CICLISMO

La sfida di Pogacar: ‘Io ci provo fino alla fine’

Nel giorno di riposo del Tour, con la carovana che perde altri pezzi, lo sloveno rilancia il duello con Vingegaard. ‘Farò di tutto per riavere la maglia’

‘Non temete, farò di tutto’
(Keystone)
18 luglio 2022
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«Farò di tutto per riprendermi la maglia gialla. Ci proverò, fino alla fine». Parola di Tadej Pogacar, che nel giorno di riposo del Tour, prima della tre giorni sui Pirenei, si mostra tutt’altro che rassegnato al dominio di Jonas Vingegaard, che per ora ha replicato colpo su colpo gli attacchi del fenomeno sloveno. «Devo cogliere tutte le opportunità e attaccare il prima possibile, su ogni salita – racconta Pogacar -. Attaccando da vicino, da lontano, proverò di tutto. Perché ho un notevole ritardo da recuperare». Il ritardo di Pogacar su Vingegaard, prima dei Pirenei, è di due minuti e 22 secondi, ma lo sloveno è sicuro che «ci saranno delle occasioni, in tre giorni possono succedere tante cose. Cominciamo tutti a stancarci, fisicamente e mentalmente, ma io sono molto motivato».

Tuttavia, non sarà per nulla facile riprendersi il primato: «Jonas (Vingegaard ndr) è l’uomo da battere, è super forte». Per farlo crollare, o almeno per metterlo in seria difficoltà, Pogacar potrebbe anche pensare a un’alleanza con la Ineos di Geraint Thomas, ma lo sloveno sembra tiepidino all’idea. «Non credo che ci sarà quest’accordo – risponde –. Infatti quelli della Ineos ritengono che il compito di attaccare spetti a me: loro penseranno soprattutto a mantenere il posto sul podio (infatti Thomas attualmente è terzo), quindi io farò la mia corsa». Lo stesso Thomas, però, vede la questione da una prospettiva diversa. «Se le circostanze della corsa lo consentono e ciò sarà redditizio per noi, ovviamente un’alleanza la faremo...».

Ciò che sembra chiaro, in ogni caso, è che Pogacar non deciderà di scommettere sulla cronometro di quaranta chilometri, sabato, tra Lacapaelle-Marival e Rocamadour. «No, non ci scommetto perché Jonas ha dimostrato di essere a suo agio in questa specialità – aggiunge –. Quindi il ritardo che ho nei suoi confronti devo recuperarlo prima». Il precedente, un anno fa, dice che Vingegaard chiuse con 25 secondi di vantaggio su Pogacar la cronometro di 30,8 km tra Libourne e Saint-Émilion. Logico, quindi, che il capitano della Uae Emirates decida di attaccare prima, non appena la strada ricomincerà a salire.

Se, invece, dovesse andar male, per Pogacar «non sarebbe la fine del mondo. In fondo il Tour l’ho già vinto due volte e sono arrivato secondo, con la maglia bianca del miglior giovane come bonus. Direi che non è male...».

Via anche Fuglsang. E ci sono due casi aperti

Intanto Pogacar è risultato negativo al test del tampone, a cui si è dovuto sottoporre come tutti gli altri corridori nel lunedì di riposo. Esito positivo invece nel caso di suoi due colleghi, di cui l’Uci non ha rivelato però i nomi: sono risultati entrambi positivi al Covid ma da asintomatici e una decisione sulla loro eventuale permanenza nel gruppo sarà presa nella prossime ore. L’unica cosa che dicono dall’Uci è che «non si tratta di due ciclisti che occupano le prime venti posizioni della corsa».

Si è invece ritirato Jakob Fuglsang, il vicecampione olimpico di Rio 2016, che ha riportato la frattura di una costola dopo essere rimasto coinvolto in una delle tante cadute durante la tappa di domenica, portata a termine nonostante il dolore ma con più di venti minuti di ritardo dai migliori.

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