Calcio

Il Lugano ci crede ancora? Lovric: 'Assolutamente sì'

Stasera a San Gallo la squadra di Jacobacci affronta il Copenaghen, e conta solo il successo. 'Abbiamo già dimostrato sul campo che il divario è minimo'

28 novembre 2019
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È tornato il sorriso a Sandi Lovric. E la determinazione di dimostrare tutto il suo valore, cosa che non è ancora riuscito appieno a fare a Lugano. Il centrocampista classe 1998, titolare fisso della Nazionale austriaca U21, ad oggi è sceso in campo con i bianconeri in 14 partite ufficiali tra campionato, Europa League e Coppa Svizzera, con diversi minutaggi. Solo due volte però è rimasto sul terreno da gioco per tutti i 90 minuti (con il Concordia nella coppa nazionale e nella partita a Malmö in quella europea). Una statistica che il 21enne spera di poter migliorare in queste ultime gare del 2019 (dopo il match di oggi e prima della pausa invernale i bianconeri affronteranno­ nell’ordine Servette, Xamax, Dinamo Kiev e Young Boys) trovando maggior spazio. Come d’altronde fatto dall’arrivo di Maurizio Jacobacci, che lo ha sempre schierato titolare in campionato e domenica a Thun lo ha fatto giocare in posizione più avanzata (per 77 minuti). E i risultati si sono visti.
«Appena arrivato in Svizzera ho avuto problemi fisici e questo sicuramente non mi ha aiutato a propormi subito al meglio, ma adesso per fortuna mi sento molto bene – le parole di Lovric –. Nelle ultime partite ho ritrovato il campo con una certa regolarità. È indifferente se gioco più offensivo o con maggiori compiti difensivi, l’importante è che la mia prestazione ripaghi la fiducia che ricevo dal mister».

Rimpiangi la scelta di venire a Lugano? «Non ho mai avuto dubbi sulla mia decisione di venire a giocare in Svizzera, volevo fortemente giocarmi la possibilità di disputare un campionato estero. È chiaro che quando si è abituati a muoversi in ambienti conosciuti, ritrovarsi da solo in un Paese nuovo con usi, costumi e pure una lingua diversi, così come giocare in un campionato differente, non è evidente, ci vuole un attimo d’ambientamento. Non nascondo che pensavo a un inserimento meno problematico, ma ora va molto meglio e tutto sommato è un’esperienza sicuramente molto utile per me».

‘Ci ho messo un po’ a adattarmi, ma non rimpiango la mia scelta’

Il calcio svizzero e quello austriaco sono molto diversi? «Diciamo che in Austria si gioca in maniera più fisica e atletica, in Svizzera per contro il livello tecnico è superiore e anche l’organizzazione di gioco è curata maggiormente».

In questa stagione il Lugano ha conosciuto fasi alterne, fino all’avvicendamento in panchina tra Fabio Celestini e Jacobacci. Con il primo, come detto, Lovric non aveva avuto molto spazio ma come spesso capita un cambio di allenatore rimescola completamente le carte... «Speriamo di andare avanti così, ci conto molto. Nel calcio gli allenatori vanno e vengono e ogni coach ha la sua filosofia di gioco. Noi abbiamo cercato di portare in campo quello che Celestini voleva, forse non ci siamo riusciti appieno, in ogni caso sono decisioni che bisogna accettare. Jacobacci ha portato una ventata di “aria nuova”, penso che la squadra ne aveva bisogno e un cambiamento c’è stato, sul campo ci muoviamo diversamente. Vedremo se i risultati saranno positivi».

La sfida con il Copenaghen è decisiva, credete ancora nella qualificazione? “Assolutamente sì. Nelle partite precedenti ho visto molto equilibrio. È chiaro che sulla carta siamo la squadra più debole, ma sul campo abbiamo dimostrato che il divario è minimo e faremo il possibile per portarci a casa i primi 3 punti. Penso che a livello individuale i danesi siano la squadra migliore del girone, ma le nostre probabilità sono intatte. Peccato come sempre di non poter giocare a Lugano, anche se per i danesi sarà una sorpresa ritrovarsi in uno stadio vuoto, cercheremo di approfittarne».

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