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Acque libere, a nuoto verso la libertà (e via dalla Ddr)

Ripercorriamo la fuga dal regime socialista riuscita a Alex Mitbauer, ex campione che 50 anni fa nuotò in mare aperto per 25 chilometri

(Ti-Press)
20 maggio 2019
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'Ho dovuto rinunciare a tre edizioni delle Olimpiadi ma ho vinto la gara più importante della mia vita, la fuga da un regime totalitario, attraverso il nuoto e l’acqua, il mio elemento naturale'.

Sono trascorsi cinquant’anni dalla epica fuga di Alex Mitbauer, 69enne ex campione di nuoto della Ddr che – nuotando – ha attraversato una porzione del Mar Baltico per fuggire dal regime che ha sempre avversato, in direzione dell’agognata libertà. Il ricordo di un’impresa che ha fatto storia, la testimonianza di un 'traditore' – così è sempre stato considerato, anche molti anni dopo l'accaduto – che si è rifatto una vita dapprima nell'allora Germania federale, poi in Svizzera, dove opera ancora in veste di allenatore dello Swim Club Lucerna.

Mitbauer, abituato a conferenze e incontri nei quali è solito ricordare la sua storia ricca di aneddoti e spunti di riflessione, nelle scorse settimane è stato ospite degli allievi di quarta media della scuola Media 1 di Bellinzona e  di Locarno 1. I primi hanno seguito durante le lezioni di tedesco una preparazione specifica sulla Ddr e hanno letto gli articoli di giornale che riguardavano la sua storia. In aula magna hanno poi avuto la possibilità di porre delle domande a Mitbauer, per carpirne le emozioni a molti anni di distanza. A Locarno, invece, gli allievi hanno seguito un programma interdisciplinare un po' più ampio che ha coinvolto docenti di storia , geografia, italiano e tedesco.

 

MItbauer from laRegione on Vimeo.

Traduzione di domanda e risposta contenute nel breve filmato: 'Signor Mitbauer. Lei ha una bella storia, bella e tragica, da raccontare. È il racconto della sua fuga a nuoto dall'allora Ddr, 50 anni fa. Per quale motivo ha ancora voglia di raccontarla ai ragazzi ai quali ha fatto visita a Bellinzona e Locarno?'. 'Sono uno degli ultimi testimoni di quel tempo, desidero che i giovani sappiano come stavano le cose in quel periodo, come si viveva sotto quel regime. L'ho spiegato ai miei figli, e trovo giusto che tutti i ragazzi vengano istruiti e informati nel modo giusto, affinché emerga e venga tramandata solo e soltanto la verità”.

Rocambolesca, epica

«Trenta medaglie d’oro non servirebbero a nulla, se anche solo una di queste scappasse». Parole e concetto di Manfred Ewald, il temuto ministro degli sport e presidente del comitato olimpico dell’allora Repubblica Democratica di Germania (Ddr). Ambasciatori del regime dell’ex Germania dell’Est, gli sportivi d’élite. Ma anche prigionieri del loro statuto privilegiato. Eppure a una di quelle medaglie la fuga riuscì.

Rocambolesca, epica, e riuscì. Alex Mitbauer, ex nuotatore di livello mondiale, campione nazionale dei 400 stile libero, pretendente a una medaglia ai Giochi Olimpici di Città del Messico nel 1968 ai quali non potè però prendere parte, è stato uno degli oltre 600 sportivi della Ddr a fuggire dopo la costruzione del Muro di Berlino. Alle 7.14 del 18 agosto 1969 sul traghetto ‘Nordland’, in servizio tra la Scandinavia e la Germania, un passeggerò lo avvistò, appollaiato su una boa di segnalazione, sulla quale aveva trascorso la notte, dopo aver percorso 25 chilometri a nuoto per fuggire, in cerca della libertà. «Avevo vissuto quelle sensazioni centinaia di volte – ricorda Mitbauer riferendosi al momento in cui, su una spiaggia controllata, alla quale l’accesso di notte era vietato, si è tuffato nelle acque fredde del mar Baltico per nuotare in direzione della libertà –. Mi ricordavano gli attimi prima di una gara. All’inizio si è tesi, ma non appena si entra in acqua, il nervosismo sparisce».

L'intervista completa ad Alex Mitbauer corredata da ricordi, storia ed emozioni, domani nell'approfondimento su 'laRegione'.

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