CICLISMO

Giro di Lombardia, l’ultima passerella di Nibali e Valverde

Sabato pomeriggio a Como l’italiano e lo spagnolo metteranno fine a una carriera durata un ventennio. Pogacar alla caccia del bis

7 ottobre 2022
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Da una parte due volte il Giro d’Italia (2013, 2016), un Tour de France (2014), una Vuelta a España (2010), due Lombardia (2015, 2017) e una Sanremo (2018); dall’altra una Vuelta (2009), un Mondiale (2018), cinque volte la Freccia vallona e quattro la Liegi-Bastogne-Liegi. Su un fronte 54 successi complessivi, sull’altro addirittura 133. Quando sabato pomeriggio taglieranno il traguardo di Como, il ciclismo perderà un pezzo di storia degli ultimi vent’anni. La 116ª edizione della Classica delle foglie morte, il quinto Monumento stagionale, rappresenterà l’ultimo capitolo delle straordinarie carriere di due ciclisti capaci di lasciare la loro firma nell’albo d’oro della storia di questo sport: Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde. In un ciclismo che dalla pandemia in poi ha conosciuto un importante ricambio generazionale, l’italiano (38 anni) e lo spagnolo (42) hanno deciso di lasciare spazio ai giovani, dopo rispettivamente 18 e 21 stagioni da professionisti. Per quasi due decenni, Nibali e Valverde sono stati le figure di riferimento del ciclismo italiano, rispettivamente spagnolo e le loro innumerevoli vittorie li hanno resi tra i corridori più importanti della storia. Lo Squalo di Messina, ad esempio, è uno dei sette corridori capaci di vincere almeno una volta la classifica generale delle tre principali corse a tappe, così come l’Embatido (soprannome che gli fu affibbiato quando tra gli 11 e i 14 anni vinse 50 corse consecutive) è stato protagonista assoluto in tutte quelle di un giorno. Sì, perché al di là dei trionfi nella Doyenne o sul Mur de Huy, nel Mondiale, la corsa di un giorno più importante in assoluto, oltre al titolo iridato conquistato a Innsbruck (alla veneranda età di 38 anni) il muriciano vanta pure due argenti (Hamilton 2003 e Madrid 2005) e quattro bronzi, collezionati nel 2006 a Salisburgo e poi in bella sequenza dal 2012 al 2014 in Limburgo, in Toscana e a Ponferrada. Ed è riuscito a rimanere sulla breccia fino all’ultimo colpo di pedale, come dimostra il terzo posto conquistato mercoledì nella Tre valli varesine... «A volte mi dico che potrei ancora continuare, ma la decisione è stata presa e non torno più indietro – ha affermato –. Preferisco ritirarmi ora che sono ancora competitivo e lasciare un bel ricordo ai miei tifosi. So che il ciclismo mi mancherà, ma non mi dimenticherò mai della bicicletta».

Sia Nibali, che il Lombardia lo ha vinto, sia Valverde, tre volte secondo (2013, 2014, 2019), puntano a un’ultima giornata di gloria... «Io e Alejandro ci avviciniamo al Giro di Lombardia con il desiderio di lasciare il segno. Sappiamo che sarà difficile, ma vogliamo provarci», ha affermato Nibali. Non sarà però facile resistere per 253 km a una nuova generazione che non ha intenzione alcuna di concedere ai due "vecchietti" un ultimo giorno di gloria. La partenza verrà data da Bergamo e prima di giungere a Como i corridori dovranno superare il Forcellino di Bianzano (6,3 km al 5%), il Passo di Ganda (9,3 km al 7%), il Passo della Crocetta a Dossena (5,5 al 4,9%), la Forcella di Bura (18,8 al 2,5%) e il Colle di Berbenno (4,4 al 6,3%). A quel punto la corsa sarà a metà strada, ma la parte più impegnativa inizierà a 70 km dal traguardo: Madonna del Ghisallo (8,7 km con pendenze fino al 14%), San Fermo della Battaglia (2,7 km, punte del 10%), Civiglio (4,2 km al 9,7%) e ancora San Fermo della Battaglia porteranno i superstiti all’arrivo.

I favoriti? Su tutti Tadej Pogacar, campione uscente. Lo sloveno ritroverà sulla sua strada il danese Jonas Vingegaard dopo la battaglia al TdF. Occhio anche allo spagnolo Enric Mas. Senza dimenticare i francesi Bardet e Alaphilippe, lo sloveno Mohoric. Ma in riva al Lario, tutti gli occhi saranno puntati, un’ultima volta, su Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde.

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