Calcio

L'Argentina si ferma: è morto Maradona

Un arresto cardiorespiratori ha messo fine alla vita del miglior calciatore di tutti i tempi. Aveva sessant'anni. Una cavalcata folle tra eccessi e trionfi

Hasta siempre Diego (Keystone)
25 novembre 2020
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"È successo l'inevitabile", scrive il quotidiano Clarin: attorno alle 13, ora Argentina, un infarto ha messo fine alla vita di Diego Armando Maradona. Il miglior calciatore di tutti i tempi è deceduto a 60 anni nella sua casa di Tigre, dove si trovava convalescente dopo un intervento alla testa subito poche settimane fa. Eppure al mattino Diego si era svegliato in buone condizioni, e come gli altri giorni aveva preso i farmaci indicati dai medici ed era tornato a sdraiarsi, una routine seguita fin dal momento della sua dimissione dall'ospedale. Mentre si trovava a letto, però, ha subìto uno scompenso cardiaco. Hanno immediatamente cercato di rianimarlo, ma lui non ha reagito e il suo cuore si è fermato. 

Non sono servite a nulla neanche le nove ambulanze accorse sul posto: Maradona è morto per arresto cardiorespiratorio. Accanto a lui, ha scritto l'agenzia Telam, non c'erano parenti ma un'infermiera, un assistente terapeutico, uno psicologo, uno psichiatra e altri medici. Ad annunciare la morte del campione è stato il suo avvocato e la notizia è rimbalzata immediatamente prima in Argentina e poi in tutto il mondo.

Una storia di trionfi e di eccessi, quella di Maradona. Dallo scudetto con il Napoli nel 1987 al Mondiale vinto nel 1986 anche grazie alla celeberrima ‘mano de Dios’ nei quarti di finale contro l'Inghilterra, un gesto che per così dire gli fu perdonato perché al mondo regalò il gol del secolo, quella sgroppata chiusa facendosi beffe di mezza squadra e anche del portiere Shilton prima di depositare nel sacco il pallone del provvisorio. Un gol e una partita che lo consegnarono alla leggenda. 

Una strepitosa carriera ma quante cadute

Tante anche le cadute e i problemi di salute. Nel 2000 venne ricoverato a Punta del Este, celebre stazione balneare in Uruguay, per una crisi cardiaca legata all'uso di droga. Partì per Cuba per una cura disintossicante. La dipendenza dalla cocaina ne accompagnò a lungo il percorso di sofferenza che nel 2004 quasi gli costò la vita per una crisi cardiovascolare dopo la quale torna a l'Avana.

Nel 2005 subisce a Bogota un'operazione chirurgica per combattere il grave problema di obesità di cui soffre: riuscirà a perdere addirittura 50 chili. La speranza di una ripresa rifiorisce. Finalmente in buona forma, con l'emissione televisiva "La notte del 10", nella quale invita anche Pelé, batte ogni record di ascolti. Continua però a farsi del male: beve, fuma, ingrassa di nuovo e cade vittima di una crisi epatica che nel 2007 lo costringe nuovamente in ospedale. Si riprende, una volta di più. Diventa selezionatore dell'Argentina nel 2008, ma due anni dopo paga con l'esonero i cattivi risultati. In seguito, allenerà due club negli Emirati prima di impegnarsi (2018) come presidente dei bielorussi della Dinamo Brest. Nello stesso anno diventa l'allenatore della squadra messicana di seconda divisione Dorados de Sinaloa, abbandonata otto mesi dopo a seguito di una contestazione per un rigore a suo dire negato ai suoi giocatori per abbracciare la causa degli argentini del Gimnasia La Plata.

La carriera

Da calciatore: Argentinos Juniors (1976-1981), Boca Juniors (1981-1982), Barcellona (1982-1984), Napoli (1984-1991), Siviglia (1992 -1993), Newell's Old Boys (1993), Boca Juniors (1995-1997).

Da allenatore: Deportivo Mandiyu Corrientes (Arg/1994), Rc Avellaneda (Arg/1995), Nazionale argentina (2008-2010), Al-Wasl (Emirati/2011-2012), Fujairah (Emirati/2017 -2018) Dorados de Sinaloa (Messico/2018-2019), Gimnasia de La Plata (Arg/2019-2020).

I trionfi da giocatore: campione del mondo nel 1986 con l'Argentina (miglior giocatore del Mondiale messicano), finalista ai Mondiali del 1990 (complessivamente ha preso parte a quattro Coppe del mondo e ha collezionato 91 partite con la maglia della sua Nazionale per la quale ha realizzato 34 gol; campione d'Argentina nel 1981 con il Boca Juniors, campione di Spagna nel 1983 con il Barcellona, campione d'Italia nel 1987 e nel 1990 con il Napoli, vincitore della Coppa Uefa nel 1989 con il Napoli, vincitore della Coppa Italia nel 1987 con il Napoli.

Riconoscimenti: gol del secolo (il 2-0 realizzato nei quarti dei Mondiali messicani contro l'Inghilterra). Giocatore del secolo in una votazione online promossa dalla Fifa.
 
 

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