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Quando i caprioli mettono le ali

Sportiva d’eccezione (scialpinista, mountain biker, trail runner), Paola Pervangher spiega come ha conciliato le sue passioni con la nascita del figlio Matteo

4 gennaio 2020
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Paola Pervangher, classe 1981, scialpinista, mountain biker, trail runner e mamma. Sportiva, con la “S” maiuscola, Paola dà del tu a gare come la Patrouille des Glaciers, il Trofeo Mezzalama, il Sellaronda, quest’ultima sia nella sua versione per mountain bike, sia in quella sugli sci e nella quale, assieme a suo marito Mirco, è arrivata quarta nel 2018. Tre allenamenti in palestra a settimana e tre o quattro uscite sulle pelli: «Prima di partorire mi allenavo di più e facevo spesso anche doppi allenamenti – racconta –. Dopo la nascita di Matteo sei mesi fa, ho optato per allenamenti più mirati e credo più efficaci».
Nessun conflitto d’interessi quindi fra sport e gravidanza o fra sport e figli? «Direi proprio di no, ho continuato ad allenarmi anche in gravidanza. Sia in palestra, facendo crossfit, sia sulla neve. Addirittura fino al giorno prima della nascita di mio figlio. Certo ero più pesante, ma non ho vissuto la gravidanza come un limite. A dire il vero non mi sono resa conto di grandi differenze a livello fisico. Il mio medico ha detto di ascoltare il mio corpo ed è quello che ho fatto e che faccio tuttora».
Fra le giovani sportive due figure hanno ispirato e stimolato Paola Pervangher: Emelie Forsberg, moglie di Kilian Jornet, la scialpinista e trail runner indubbiamente più popolare, e la scialpinista italiana Katia Tomatis. «Anche loro erano incinte quando lo sono stata io, e vedere che per nulla avessero rinunciato allo sport, mi ha spronato ad andare avanti e a vivere la mia gravidanza conformemente alla mia natura».
In effetti Paola si descrive come «una che non sta mai ferma». Sportiva da sempre, il contatto con la natura per lei è vitale. Basti pensare che una settimana dopo il parto era già in sella alla mountain bike. Del resto vive a Prato Leventina: con le montagne fuori dalla porta di casa è impossibile non mettere gli sci ai piedi o partire per lunghe passeggiate. «Dopo la nascita di Matteo mi sono chiesta se fosse opportuno o no continuare a fare sport come lo praticavo prima. Alcune cose le faccio assieme a lui. Lo porto in palestra, per esempio, faccio yoga con Matteo, così come insieme facciamo due passeggiate al giorno. Tuttavia ho pensato che forse non sarei stata una buona madre se avessi lasciato mio figlio alla nonna per salire con le pelli su una montagna. La levatrice mi ha subito tranquillizzata dicendomi che comunque sarebbe stato impossibile mettere un guinzaglio a un capriolo! Grazie al suo sostegno e alla presenza costante di mio marito e dei miei familiari, ho superato i dubbi riguardo alla mia idoneità come madre. Sono fortunata, perché ritengo che per una neomamma sia fondamentale la presenza di persone che la capiscano e la sostengano. Ho famigliari che mi aiutano e un marito che è sportivo come me e quindi capisce le mie esigenze. Questo mi ha aiutata molto. Confesso che all’inizio non è stato facile. Ero fuori, ma la mia testa era a casa, e rientravo prima dall’allenamento per assicurarmi che andasse tutto bene, che Matteo non avesse bisogno di me. Poi sono riuscita a superare questo senso di colpa e a trovare un equilibrio, a prendere del tempo per me e per lo sport che amo».
E il recupero fisico dopo il parto? Paola sorride: «Il cervello ha subito fatto click: dopo il parto tutto era tornato come prima, non ha registrato cambiamenti. Salvo forse fare un po’ più attenzione prima di scendere a tutta velocità da una gola o da un pendio ripido. Prima nemmeno mi sfiorava un solo pensiero, adesso, magari inconsciamente, faccio i conti col fatto che a casa mi aspetta una creatura e quindi presto maggiore attenzione. Se la testa è subito stata pronta a ripartire alla grande, il fisico ci ha messo di più a ingranare. Per recuperare buone sensazioni durante lo sforzo ho dovuto aspettare qualche settimana. Ora che sono passati sei mesi ritengo di essere tornata in forma. Anzi, mio marito dice che sono migliorata».
Il capriolo dunque ha messo le ali e in previsione ci sono gare importanti, come la Patrouille des Glaciers, in aprile, che disputerà in squadra con Katia Pellegrini e Silvia Pedrini e prima ancora, a marzo, il Sellaronda, in coppia con il marito Mirco.

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