CICLISMO

Un anno senza bici per il tifoso che infastidì Fortunato

Il 33enne toscano aveva disturbato il bolognese nella tappa del Giro sul Monte Zoncolan: un anno senza sport, nonostante beneficenza e pubbliche scuse

Fortunato al traguardo, nonostante tutto (Keystone)
7 ottobre 2021
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Un anno senza stadio. O per meglio dire, trattandosi di ciclismo, un anno senza bici. È il destino che attende il tifoso colpito dal Daspo, misura prevista dalla legge italiana per impedire la violenza durante gli eventi sportivi, per aver messo a repentaglio sulle strade del Giro, il 22 maggio scorso, la fuga del bolognese dell’Eolo-Kometa Lorenzo Fortunato, il quale riuscì comunque a portare a termine il suo trionfo in cima al Monte Zoncolan. A poco più di un chilometro dall’arrivo, in una zona accessibile solo agli accreditati, un trentatreenne toscano, tra l’altro prenotatosi all’evento con una data di nascita imprecisa, si era avvicinato al ciclista appoggiandosi a lui con la spalla e poi spingendolo, classico comportamento non solo antisportivo, ma soprattutto pericoloso per la stabilità e l’incolumità del ciclista, che si era trovato costretto a scartare sulla destra per non cadere, il tutto senza perdere la concentrazione.

All’arrivo dei primi inseguitori di Fortunato, solo l’intervento di altri tifosi abusivamente arrivati fin lì aveva impedito all’uomo di ripetere la stessa scena. Al tifoso in questione, oltre al turbamento di competizione sportiva, è stato pure contestato il mancato rispetto della normativa anti-Covid, in quanto durante l’accaduto non indossava la mascherina. Chiamato a giustificarsi, l’uomo aveva ammesso le proprie responsabilità con tanto di pubbliche scuse, e dopo aver pagato le sanzioni ha lanciato una raccolta di fondi, per metà da lui stesso finanziata, destinati a un’organizzazione no-profit. Tutto ciò, non è però bastato a evitare un anno senza sport.

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