salto con gli sci

‘Quattro Trampolini’, per Ammann è la 24esima. L’ultima

La Tournée che chiude il 2021 e apre il 2022 è una grande incompiuta per il fuoriclasse sangallese, quattro volte oro olimpico

27 dicembre 2021
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È l’atleta svizzero più titolato della storia dei “Quattro Trampolini”, ma non si può certo dire che tra Simon Ammann e la leggendaria Tournée sia mai veramente sbocciato l’amore. Piuttosto, sarebbe meglio parlare di grande incompiuta.

Il sangallese in carriera ha vinto tutto quanto era possibile vincere: quattro titoli olimpici, campione del mondo dal grande trampolino e nel volo, vincitore della Coppa del mondo 2009/10, 23 successi in Coppa del mondo. C’è però una falla, nel suo invidiabile palmarès: non ha mai vinto la Tournée dei Quattro Trampolini. Si è aggiudicato tre tappe di giornata, è salito altre tredici volte sul podio, ma il rapporto con il tradizionale evento a cavallo tra la fine di un anno e l’inizio di quello successivo resta tormentato.

Brillante già a 16 anni

Eppure le premesse sembravano interessanti: nel “Quattro Trampolini” debuttò a 16 anni, il lontano 29 dicembre 1997, la bellezza di 24 anni or sono. Quindicesimo a Oberstdorf, si qualificò immediatamente per i Giochi olimpici di Nagano. Poi però passò molto tempo prima di riuscire a lasciare un’altra traccia del suo passaggio: accadde nella stagione 2000/01, quando venne nuovamente invitato a partecipare. L’anno successivo fece breccia nell’élite mondiale della disciplina. Il suo sesto rango finale rappresentò il miglior risultato di un saltatore svizzero degli ultimi dieci anni. Due mesi dopo si laureò duplice campione olimpico a Salt Lake City. Un balzo nella notorietà, nel mondo dello sport e in una realtà mediatica che ne sdoganò l’immagine di Harry Potter degli sci, la figura alla quale è stato simpaticamente associato.

È però nel 2007 che il feeling con la Tournée toccò il suo apice: a Innsbruck e Bischofshofen salì per la prima volta sul podio, come terzo classificato. Gli mancarono 16,4 punti per una vittoria che gli sfuggì a causa del 18esimo posto al concorso di Garmisch, condizionato da forti e irregolari raffiche di vento. Il sangallese si dichiarò «strafelice», ma ancora non sapeva che non sarebbe mai riuscito a mettere le mani sul trofeo.

A vuoto anche all’apice della carriera

Nella stagione 2008/09, primo atleta svizzero dopo Walter Steiner e Andreas Küttel, vinse uno dei quattro concorsi, quello di Oberstdorf. Fu però l’austriaco Wolfgang Loitzl, trionfatore nelle altre tre tappe, a conquistare la Tournée, con un ampio margine sull’elvetico nella classifica finale. È negli anni successivi, tra il 2009 e il 2011, che sembrava che tutto fosse apparecchiato per un successo di Ammann, deciso a completare un palmarès già di tutto rispetto. In quegli anni era all’apice della carriera. Nel 2010 conquistò la generale di Coppa del mondo, mise al collo le medaglie d’oro olimpiche numero tre e quattro (seconda strepitosa doppietta a Vancouver dopo quella di Salt Lake City nel 2002) ma ancora una volta fu “respinto” dai Quattro Trampolini nonostante il successo di Garmisch con l’allora record del trampolino (143,5 metri). L’anno successivo giunse ancora una volta secondo, battuto dall’ennesimo austriaco, Thomas Morgenstern, di che dirsi «un po’ deluso», da parte di un atleta al quale stava iniziando a sorgere il sospetto che la Tournée gli fosse proprio preclusa.

Che rabbia nel 2014

L’ultima possibilità di finalmente spezzare l’incantesimo gli si presentò nel 2013/14, dopo un paio di passaggi a vuoto. Si presentò al via forte di due successi in Coppa del mondo ottenuti a Kuusamo (gli ultimi, a oggi): a Oberstdorf giunse primo, a Garmisch fu terzo, a Innsbruck secondo. Prima della tappa conclusiva di Bischofshofen era secondo, in classifica generale. Fu però battuto da un certo Thomas Diethart, il quale si presentò senza successi in carriera e dopo quella Tournée non vinse più niente. «Brucia – ammise Simon Ammann – ma non serbo rancore alla Tournée».

L’anno successivo segnò il capitolo più amaro e in assoluto più doloroso. A Bischofshofen gli spettatori trattennero il fiato quando videro Ammann cadere malamente nella seconda manche battendo con violenza il capo a terra: grave commozione cerebrale e contusioni al viso, fu la diagnosi, tutto sommato non così drammatica. In precedenza il sangallese aveva ottenuto a Garmisch e Innsbruck gli ultimi piazzamenti sul podio, ma da quella caduta non fu più lo stesso.

Ormai 40enne, Simon prenderà parte alla ultima Tournée della carriera. Il suo bilancio complessivo non potrà certo mutare sostanzialmente. Due volte secondo, due volte terzo, una volta quinto e sesto: risultati molto positivi, pur se non riescono a colmare l’unica falla in un palmarès altrimenti straordinario.

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