NUOTO

‘Sì, gli svizzeri ce la possono fare’

Dieci anni dopo Flavia Rigamonti, Jérémy Desplanches guarda l’Europa dall’alto. E pensa già a Tokyo: ‘Sarà tutta un'altra storia, ma mi ci vedo in finale’

7 agosto 2018
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È un giorno memorabile, per Jérémy Desplanches. Che sognava sì il podio, nella 200 mista – la gara prediletta – ma forse non immaginava di mettere l’intera Europa ai suoi piedi. Con una facilità impressionante, oltretutto. Lasciandosi alle spalle il tedesco Philip Heintz (1’57’’83) e il britannico Max Lichtfield (1’57’’96), due avversari che sulla carta gli erano superiori. E che, invece, alla fine hanno dovuto arrendersi allo strapotere del ginevrino, che ferma i cronometri sul 1’57’’04, a soli 0’’18 dal primato rossocrociato. «Non sto più nella pelle ­– dice, quasi incredulo, il ventitreenne romando –. Avevo l’ambizione di conquistare una medaglia, non importa quale, e alla fine ci sono riuscito».
Grazie anche a un’ottima strategia di gara. «La terza corsia è ideale per riuscire a osservare cosa fanno gli altri. L’importante era partire forte, ma senza bruciarsi, per poi accelerare a rana e stringere infine i denti nella frazione finale a crawl».

Ciò che a Jérémy Desplanches è riuscito a dir poco benissimo. «Sapevo che per me questi Europei erano l’appuntamento con la ‘a’ maiuscola. Così l’ho preparato con puntiglio in questi ultimi mesi. E qui a Glasgow c’era tutto il mio entourage ad assistermi, cioè la mia famiglia e il mio allenatore (Fabrice Pellerin, ndr)».

Per un exploit che la Svizzera saluta con grande entusiasmo. Anche solo pensando al fatto che dall’ultimo titolo, quello vinto dalla nostra Flavia Rigamonti agli Europei di Eindhoven del 2008, a quello festeggiato da Jérémy Desplanches sono passati nientemeno che dieci anni. «Ho dimostrato che anche gli svizzeri possono lasciarsi tutti alle spalle in un appuntamento importante come questo – continua, entusiasta, il ginevrino –. E ho anche provato che si può riuscirvi crescendo a poco a poco. Non dico che dieci anni fa quando nuotavo fossi un ‘turista delle piscine’, ma senz’altro non pensavo di arrivare fin qui».

Per un titolo europeo che, idealmente, potrebbe essere solo il primo per Jérémy Desplanches. «L’obiettivo ultimo, naturalmente, sono i Giochi olimpici. Ma so benissimo che la differenza fra un Europeo e un’Olimpiade è davvero immensa. Così, fra due anni a Tokyo, so che dovrò far fronte a una concorrenza davvero estrema. Tuttavia in Giappone mi vedo in finale. E quando arrivi a quel punto, sai bene che tutto può accadere. Lo si è visto anche oggi (ieri, ndr). Certo che se penso che ai Giochi olimpici di Rio, due anni fa, ero soltanto un outsider...».

Ora il ginevrino guarda a giovedì, dove sarà in lizza nella 400 mista, gara che gli piace un po’ di meno, ma a cui si presenterà pur sempre con il terzo miglior tempo del lotto. «Spero di recuperare entro allora, anche se – ammette – ho il presentimento che non dormirò molto stanotte...».

La staffetta è da record

A Glasgow, però, fa festa anche la staffetta rossocrociata della 4x100 mista. Con Thierry Bollin, Yannick Käser, Svenia Stoffel e Maria Ugolkova che si piazzano al settimo posto in finale, ma dopo aver battuto a ben due riprese il primato nazionale. E non è un risultato di poco conto, visto che i quattro hanno letteralmente polverizzato di 3’’7 il crono nazionale di riferimento (3’499’’86), che resisteva ormai da tre stagioni.

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