Calcio

Il Thun di Rapp sogna la riscossa nel ritorno

I bernesi, fanalino di coda al termine dell'andata, affilano le armi in Patria. Il 27enne di Cugnasco: 'Devo essere più concreto sotto porta'

Keystone
11 gennaio 2020
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Spagna, Turchia, Portogallo e Svizzera. Non si tratta di un girone dei prossimi Europei, bensì delle nazioni in cui le formazioni di Super League stanno preparando la seconda parte di stagione. E se ad esempio il Lugano è uno dei cinque club che hanno scelto di “svernare” sulla penisola iberica, il Thun come il Neuchâtel non svolgerà alcun campo di allenamento all’estero. Ma non è certo una novità per Simone Rapp e compagni. E secondo l’attaccante ticinese in prestito ai bernesi, nemmeno uno svantaggio.
«L’ultima volta che la società ha organizzato un ritiro invernale è stata nel mio primo anno qui a Thun – racconta il 27enne di Cugnasco riferendosi alla stagione 2015/2016 –. Non so se sia unicamente una questione economica, la prima volta è stata motivata così e poi non se ne è più parlato, anche perché nessuno si lamenta. Non penso infatti che sia penalizzante non svolgere un ritiro all’estero, anzi. A Thun abbiamo la fortuna di disporre di un terreno sintetico che non patisce le intemperie e oltretutto le condizioni meteo per ora sono state molto favorevoli, tanto che siamo riusciti ad allenarci alla grande senza difficoltà. Inoltre la pausa quest’anno è più corta del solito (di una settimana rispetto allo scorso campionato, ndr), per cui tanto vale risparmiarsi, anche a livello economico, un viaggio all’estero e allenarsi nel clima che troveremo alla ripartenza del campionato. E poi spesso nevica in febbraio, per cui la neve rischiano di “beccarsela” comunque tutti».
Ai benefici sportivi spesso quando si parla di campi di allenamento si affiancano quelli legati al cementare il gruppo... «Può essere, ma non bisogna nemmeno fare gli ipocriti, in particolare nel nostro caso: quando non vinci e vai male come noi, l’ambiente non può essere buono. Questo non significa che non si va d’accordo o che non si sorride mai, ma la tensione c’è, non si può nascondere. E in una situazione del genere, forse è meglio non passare 24 ore su 24 assieme in ritiro – dove tra l’altro spesso i rapporti che si consolidano sono solo quelli già esistenti –, ma poter staccare tra un allenamento e l’altro concentrandosi solo sul lavoro sul campo, che in fondo è l’unica cosa che conta».
Ed è sul terreno che i bernesi dovranno andare a cercare una salvezza messa in pericolo da un girone d’andata a dir poco disastroso, nel quale hanno raccolto la miseria di 9 punti in 18 partite... «Evidentemente la brutta andata condizionerà anche il nostro ritorno a livello di punti in classifica, ma per il resto dobbiamo dimenticarcene completamente, lasciarci alle spalle la frustrazione accumulata e ripartire da zero, ragionando come se fossimo in lotta per il titolo. In fondo, abbiamo un campionato da vincere, il nostro, che significa agguantare l’ottavo posto e la salvezza. Ci serve una bella rimonta visto che partiamo da -9 rispetto al Lucerna (8°, mentre 5 punti più su rispetto ai bernesi c’è lo Xamax, ndr), ma non è impossibile e dobbiamo crederci. Il 2020 lo abbiamo iniziato vincendo (2-0 in amichevole con il Grasshopper, ndr), speriamo sia di buon auspicio».
Il riscatto di squadra passa anche da quello personale per l’ex giocatore di Team Ticino, Locarno, Basilea (U21), Wohlen e San Gallo, che da luglio in campionato ha giocato tanto (17 presenze per un totale di 1’288 minuti) segnando però poco (3 centri sui 16 della sua squadra, peggior attacco della Super League)... «Non mi nascondo, di occasioni per segnare ne ho avute molte di più di quelle che ci si potrebbe aspettare giocando in una squadra che ha fatto così male, tanto che se ne avessi trasformate la metà, avrei all’attivo almeno 8 o 9 gol. Nel ritorno dovrò cercare di essere più concreto sotto porta, anche perché molto probabilmente la squadra proverà a essere più compatta e a prendere meno gol, di conseguenza noi attaccanti rischiamo di avere molte meno opportunità per segnare. Ma come detto dovremo sfruttarle, se vorremo avere delle possibilità di salvarci».
Allo stato attuale, sarebbero proprio il club attuale di Rapp (che ha un’opzione per acquistarlo a giugno, una volta scaduto il prestito) e quello che detiene il suo cartellino (contratto valido fino al 2021) a scambiarsi il posto tra Super e Challenge League. Non è però nemmeno da escludere la possibilità che le due formazioni si affrontino nello spareggio di promozione/retrocessione... «Di retrocessione diretta ne ho già vissuta una e mi basta (con gli stessi vodesi nel 2018, ndr), per cui sarebbe comunque meglio giocarsela allo spareggio, ma eviterei volentieri di ritrovarmi in quella situazione. L’ideale sarebbe che noi arrivassimo almeno ottavi e che il Losanna venisse promosso. In ogni caso è inutile pensarci adesso, anche perché la sostanza non cambia: sono un giocatore del Thun e facendo del bene a questa società con le mie prestazioni, lo farei anche a me stesso, a prescindere da cosa succederà a giugno».

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