Atletica

Ajla Del Ponte, sospesa tra il sogno e l'incertezza

La sprinter ticinese continua ad allenarsi in Olanda per dei Giochi di Tokyo sempre più discussi, tra molte difficoltà per l'emergenza sanitaria e il cuore in Ticino

21 marzo 2020
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È sospesa Ajla Del Ponte. Come sportiva, tra la voglia e la necessità di continuare a prepararsi per un’Olimpiade che il Comitato olimpico internazionale continua a dichiarare intoccabile (il via è sempre previsto a Tokyo il 24 luglio) e l’incertezza gettata sull’appuntamento a cinque cerchi dall’emergenza coronavirus, con tutte le complicazioni che ne derivano a livello di allenamenti. Come persona, tra la situazione che sta vivendo in Olanda e quanto invece accade in Ticino, dove c’è la sua famiglia.

«Sono qui da tre settimane, avrei dovuto tornare a casa lo scorso weekend ma la situazione attuale mi ha costretta a rimanere qui - ci spiega la 23enne di Bignasco da Arnhem, cittadina di circa 150’000 abitanti non lontana dal confine con la Germania dove si allena con l’ex tecnico della staffetta rossocrociata Laurent Meuwly -. Non tanto per la difficoltà nel viaggiare, mi sarei spostata in auto, ma perché in Ticino con le restrizioni in atto non mi sarei, giustamente, potuta allenare. Qui invece anche se proprio questa settimana hanno chiuso il Centro nazionale e di conseguenza abbiamo dovuto trovare soluzioni alternative (compreso il fatto di svolgere le sessioni a gruppi di tre per rispettare le distanze sociali), perlomeno ho il mio allenatore e posso ricevere immediati feedback, in particolare a livello tecnico. Per cui per ora ho deciso, seppur in maniera un po’ forzata, di non tornare in Svizzera».

Per ora, perché Swiss Olympics si è mossa per “aggirare” la situazione particolare decretata dal Consiglio federale e le conseguenti restrizioni (tra le altre la chiusura di tutti gli impianti sportivi, ndr) nel tentativo di offrire agli atleti elvetici qualificati per i Giochi olimpici la possibilità di continuare a preparasi in tutta sicurezza… «Negli scorsi giorni ci è stata comunicata la possibilità di poter andare ad allenarci in una sorta di isolamento nei Centri sportivi nazionali di Macolin (dove sono disponibili 250 posti) o Tenero (80). Avremmo a disposizione tutte le infrastrutture, ma dovremmo comunque pagarci il soggiorno e prima di entrare rimanere per cinque giorni in autoquarantena. Senza contare che per me sarebbe quasi una beffa visto che sarei a dieci minuti dalla mia famiglia ma non potrei comunque vederla, in quanto saremmo “reclusi” nel centro. E oltretutto non per forza avrei un allenatore, per cui sto ancora valutando il tutto e molto dipenderà anche dall’evoluzione della situazione qui in Olanda (vedi correlato, ndr)».

Ma ha ancora senso proseguire con gli allenamenti in queste condizioni e per un avvenimento - per il quale la sprinter ticinese è già qualificata con la 4x100 m elvetica, mentre sta ancora inseguendo il biglietto per i 100 m individuali - che molto probabilmente sarà rimandato, se non cancellato? «È una questione molto complicata. Il Cio continua a ribadire di continuare a farlo ma non è certo facile, anche perché le condizioni non sono uguali per tutti, c’è chi ha ancora a disposizione tutte le strutture come i giamaicani, chi invece deve arrangiarsi correndo ad esempio nel bosco e chi non può praticamente più farlo. Senza contare chi ancora deve qualificarsi e in questo senso io, seppur ancora non ho il limite (11”15 contro un personale di 11”21 nei 100 m, ndr), sono stata fortunata ad aver deciso di disputare la stagione indoor accumulando punti per il ranking mondiale, che potrebbe venir preso in considerazione come criterio di selezione (e nel quale attualmente Del Ponte occupa il 41esimo posto ed è di conseguenza ben piazzata considerando anche che la maggior parte di chi la precede ha già centrato il limite, ndr). In ogni caso in gioco c’è molto anche a livello finanziario, per cui più che un annullamento immagino che si tratterà piuttosto di uno spostamento di date, che sinceramente a questo punto appare inevitabile. Dal canto mio per quanto non sia evidente semplice, cerco di non pensarci più di tanto e ogni giorno mi alleno con questo obiettivo in testa, pronta ad accettare le decisioni che verranno prese. Qualsiasi esse siano, perché se è vero che mi sto preparando a questo evento da quattro anni e che sarebbe un duro colpo non poterlo vivere, d’altro canto la salute delle persone viene prima di tutto. E poi ho la fortuna di avere 23 anni, la mia carriera continuerà e avrò la possibilità di rifarmi».

La situazione in Olanda: ‘Anche qui il messaggio non passa’

Ajla Del Ponte ci racconta come si sta vivendo l’emergenza coronavirus nei Paesi Bassi… «Anche qui le scuole sono tutte chiuse, così come bar e ristoranti, ma l’impressione è che non ci si sia ancora ben resi conto di quello che sta succedendo e della gravità della situazione. Ieri ad esempio era bel tempo e in giro c’erano tantissime persone che passeggiavano come se nulla fosse. È vero che il numero di contagi (poco meno di 2’500, ndr) in percentuale è molto inferiore rispetto alla Svizzera (sui 4’000, ndr) in quanto qui c’è una popolazione più densa (circa 17 milioni di abitanti contro gli 8,5 del nostro Paese), però la situazione non è da prendere sottogamba, a maggior ragione avendo l’esempio di quanto sta capitando negli altri paesi. Purtroppo il messaggio non passa come dovrebbe e mi riferisco anche al Ticino e alla Svizzera. Troppo spesso le direttive non sono rispettate a dovere e questo è molto triste, perché non è una questione individuale ma collettiva, disobbedendo si mette a rischio anche la salute degli altri e il lavoro di tutti gli operatori sanitari che si fanno in quattro per salvare la vita alle persone».

Una situazione che evidentemente rende ancora più difficile stare lontano dalla famiglia, alla quale l’atleta dell’Us Ascona è molto legata… «Sì, non è per niente facile, ma è anche per proteggerli che per ora ho deciso di non tornare in Ticino».

Quanto alle sue giornate, quando non si allena una studentessa di Lettere non può che fare (soprattutto) una cosa… «Esco solo per fare la spesa e prendendo tutto le precauzioni del caso, il resto del tempo lo passo in casa e mi porto avanti con le mie letture: in questo momento ho tra le mani “L’idiota” di Dostoevskij, ma ne approfitto anche, nonostante per questo semestre sia in congedo dall’Università, per rimanere attiva sul fronte dello studio».

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