sempre la ruota, anche nei momenti più difficili e spero – ma lo credo – che anche la nuova dirigenza lo abbia capito e farà di tutto per preservarlo».

Prime conseguenze, Demba Ba se ne va già

Intanto le prime conseguenze dell'imminente cambio di proprietà cominciano a manifestarsi, nello specifico con la partenza dopo appena due mesi e una manciata di presenze in bianconero (tre da subentrante, per un totale di 48' minuti giocati) di Demba Ba. Un addio da ricondurre appunto al cambiamento ai vertici della società e in particolare alla cessione delle sue azioni (il 40 per cento) da parte del presidente del settore giovanile sottocenerino Leonid Novoselskiy, che di conseguenza non coprirà più a sue spese lo stipendio del 36enne attaccante senegalese ex Chelsea, al quale era anche stato prospettato un ruolo all'interno del vivaio del club.

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