Calcio

Serenità e soldi, Angelo non ha fretta

Il Lugano è entrato in Europa dalla porta principale ma i contorni societari sono da definire: 'statu quo' con Renzetti o maggioranza a Novoselskiy?

27 maggio 2019
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Terzo posto con vista diretta sull’Europa, in tasca le chiavi del forziere con il tesoretto della partecipazione alla fase a gironi (tre milioni e spicci, tanta roba).Terzo posto con vista diretta sull’Europa, in tasca le chiavi del forziere con il tesoretto della partecipazione alla fase a gironi (tre milioni e spicci, tanta roba).Di che rendere memorabile la quarta stagione in Lega nazionale A del Lugano, la seconda che sfocia in un piazzamento a ridosso delle due grandim Young Boys e Basilea, a due anni dalla cavalcata firmata Tramezzani che si pensava irripetibile, che invece ha avuto un’incredibile replica, bella tanto quanto. Anzi, addirittura più bella, perché rocambolesca e  palpitante, complici gli intrecci legati alle altre partite di un torneo bello poiché folle.

Tra i primi a credere nell’impresa, è giusto ribadirlo, c’è Angelo Renzetti, il presidente che incarna la doppia  anima del tifoso appassionato e del dirigente avveduto. Si sbilanciò in tempi non sospetti parlando del Lugano più forte da quando è nella massima serie, di una squadra che vale l’Europa. Una profezia? Di certo, una visione molto ottimista, confortata però dai risultati che nel 2019 sono stati un crescendo continuo. Non di vittorie – il calcio di Celestini da spumeggiante quale è stato in passato si è fatto pragmatico e concreto, a giusta ragione – bensì di risultati utili ammonticchiati a beneficio di una classifica che dalla costanza di rendimento ha tratto grande giovamento. La solidità del pacchetto arretrato ha retto molto bene il confronto con la qualità e la classe pura degli interpreti del fronte avanzato, per un equilibrio di squadra davvero ben riuscito, sul quale Fabio Celestini ha costruito le fortune di un anno solare 2019 che ha visto la risalita dall’ottava alla terza posizione. Senza strappi, per gradi, ma con una regolarità pagante che è  merce rara. Si pensi alle rivali dirette, tutte – chi più, chi meno – tutte sull’otto volante che dà tanto quanto toglie, in termini di soddisfazioni e delusioni.

Sul piano sportivo, è stato tagliato con successo il traguardo più ambito, il massimo cui si potesse aspirare, tenuto conto della disponibilità economica di una proprietà che fa capo a una sole persona, i cui mezzi non sono infiniti. Sul piano societario, si registra l’ottimismo di Leonid Novoselskiy circa l’esito felice di una trattativa di acquisizione del pacchetto di maggioranza del club con l’aiuto di un finanziatore che consolidi una base destinata a reggere le sorti del club per almeno un quinquennio; d’altra parte, però,  si fa largo l’ipotesi che prevede la rinuncia (per ora) da parte dell’imprenditore russo, che lascerebbe così l’Fc Lugano nelle mani di Angelo Renzetti, senza modificare quindi l’assetto societario di un club che però riparte forte dei milioni dell’Europa League e, molto probabilmente, del gruzzoletto che entrerà nelle casse grazie alla partenza di qualche pedina con un mercato importante, il bomber Junior su tutti.

Quello delle cessioni illustri è il dazio da pagare, vuoi alle ristrettezze economiche, vuoi alla necessità di guardare oltre, per una gestione che deve per forza basarsi anche sulle uscite di calciatori importanti, per continuare a essere sostenibile negli anni a venire.Il cui peso, appunto, dovrebbe restare sulle spalle di Renzetti, il quale si è detto pronto a governare ancora da solo, pur rinnovando l’appello all’entrata in società di soci o sostenitori che ne possano supportare gli sforzi, Purché ne condividano la passione e l’attaccamento alla causa. I tempi di un coinvolgimento in prima squadra forse non sono ancora maturi, ma è un rinvio, non una chiusura, proprio perché sembrano esserci i presupposti per una collaborazione che si estenda anche ai “pro”, dopo le prove generali con il settore giovanile.Un passo alla volta. Il Lugano sabato ne ha fatto uno storico, il secondo in pochi mesi, denotando una qualità non comune, la capacità di confermarsi ad altissimi livelli.Ma Renzetti sa bene che per compierne altri, qualcosa a livello di proprietà dovrà pur cambiare, a medio termine. Forse non è per oggi, perché il cuscinetto dell’Europa è morbido, e offre una dilazione a termini che sembravano scaduti, o quasi. Ma sarà senza dubbio per domani, che già incombe...

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