CALCIO

Svizzera, tanti operai specializzati ma manca l'artista

Il 2020 della Nazionale si è chiuso senza vittorie, il 2021 proporrà le qualificazioni per i Mondiali in Qatar e, soprattutto, l'Europeo

18 novembre 2020
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Si è concluso con una partita annullata, il 2020 della Svizzera. Si è chiuso senza vittorie (tre pareggi e quattro sconfitte) e, soprattutto, senza sapere se la terza edizione di Nations League, nel 2022, vedrà gli elvetici ancora in Lega A, oppure retrocessi in Lega B. A deciderlo, verosimilmente non sarà il campo da gioco, bensì la Commissione di controllo, etica e disciplina dell’Uefa. Sul tavolo delle opzioni vi è il forfait a favore della Svizzera (3-0), oppure il sorteggio (1-0, 0-1 o 0-0) sul quale punta ovviamente la federazione ucraina. In linea teorica, l’attesa per conoscere il verdetto della Commissione potrebbe durare anche qualche mese, visto che all’orizzonte non vi sono appuntamenti direttamente o indirettamente legati alla retrocessione di una delle due compagini. Ed è proprio per questa ragione che l’Uefa potrebbe decidere di far disputare la sfida della Swissporarena nel corso del 2021, a maggior ragione se il sorteggio per le qualificazioni a Qatar 2022, in programma il 7 dicembre, dovesse assegnare Svizzera e Ucraina a gruppi da cinque squadre. In quel caso, le due nazionali dovrebbero disputare soltanto due confronti (invece di tre) a marzo o a settembre e un solo (invece di due) a ottobre o a novembre, ciò che aprirebbe una finestra per l’eventuale recupero della sfida di Nations League. È dunque possibile che l’Uefa non prenda una decisione prima del 7 dicembre, in modo da tenersi aperte tutte le opzioni e studiare quella che anche per la confederazione europea sarebbe la soluzione migliore: fare in modo che a determinare le sorti di Svizzera e Ucraina sia il campo e non il tavolo di un ufficio.

Nell’attesa, qualche considerazione sulla stagione della Nazionale svizzera si può e si deve trarre. Anche perché il 2021 avrà il suo apice in estate con gli Europei. Prima, però, vale la pena porsi una domanda: dove si svolgerà Euro 2020 (o 2021, chiamatelo come volete)? Il piano A rimane ovviamente quello di una manifestazione itinerante, in dodici nazioni europee. In questo caso, la Svizzera dividerebbe la sua fase a gruppi tra Baku (contro Galles e Turchia) e Roma (Italia). Ma a causa dello sviluppo incerto della pandemia, l’Uefa sta vagliando altre possibili soluzioni. Due settimane fa era corsa voce che Nyon avesse contattato la Russia per organizzare tutto l’Europeo negli stadi teatro dei Mondiali 2018. Qualche giorno dopo, il Daily Mirror ha affermato che la manifestazione potrebbe essere spostata in Inghilterra, dove per altro già si svolgerebbe la finale (Wembley) nel piano A. L’Uefa si è sempre rifiutata di commentare queste voci, ma ha affermato che vi è una sola opzione mai presa in considerazione: l’impossibilità di disputare l’Europeo nell’estate 2021.

E allora, visto che l’Euro comunque si disputerà, vale la pena dare un’occhiata alla situazione in casa svizzera, a iniziare dai singoli. Le sette partite disputate hanno detto parecchie cose. Ad esempio, che Granit Xhaka è diventato quel leader imprescindibile che tutti andavano cercando. Il centrocampista dell’Arsenal ha preso in mano la squadra in entrambe le fasi del gioco e non è un caso che le sue uscite alla pausa contro Croazia e Belgio abbiano destabilizzato la squadra al punto da permettere agli avversari di capovolgere il risultato. Se Xhaka è indispensabile, molti ritengono che lo stesso discorso non valga per Yann Sommer, a maggior ragione dopo gli errori con Ucraina e Spagna (andata). Ma i due rigori parati a Sergio Ramos nel ritorno (e l’ottima prestazione in generale) hanno rialzato le quotazioni del portiere del Borussia M’Gladbach. Agli occhi di Petkovic, però, non vi è mai stata discussione: la capacità di Sommer di giocare con i piedi è fondamentale nella costruzione della manovra voluta da Petkovic. In difesa, Akanji non si discute, Elvedi è in costante progressione e Rodriguez nel ruolo di centrale si è sempre difeso più che bene. Lo spazio, dunque, si restringe per Schär, ma la Svizzera può comunque contare su quattro centrali di spessore. Meno blindate sono le fasce. Con Mbabu infortunato, sulla destra rimane solo Widmer, con Edimilson che contro la Spagna ha occupato un ruolo non suo. Sulla sinistra, invece, Zuber e Steffen non convincono e probabilmente non hanno lo spessore internazionale sufficiente. In mezzo, Petkovic deve trovare il modo di affiancare Freuler a Xhaka anche dopo il rientro di Zakaria. E davanti? Seferovic continua a godere della fiducia del tecnico, nonostante prestazioni altalenanti. Come altalenante è Embolo, capace del meglio e del peggio nello stesso tocco di palla. E Shaqiri? Il suo completo ristabilimento è indispensabile, perché è l’unico rossocrociato con le qualità necessarie per destabilizzare le difese avversarie. Per il momento, però, paga il fatto di trovare poco spazio a Liverpool.

E tutto ciò ci porta a un’amara conclusione. La Nazionale rossocrociata, all’avanguardia sul piano tattico, non ha nemmeno un vero fuoriclasse: tanti buoni (ottimi) operai specializzati, ma nessun artista. Lo dimostra il fatto che soltanto Shaqiri (per altro quasi sempre in panchina) milita in uno dei primi dieci club del ranking Uefa. Ne consegue che i giocatori di vero livello internazionale non sono molti e quelli che ha, Petkovic se li tiene stretti. Così, almeno una quindicina di loro hanno già un biglietto assicurato per gli Europei: per l’ultima manciata di lasciapassare, chi è interessato si faccia avanti, le prossime convocazioni arriveranno a marzo per l’inizio delle eliminatorie per Qatar 2022.

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