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‘Lo skater? Non è una scelta di ripiego’

La storia di uno sport che nel Sottoceneri va per la maggiore ed è uscito dall’ombra dell’hockey. Bersier: ‘Spero che un domani possa espandersi ovunque’

Christian Didier, del Sayaluca
(foto Schnider)
26 dicembre 2021
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Oltre trenta squadre suddivise nelle diverse leghe, per un totale di più di 2’600 tesserati in tutta la Svizzera. L’inline skater hockey, o semplicemente ‘skater’, è una realtà che negli ultimi tre decenni ha conosciuto una massiccia diffusione, affrancandosi sempre più dall’hockey e affermandosi come sport con una sua identità precisa. Anche il cantone ha assistito a questo ‘boom’, in particolare il Sottoceneri. «A un certo punto c’è stata come un’esplosione e sono state costruite diverse piste» racconta Andrea Bersier, trentacinquenne giocatore ticinese. «Io ho iniziato a 11-12 anni a Paradiso, abitando a Carabbia era la soluzione più comoda. Come tanti arrivavo dal mondo dell’hockey, che era lo sport dell’inverno, mentre in primavera ed estate, invece, si giocava a skater». Capitava anche che gli impegni si sovrapponessero… «Nel 2005 facevo parte della Nazionale juniores di inline e avrei dovuto partecipare agli Europei di Liverpool, ma a causa degli impegni con gli juniores élite del Lugano sono stato costretto a rinunciarvi. Poco male – aggiunge –, di Campionati d’Europa ne ho comunque disputati due da adulto, nel 2018 e nel 2019, vincendoli entrambi».

Andrea Bersier, del resto, vanta una lunga carriera tuttora in corso, che lo ha portato a disputare diverse stagioni con l’Hockey club Ceresio, e sette da tesserato del Sayaluca Lugano Cadempino. Società, quest’ultima, con cui si è laureato campione svizzero nel 2018 e di cui ha ricoperto a più riprese anche il ruolo di allenatore della prima e della seconda squadra, con cui ha di recente conquistato la promozione in B. «Malgrado la sconfitta nella finale playoff di Prima Lega, abbiamo comunque potuto fare il salto di categoria, siccome una squadra ha rinunciato e siamo ‘saliti’ noi. Certo, avremmo preferito ottenere il risultato sul campo, ma va bene lo stesso. Come ha suggerito il mio assistente, Pat Pfirter, ‘abbiamo avuto la ciliegina senza la torta’».

‘C’è chi lo sceglie sin da subito’

Come detto, oggi il movimento sta crescendo ed è meno legato rispetto al passato all’hockey. «Vedo diversi giovani che scelgono fin da piccoli di giocare a skater, e per loro non si tratta di un ripiego. Certo, c’è ancora chi intraprende questa strada più tardi, magari a 15-18 anni, trovando un proprio equilibrio tra ghiaccio e asfalto». A differenza dell’hockey, l’inline viene praticato a livello amatoriale anche nelle massime categorie, e questo, prosegue Bersier, «è uno degli aspetti positivi della disciplina. Ovvio, anche noi ci alleniamo ponendoci degli obiettivi e dei traguardi da raggiungere, ma non c’è la pressione del professionismo con la quale, in altri sport, i giocatori sono presto o tardi confrontati, a volte in maniera controproducente. Le persone che collaborano con le varie società di skater sono volontari e lo fanno unicamente per pura passione e per dare una mano. Questo è bello, e sano».

La popolarità dell’inline in Ticino è testimoniata dal numero di squadre iscritte nelle varie categorie. «Ogni campionato ha il suo sentitissimo derby: dalla rivalità di LNA tra Sayaluca e Malcantone, a quella di Seconda Lega tra Pregassona e Vedeggio, passando per Paradiso-Capolago di Prima Lega». Curiosamente, quasi tutte le compagini si trovano nel Sottoceneri... «Non ho una spiegazione. Semplicemente, quando questo sport ha iniziato a diffondersi le piste sono state costruite principalmente nel Luganese. Sicuramente c’è gente più esperta di me che potrà ricostruire meglio i fatti storicamente, ma spero comunque che un domani possa espandersi a tutte le latitudini». Mentre adesso, a livello svizzero, la maggioranza delle società si trova nella zona di Zurigo, nel Giura e a Bienne, città che vanta ben due squadre in LNA.

Da due anni a questa parte, come tutti il mondo dell’inline ha dovuto fare i conti con la pandemia, che ne ha limitato l’attività. «Siamo stati costretti a fermarci e questo fa male. Praticare regolarmente sport, in particolare in compagnia, è molto importante ed è qualcosa di cui tutti noi abbiamo bisogno, soprattutto dopo una lunga giornata di lavoro. Perdere questa routine, è stato strano; il campionato 2020 non è stato concluso, mentre nel 2021 è stata disputata solo la metà degli incontri...».

Facendo gli scongiuri per il futuro, pensando al Covid, lo skater ticinese può comunque nutrire parecchia fiducia. «Il nostro cantone ha un grande potenziale: vedo molti giovani dotati di talento, con grande voglia e mi auguro che un domani qualcuno di loro possa andare a rinforzare l’organico della Nazionale». Anche se ci saranno ancora dei passi da fare per far crescere il movimento: «Magari in futuro ci saranno più palazzetti dello sport e strutture che permetteranno di giocare al chiuso; in questo modo non saremo più condizionati dal meteo e ci si potrà allenare sempre, con qualsiasi tempo» conclude Bersier.

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