Calcio

Un calcio al lavoro a causa della moglie

Il giocatore serbo Aleksandar Katai licenziato dai Los Angeles Galaxy, il club per cui giocava, dopo i propositi violenti e razzisti della sua compagna

Keystone
5 giugno 2020
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Su internet, passando per il suo account su Instagram, aveva scritto in serbo che avrebbero dovuto «ucciderle», definendo «bestie disgustose» le persone che avevano manifestato in quest'ultimi giorni negli States per la morte di George Floyd. E non è bastato che Aleksandar Katai, suo marito, rinnegasse personalmente sul proprio account Instagram i propositi violenti e razzisti della moglie, Tea: il ventinovenne centrocampista serbo in forza alla squadra calcistica di Los Angeles è stato comunque licenziato in tronco dalla società per cui giocava, i Galaxy appunto. I cui vertici avevano sin da subito condannato il post firmato da Tea Katai, chiedendone l'immediata rimozione. «I Los Angeles Galaxy si oppongono fermamente al razzismo di qualsiasi tipo, compreso quello che suggerisce violenza o cerca di sminuire gli sforzi di coloro che perseguono l'uguaglianza razziale» scrive in un comunicato il club californiano, aggiungendo di schierarsi con «le comunità di colore, soprattutto la comunità nera, nelle proteste e nella lotta contro il razzismo sistemico, disuguaglianza sociale, bigottismo e violenza».

Arrivato a Los Angeles lo scorso dicembre dopo aver già vissuto due stagioni nel campionato calcistico statunitense, con i Chicago Fire, Katai in carriera vanta anche nove presenze con la nazionale serba, di cui tre in occasione degli incontri di qualificazione all'Europeo 2020.

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