Calcio

Jorge Valdano e quel Messi che 'non dimentica le origini'

L'ex-nazionale argentino scrive della stella del Barcellona paragonata dall'Équipe a Che Guevara per aver guidato il taglio degli stipendi dei blaugrana.

5 aprile 2020
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"Il calcio è, forse, l'unica cosa che i poveri hanno strappato ai ricchi. Il gioco è nato, è stato regolamentato e organizzato come una competizione tra università inglesi per l'intrattenimento dell'élite. Ma la rivoluzione industriale ha visto nel calcio un'opportunità per organizzare il tempo libero della classe operaia. La sua diffusione è stata inarrestabile e al professionismo non è arrivato nessun calciatore che fosse un padrone, un signorotto. I calciatori sono sempre venuti dal basso, dove la lotta per la vita è divertente su qualunque campo sia possibile lanciare una palla e dove la povertà, grazie al calcio, si può permettere un sogno di prosperità".

Jorge Valdano, nella sua rubrica settimanale su El Pais "Il gioco infinito" riflette sulla figura del calciatore all'epoca del coronavirus e a suo modo 'bacchetta' L'Equipe che la scorsa settimana ha paragonato Leo Messi come novello Che Guevara per la sua posizione nella trattativa con il Barcellona per il taglio degli stipendi. Valdano ha sottolineato che oggi i calciatori "sono cittadini privilegiati che, quando la società lo richiede, non dimenticano le loro origini e si comportano come cittadini impegnati", Messi in testa.

"Il gioco si è diffuso alle classi medie e il business è cresciuto al punto che ci sono giocatori milionari prima di meritarlo - scrive il campione del mondo di Messico '86 - Ma da qui ad accusarli, sempre più spesso, di essere ambiziosi e poco solidali, come se fossero responsabili di tutte le ingiustizie sociali, c'è un abisso. Lo stesso abisso esiste quando si trasforma Messi in Che Guevara perché ha accettato, come capitano, una riduzione dell'ingaggio e "un taglio aggiuntivo affinché i dipendenti non professionisti ricevano il 100% del loro stipendio'".

"La risposta dell'Équipe all'accordo - sottolinea Valdano - è stata quella di mascherare Leo da Che Guevara, nel tentativo di trasferire l'eroe dello sport nella sfera sociale. Il prestigio del giornale francese non lo salva dal gusto moderno per l'esagerazione e ci pone davanti a un nuovo esempio del continuo viaggio pendolare dei giocatori. Siamo abituati al fatto che un giorno siano buoni e un altro cattivi; un giorno generosi e l'altro pigri; ora dobbiamo abituarci al fatto che un giorno sono avidi e l'altro sono rivoluzionari. La realtà è che sono cittadini privilegiati che, quando la società lo richiede, non dimenticano le loro origini e si comportano come cittadini impegnati".

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