Basket

La Sam è sempre più squadra, il Lugano cerca la luce

In un campionato che di regolare ha ben poco e che non regge il paragone europeo, la Spinelli ha trovato una sua identità, i Tigers hanno bisogno di uno 'scorer'

Classifica bislacca quella della massima serie maschile, e non poteva essere altrimenti, con il Nyon che giocherà domani sera la sua terza gara e gli Starwings che ne hanno disputate ben sei. Basilesi che, in virtù di un punto per ogni sconfitta, si trovano a quota sei e a metà classifica nonostante non abbiano vinto una sola sfida. Ma allora non sarebbe meglio assegnare un punto per vittoria e stop, anziché fare calcoli astrusi per capire vinte e perse?

Vabbé, ognuno faccia del suo meglio e via andando, tanto il nostro basket è sempre più confrontato con una situazione che non permette alcuna regolarità, se non quella di gare per lo più arbitrate con una certa decenza. Ovviamente quando ci sono direttori di gara di peso, le cose vanno meglio rispetto ad altre partite per le quali sono presenti determinati arbitri solo per assenza di alternative, ma le differenze sono sostanziali. Non ci pare, escludendo il primo match tra Olympic e Massagno, che ci siano state nefandezze eclatanti. Meglio così.

Lo ha confermato pure il derby tra Sam e Lugano, anche perché a dirigerlo c’era il migliore, Clivaz, che si trova ad arbitrare l’Eurolega in settimana e il nostro "baskettuccio" nel weekend: due mondi molto, molto lontani. Ne sono la dimostrazione il confronto fra giocatori da mezzo milione di dollari all’anno con molti che da noi prendono il corrispettivo di 2'000 dollari più le spese. A meno di avere naso o fortuna sfacciata e pescare il jolly, vale a dire un potenziale "crack" nell’oceano di giocatori a disposizione negli Usa (ma non solo), le risultanze dal campo sono evidenti. Magari anche a causa di un difficile ambientamento, dato forse dalla grande differenza fra il gioco nei college, dove la zona impera ancora non poco, e quella del nostro pur limitato campionato (vedi Minnie), o perché la squadra non ti aiuta.

Però si è visto come a Massagno ci sia stata una forte crescita di Chukwu: la scorsa stagione era un mezzo disastro, non sapeva muoversi spalle a canestro, mani d’argilla, poca difesa in aiuto e scarsa sensibilità a rimbalzo. Con il paziente lavoro fatto in questi mesi, anche con l’aiuto di Slokar, il pivot è cresciuto molto e sa dare ottimi contributi alla squadra ai rimbalzi come in difesa, pur palesando ancora qualche difficoltà di movimento nel traffico sotto canestro. Ci piace anche sottolineare la crescita di Martino: 100% al tiro contro l’Olympic, 15 punti, 100% contro Lugano, 9 punti e tanta buona regia. Affiancato o no a Nottage il suo è un rendimento importante per l’economia del gioco di una squadra che è sempre più tale: la Spinelli ha un’identità, i cugini bianconeri cercano di trovarla e qualche passo in avanti lo si è visto. Ma occorre cambiare almeno uno dei due statunitensi: che senso ha avere degli stranieri che segnano né più né meno di un discreto svizzero? Il Lugano ha bisogno di uno che metta almeno 20 punti da fuori, altrimenti è troppo facile per le avversarie chiudere su Nikolic e Aw, senza preoccuparsi dal perimetro. Perché, con tutta la buona volontà dei singoli, non c’è nessuno capace di aprire con regolarità le difese. Ed è notte, spesso molto fonda.

I ragazzi di Gubitosa a caccia di conferme nel fortino del Boncourt

Due vittorie e due sconfitte, questo il ruolino di marcia del Boncourt che domani sera ospita la Spinelli: vittorie contro Starwings e Nyon, sconfitte contro Neuchâtel e Ginevra. La compagine giurassiana fa del suo campo un vero fortino e anche se l’assenza di pubblico determinerà meno impulsi ai giocatori, vincere a Boncourt non è mai facile. La squadra ha dei validi giocatori da quintetto, a cominciare da Cooper, con una media di oltre 21 punti a partita, ha in Jankovic un pivot capace di stare a dominare in mezzo all’area e in Calasan una vecchia volpe dei parquet che sa sempre come fare la cosa giusta, non per nulla è il migliore nella casella dell’efficienza con una media 21 di valutazione. Poi c’è Juraj Kozic che è sempre un bel giocatore, abitualmente in doppia cifra come i compagni elencati sopra. Un quintetto di tutto rispetto contro il quale la Sam dovrà prestare la massima attenzione.

«Dopo un primo tempo non esaltante, ho visto la squadra reagire e imporre il suo gioco – è stato il commento di Gubitosa al termine del match vinto con il Lugano –. Questo spirito ci deve sempre accompagnare su ogni campo, perché dobbiamo essere capaci di costruire une mentalità dominante».

La differenza fra le due formazioni la fa certamente la panchina perché Massagno ha dimostrato di poter schierare 9-10 giocatori senza che la sostanza cambi molto. Fondamentale è l’equilibrio nei quintetti in campo, ma in questo il coach dei ticinesi è facilitato dalla duttilità di molti giocatori a ricoprire più ruoli. Un aspetto che fa la differenza perché sono poche le squadre ad avere un simile potenziale. Mantenere l’imbattibilità sul terreno di Boncourt sarebbe un'ulteriore conferma di quanto espresso sinora.

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