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È ancora la partita della possibile svolta

Maurizio Jacobacci: ‘Pensavo potesse esserlo quella di Sion, ma poi c'è stato l'inciampo con lo Zurigo. A Vaduz in palio punti pesanti, dovremo essere efficaci’

12 marzo 2021
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Quattro punti separano la seconda (Servette) dall’ottava (Lugano), ma sono soltanto sette quelli che dividono i bianconeri dal Vaduz, attuale fanalino di coda. Ed è contro una squadra del Principato reduce dal pareggio al Wankdorf di Berna e che nel 2021 ha inanellato quattro vittorie, altrettanti pareggi e due sole sconfitte, che la compagine di Jacobacci mette in palio tre punti di fondamentale importanza sulla strada della salvezza. La trasferta all’ombra del Castello è da un pezzo che ai ticinesi non porta più molta fortuna (tre sconfitte e quattro pareggi dall’ultima vittoria dell’11 maggio 2013 con gol di Sabbatini) e quella di domenica porta in eredità tre punti molto pesanti… «Potrebbe essere la partita della svolta – afferma Maurizio Jacobacci –. Pensavo potesse esserlo già Sion, ma poi c’è stato l’infortunio contro lo Zurigo. Al Rheinpark dovremo fare attenzione a non subire subito il primo gol, perché il Vaduz è squadra che sa difendersi bene, anche grazie all’aspetto fisico del suo gioco. Nei due pareggi di quest’anno credo che il Lugano si sia dimostrato superiore. In entrambi i casi abbiamo fatto la partita per quasi 90’, con un rigore che non c’era in trasferta e un gol subìto proprio in entrata a Cornaredo. Loro cercheranno ancora di metterci in difficoltà con le armi che hanno, corsa, fisicità nei duelli e abilità sulle palle inattive. Hanno in Milan Gajic uno che sa calciare molto bene e nei centrali due elementi davvero bravi nel gioco aereo. Yannick Schmid, però, sarà squalificato, mentre Joël Schmied è infortunato e il suo rientro non è sicuro».

Tornare a casa con tre punti dal Principato permetterebbe di mettere un cerotto anche sulla sconfitta di una settimana fa contro lo Zurigo… «Sconfitta, per altro, immeritata. Ho rivisto la partita e davvero non avremmo dovuto uscire battuti. A mio modo di vedere la squadra ha disputato una buona prestazione. Se si fa astrazione dai minuti iniziali e da quel gol casuale – perché Schönbächler non la voleva mettere lì – lo Zurigo ha fatto poco o nulla. Al contrario, noi ci siamo creati una serie piuttosto importante di grosse occasioni. Era una partita che andava assolutamente vinta, ma che non siamo nemmeno stati capaci di pareggiare perché ci è mancata la necessaria freddezza sottoporta. Chiedo alla squadra di essere efficace come a Sion, perché se lo fosse stata anche contro i tigurini, avrebbe vinto senza problemi e adesso non saremmo qui a discutere sul gol subito».

Nessun dubbio sul portiere

A proposito, dopo l’errore di domenica scorsa Noam Baumann gode ancora della piena fiducia? «Per me non c’è mai stato dubbio sul nome del portiere. In settimana ci siamo parlati, ma per me ci sta che il portiere commetta un errore, come ci sta che in un’altra circostanza salvi il risultato. Noam è perfettamente conscio del fatto che quel pallone l’avrebbe potuto controllare senza problemi, per cui la discussione è chiusa».

Gestire le vittorie è più facile che gestire le sconfitte, è lapalissiano. In settimana qual è stata la reazione della squadra? «Ho parlato con i ragazzi e ho detto loro che secondo me la prestazione contro lo Zurigo era stata buona. Purtroppo, ciò che conta è la vittoria. Se noi avessimo giocato come ha fatto lo Zurigo ne avremmo sentite di tutti i colori, ma a far stato è soltanto il risultato. Oggi come oggi vincere è più importante della qualità della prestazione. È un dato di fatto, quindi dobbiamo imparare a portare a casa i risultati. Che alla fine rappresentano l’unico metro di giudizio».

Intanto, però, il Vaduz nel 2021 ha ottenuto 16 punti contro i 10 del Lugano. Qualcosa è cambiato… «È una catena di episodi. A volte bastano due vittorie consecutive per aumentare il morale e la consapevolezza nei propri mezzi. Non è una questione di qualità, perché il Vaduz non sta giocando in modo diverso rispetto all’andata, ma l’aspetto mentale ha fatto sì che adesso credano davvero in un’impresa che potrebbero centrare. E più davanti si fatica a racimolare punti, più la loro fiducia aumenta».

Il livello si è abbassato

Come dire che al momento attuale il Vaduz sta meglio del Lugano? «Assolutamente no, non vorrei certo fare a cambio. Mi tengo la nostra situazione, con i punti di vantaggio sui quali possiamo contare. Anche perché abbiamo ancora a disposizione diverse partite per far sì che la fortuna torni a sorriderci».

In tempi non sospetti, il tecnico bianconero aveva posto l'asticella-salvezza a quota 39 punti. L'estremo equilibrio che si vive in questa stagione, non ha mutato la sua convinzione… «Se non sono 39 saranno 40, ma l’asticella rimane attorno a quella quota. Per chi lo guarda da spettatore neutrale, questo è un campionato davvero difficile e interessante, dove tutti possono vincere contro tutti, ciò che rende la classifica corta. Rispetto a un anno fa, però, vedo un leggero livellamento verso il basso, Young Boys a parte, ovvio. Proprio il fatto che i bernesi siano lì davanti senza avversari mi fa credere che la qualità sia scemata. D’altra parte, Basilea e Young Boys un anno fa avevano tenuto testa ai gialloneri, ma in questa stagione hanno lasciato sul campo un gran numero di punti. E sono proprio quei punti persi per strada che fanno sì che tra la seconda e la decima la distanza sia limitata e che, addirittura, tra la seconda e l’ottava vi siano soltanto quattro punti».

A livello di formazione, una sola defezione... «Quella dello squalificato Daprelà, per il resto sono tutti arruolabili, compreso Guerrero. Fisicamente stiamo bene ed è una bella notizia, speriamo vada avanti così fino a fine stagione». Il Vaduz dovrà invece fare a meno dello squalificato Schmid, degli infortunati Prokopic e Wieser, mentre Schmied rimane in forse.

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