Calcio

Svizzera delle meraviglie

Tripletta di Seferovic, rigore di Rodriguez e Elvedi: la ‘Nati’ cancella un avvio da incubo (da 0-2 al 17’ a 5-2) e si prende la Final Four. Finalmente grandi.

Keystone
19 novembre 2018
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Lucerna – E venne il giorno in cui la Svizzera si scoprì finalmente grande, ma grande per davvero. Non solo bella, come ha saputo essere in alcune circostanze, spesso vicina all’obiettivo, ma mai in grado di superarsi.

Quel giorno è una domenica di festa a Lucerna, teatro di una delle imprese più belle – dai contorni epici – della storia recente di una Nazionale entrata dalla porta principale – a suon di reti – in quella che la Nations League propone in giugno quale Final Four, privilegio per un poker di squadre completato da Portogallo, Inghilterra e da una tra Olanda e Francia, culmine di un torneo che i rossocrociati hanno chiuso regalandosi un autentico trionfo.

I contorni epici di un’impresa storica, di quelle che riconciliano con il calcio di una squadra sovente scivolata sul più bello, sono disegnati dallo svolgimento folle di una contesa iniziata come peggio non è possibile ma finita in trionfo per tutta la squadra, con un protagonista su tutti, Haris Seferovic, il quale con la sua tripletta ha riscattato tutta una serie di delusioni personali che in passato ne avevano fatto uno dei capri espiatori della fragilità della squadra di cui è il terminale offensivo.

Ma torniamo allo svolgimento dell’incontro, per ricordare che al 17’ la Svizzera era sotto 0-2, in bambola, imbarazzante in retrovia, a immagine di Elvedi, colpevole nelle due reti di Thorgan Hazard. Un passivo che sembrava una condanna definitiva, alla luce del pessimo avvio di una ‘Nati’ frastornata e schiaffeggiata a due riprese, costretta a segnare quattro reti senza più subirne per accadere alla fase finale. Uno scenario, quello della rimonta, che nessuno osava nemmeno accennare. Fino all’episodio che ha cambiato, anzi stravolto, l’inerzia della partita, il rigore trasformato da Rodriguez. La classica scintilla che ha fatto detonare una Svizzera travolgente, passata sui resti di un Belgio addormentatosi sugli allori di un doppio vantaggio cancellato definitivamente dalla doppietta di Seferovic ancor prima dell’intervallo.

Mica un fuoco di paglia, quella ventina di minuti folli, quasi da non credere. Un incendio, altro che, divampato sullo slancio di un vantaggio che la Svizzera non poteva permettersi di difendere, in quanto costretta a scavare tra sé e i Diavoli Rossi ormai fuori dalla partita due reti di scarto.

Segno del destino, l’operazione è riuscita grazie a Elvedi, terribile e colpevole in avvio di partita ma riscattatosi con il gol numero quattro.

A quel punto sì che si poteva anche pensare a gestire il risultato, ma perché non sfruttare cotanta grazia per renderlo memorabile? Poteva non essere Seferovic ad alzare al cielo il calice della gloria per brindare all’impresa? Tripletta, per la punta del Benfica, e meritata standing ovation al momento della sostituzione ordinata con grande senso del tempo da Petkovic.

Cinque a due, scritto per esteso, che fa più effetto, e Belgio letteralmente spazzato via. Sì, i Diavoli Rossi semifinalisti al Mondiale e numeri uno del ranking Fifa. Non nella formazione tipo, va detto, ma pur sempre una grande. Categoria alla quale finalmente, dopo tanti tentativi, si affaccia anche la Svizzera. Chiedendo spazio e trovando accoglienza. Scoprendosi a sua volta grande, non fosse che per una notte. Una notte magica, meravigliosa.

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