Calcio

Celestini: 'Cercherò di far restare in tribuna Renzetti’

Il neo tecnico del Lugano è convinto di poter fare bene a Lugano e si dice pronto a “gestire” il presidente: 'Lo ascolterò, ma a decidere sarò io'

Subito al lavoro (Ti-Press/Putzu)
3 ottobre 2018
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«Avevo grande voglia di tornare ad allenare ed è un grande stimolo poterlo fare qui a Lugano, dove penso che avrò la possibilità di fare bene». È un Fabio Celestini molto motivato quello che si è presentato davanti alla stampa per la sua prima conferenza stampa da allenatore del Lugano.

«Anche il fatto di lavorare fuori dalla Svizzera romanda rappresenta una bella sfida per me, avevo voglia di provare qualcosa di nuovo – ha proseguito il 42enne vodese, che al mattino ha diretto il suo primo allenamento –. Ho visto grande disponibilità nei ragazzi, a me piace comunicare molto ed è quello che abbiamo fatto, ma non negli spogliatoi, in campo, perché è lì che bisogna fare il lavoro più importante».

Lavoro che è innanzitutto finalizzato alla sfida di domenica in casa del Grasshopper, mentre poi la pausa per gli impegni delle nazionali darà un po’ più di tempo all’ex tecnico del Losanna per trasmettere al gruppo le sue idee… «In tre o quattro giorni non posso ovviamente trasmettere tutto quello che vorrei alla squadra, ma ci sono dei punti cardine che cercherò di far passare da subito. Ad esempio quando abbiamo la palla dobbiamo voler attaccare la porta. Vedendo le mie squadre si parla molto di possesso palla, ma in realtà nel mio gioco sono più importanti le transizioni. In ogni caso la cosa fondamentale è lavorare tutti insieme. I giocatori sanno che stile di gioco voglio proporre e ho chiesto loro di seguirmi. Se lo faranno, potremo fare bene già domenica con il Grasshopper. Sarebbe importante partire con un risultato positivo».

A proposito di (ri)partire, come sottolinea Celestini, «quando c’è un cambio di allenatore tutto riparte da zero e questo permette magari a chi era meno coinvolto di ritrovare gli stimoli. Un giocatore ad esempio come Janko, potrebbe tornare importante. Innanzitutto dovrò cercare di capire cosa non funzionava, chiedergli se alla sua età ha ancora voglia di rimettersi in gioco, poi potrò lavorare con lui. Ma ho bisogno di sapere come stanno tutti i ragazzi, per poterli valorizzare e far funzionare bene il gruppo, che rimane la cosa più importante. Manca un bomber? Una delle caratteristiche delle mie squadre è sempre stata che segnavano in tanti. Giocatori come Sabbatini, Bottani, Junior sono in grado di farlo, ma la responsabilità è anche mia, sono l’allenatore e sta a me trovare le soluzioni».

A chi afferma che il suo carattere potrebbe scontrarsi con quello del presidente Renzetti, l’ex centrocampista della nazionale rossocrociata risponde: «Si dice che io abbia un carattere forte, ma penso che questa sia una qualità, non un difetto. Alain Joseph (l’ex presidente del Losanna, ndr) dice che non ascolto, ma non è vero, parlavamo spesso, poi certo se mi dite che il presidente deve fare la formazione, allora dico no, tanto vale avere un allenatore allora. Ma per discutere di calcio sono sempre stato disponibile e lo sarò anche con Renzetti. Cercherò di fare in modo che il presidente possa rimanere in tribuna con il sorriso».

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