Calcio

Carlo Manicone: 'Sono pronto a dire la mia'

Il giovane bianconero si appresta a disputare il girone di ritorno in forza al Chiasso: 'È la soluzione giusta, ho bisogno di minuti in campo'

Ti-Press/Golay
31 gennaio 2019
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Lo scorso 19 maggio debuttò in Super League, a Cornaredo contro lo Zurigo, nel match di commiato dalla stagione 2017/18: dodici minuti per assaporare la gioia dell’esordio in prima squadra, prima del grave infortunio al ginocchio che lo ha tenuto lontano a lungo da quel campo che contava di calcare con continuità.
Ne seguirono attimi di comprensibile sconforto che però Carlo Manicone – figlio d’arte con papà Antonio ex calciatore di alto livello pronto a dispensare consigli e ad indicare la via – ha presto superato, trasformando la delusione in carica. Ha reagito. «All’infortunio ho pensato solo per qualche giorno, poi l’attenzione l’ho messa sul recupero. Non sono uno che pensa ai motivi per cui è successo, o si perde in recriminazioni. Quello che mi è accaduto fa parte del calcio. Si spera sempre che non accada nulla, ma la probabilità c’è. Ho affrontato l’infortunio con serenità, l’ho presa come una sfida personale. Non avevo mai affrontato niente del genere, volevo vedere come ne sarei uscito. Subire un’operazione ti mette alla prova e ti rafforza il carattere. Mi è servito, come calciatore e come persona. Non sono mai stato solo, perché la mia famiglia mi è sempre stata vicina, ma è stata soprattutto una sfida contro me stesso, e ne sono uscito bene».

L’inizio della preparazione con il Lugano, dopo sette mesi... «Ho iniziato al cento per cento in gennaio. Mi sento bene, ma la condizione migliore tornerà solo giocando. Sono sereno, il ginocchio risponde bene alle sollecitazioni e al lavoro che sto svolgendo, anche su campi duri e piuttosto esigenti. Sensazioni e risposte sono positive. Mi sento bene, anche se so che posso stare meglio».

Scelta condivisa

La scelta di andare a Chiasso è dello stesso Carlo, anche se condivisa con il Lugano. «Durante il ritiro spagnolo con i bianconeri mi sono accorto di avere bisogno di più spazio. Da sette mesi non giocavo, avevo bisogno di trovare minuti. Con mio fratello Tommaso che mi segue, e d’accordo con la società, abbiamo optato per quella che considero la soluzione migliore, una realtà che già conosco e che è vicina a casa. Non ha posto alcun problema di ambientamento».
Impatto con la realtà rossoblù. «Molto positivo. Ho trovato un gruppo con giocatori giovani desiderosi di lavorare e di imparare. Vedo il futuro in modo positivo. L’obiettivo è la salvezza: attraverso il lavoro quotidiano, nostro e dello staff, lo possiamo centrare, ne abbiamo le potenzialità».
Posto che la forma migliorerà giocando, pensa di poter essere utile al Chiasso già sabato contro lo Sciaffusa, se Manzo dovesse decidere di schierarla tra i titolari? «Se dovesse decidere di mandarmi in campo, sarei pronto a dire la mia. Mi sento

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