Calcio

Né gioco, né punti: che brutto inizio!

Nella prima uscita con Fabio Celestini in panchina il Lugano parte bene (vantaggio di Bottani) ma si scioglie al primo imprevisto e perde 2-1 con il Gc

Keystone
7 ottobre 2018
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Non è certo iniziata come avrebbe sperato Fabio Celestini (e il presidente Angelo Renzetti che l’ha voluto in panchina) l’avventura del tecnico vodese sulla panchina del Lugano, che nonostante l’immediato vantaggio in casa del Grasshopper ultimo in classifica è incappato nella quarta sconfitta stagionale. Per la sua prima uscita alla guida dei ticinesi il 42enne ha scelto la difesa a tre, dando un po’ più di libertà in fase offensiva a Sabbatini (più difensivi Covilo e Vécsei) e affiancando Bottani a Gerndt davanti. E l’inizio di partita dei bianconeri è stato all’insegna dell’aggressività e della voglia di far male all’avversario tanto decantate dall’allenatore vodese durante la settimana. Un’aggressività che ha pagato già al 6’, quando la pressione di Gerndt ha indotto all’errore l’estremo difensore zurighese, che ha letteralmente regalato il pallone allo svedese, bravo poi a resistere alla tentazione di calciare in porta e a servire il liberissimo Bottani, freddo nell’insaccare a porta praticamente sguarnita. Nemmeno il tempo di provare a gestire il vantaggio, che all’11’ i bianconeri hanno deciso di restituire il favore alle Cavallette: traversone di Jeffrén e testa dell’immancabile Covilo, che però nell’occasione ha infilato (imparabilmente) il portiere sbagliato. Una rete che ha frenato lo slancio dei ticinesi, poi arenatisi una decina di minuti più tardi, quando Yao ha atterrato in area Holzhauser e lo stesso giocatore ha trasformato il rigore, con Da Costa che ha toccato ma non bloccato il pallone.

La ripresa si è aperta come si erano chiusi gli ultimi dieci minuti della prima frazione, ossia con gli ospiti che hanno perlomeno provato a combinare qualcosa dalle parti di Lindner, ma senza andare oltre a un diagonale a lato di poco di Gerndt al 55’. Al 66’ l’episodio che avrebbe potuto chiudere la partita: Daprelà appoggia male per Sulmoni, che in ritardo non può fare altro che stendere l’avversario. Secondo rigore di giornata, stavolta però battuta da Sigurjónsson, che colpisce in pieno il palo alla destra di Da Costa. E sempre un montante è stato l’ultima emozione del match, colpito al 79’ da un Fazliu buttato nella mischia da Celestini assieme a Brlek e Crnigoj e che da posizione defilata è riuscito a concludere sfiorando il gol del pareggio.

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