Calcio

Renzetti: 'Faranno di tutto per farci proseguire'

A meno di due ore dal calcio d'inizio di Lucerna-Lugano, ci si interroga sul prosieguo di una stagione macchiata dal caso Kryeziu

12 luglio 2020
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Il calendario dice che si gioca. Quantomeno, lo fanno le squadre non colpite al loro interno dal virus. Tra queste, Lucerna e Lugano che si sfidano tra poco meno di due ore alla Swissporarena. La lega per ora dice che si gioca, in attesa però di pronunciarsi (domani) sul prosieguo di un campionato sul quale aleggia lo spettro del coronavirus che ha contagiato lo zurighese Kryeziu e altre otto tesserati dell'Fc Zurigo (cinque giocatori e tre membri dello staff), messo in quarantena dalle autorità cantonali, la cui competenza annulla il protocollo votato dalla Lega che prevedeva che una squadra potesse proseguire il proprio cammino anche nell'ipotesi che un giocatore risultasse positivo. Pronto il rinvio di Sion-Zurigo (in programma ieri), in forte dubbio anche la sfida dei tigurini contro il Basilea, in calendario martedì. Con sei giocatori colpiti e altri che potrebbero presto accusare i sintomi della malattia, come è possibile anche solo pensare che lo Zurigo possa onorare i prossimi impegni? «Parleremo con loro - ha spiegato il presidente di Swiss Football League Heinrich Schifferle per capire come e entro quali termini la squadra sarà in grado di riprendere il campionato». Già, un campionato senza date vuote per un recupero, figurarsi due. E se lo finissimo dopo la fine delle ostilità? Scenario molto complicato. In primis, perché occorrerebbe che le formazioni coinvolte non avessero più nulla da dire, in chiave classifica. Secondo, perché l'Uefa esige che il 3 agosto ci siano un campione nazionale e l'esatta composizione del lotto delle compagini qualificate alle competizioni europee.

C'era chi lo diceva...

Insomma, un bel pasticcio che ridà forza a chi - come il Lugano - a lungo ha chiesto che al campionato venisse messo un termine, proprio in virtù di un'emergenza sanitaria le cui ripercussioni ne stanno mettendo in discussione il regolare svolgimento.

Renzetti: 'Lega sotto pressione'

«A lato pratico - commenta il presidente bianconero Angelo Renzetti - si potrebbero forse evitare le partite di Coppa Svizzera che sono ormai senza scopo, e recuperare le partite dello Zurigo in quelle date, altrimenti non vedo altre soluzioni. L'interruzione del campionato - rilancia Renzetti - è un'eventualità, certo, perché se emergessero altri casi di positività in altre squadre, non ci staremmo più dentro, con i tempi. Il calendario verrebbe annullato, lo dice il calendario. Non riuscire a portarlo a termine significa decretarne l'annullamento. C'è chi tira in ballo il numero delle partite minimo, 25, 27, 30... Per una volta, però, facciamo valere il regolamento. 

Il Lugano ha fatto altre rivendicazioni, in Lega, per ribadire la propria posizione? «No, non in questo momento, anche perché con la Lega è difficile avere un dialogo. Il problema è che di queste cose si sono accorti all'ultimo istante, con i buoi ormai fuori dalla stalla. E intanto le conseguenze gravano sui club. Swiss Football League ha dimostrato tutta la sua debolezza».

Per domani dobbiamo attenderci una decisione forte? «No, non credo. Ritengo che faranno di tutto per portare a termine questa stagione, anche perché subiscono pressioni molto forti, dalle televisioni, dal Blick, dalle società che sono rappresentate in Lega, come il San Gallo (in lotta per il titolo), lo stesso Zurigo. È anche per tutte queste questioni che avevamo chiesto di riformare il campionato, aumentando a dodici il numero delle squadre, accontentando un po' tutti. Invece ora regna il disequilibrio. È un vero peccato, abbiamo perso un'occasione di fare qualcosa per un calcio che in questa situazione molto particolare ha comunque ritrovato un po' di slancio. È un campionato adrenalinico, con partite ravvicinate, ogni tre giorni, che prevedono il coinvolgimento di tutta la rosa, per fare fronte agli impegni e agli inevitabili infortuni. Si vedono giocare gli avversari il giorno prima, o il giorno dopo, si trepida per i risultati delle altre. Sono situazioni nuove che hanno dato una sferzata d'energia a tutte le parti in causa, dai giocatori agli staff, fino ai dirigenti».

«Sapevo che la ripartenza sarebbe stata legata a un filo - ha sottolineato il patron del Neuchâtel Xamax (i cui membri dello staff sottoposti al tampone sono tutti risultati negativi) Jean-François Collet, che è anche il vicepresidente della Lega. È un ingranaggio fragile, è bastato che un solo granello di sabbia...».

Già, un granello di sabbia. Ma c'è chi aveva messo in guardia, ammonito, avvisato. È solo che per sostenere i costi della stagione, era necessario ripartire. Lo si è fatto. Ora però che è emerso un grave problema, lo si risolva. Magari con la stessa fermezza e rapidità con cui sono stati zittiti chi propugnava la fine del campionato in tempi non sospetti e chi invocava celeri riforme (aumento a 12 squadre) approfittando della straordinarietà del momento.

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