Triathlon

L'Australia passa da Nyon

Mattone dopo mattone Sasha Caterina costruisce il suo futuro da atleta, puntando agli Svizzeri per un posto ai Mondiali

Ti-Press/Golay
28 luglio 2018
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«Il lavoro che si fa con Sasha Caterina è un lavoro di gruppo, in cui vengono convogliate le forze di più persone: da Adriano Engelhardt a Davide Gallotti passando per il sottoscritto, senza dimenticare Laura Caterina, la mamma dello stesso Sasha, che a sua volta è stata una triatleta. Dietro ai risultati del ragazzo c’è quindi un concetto di squadra». Parola di Christophe Pellandini, uno degli allenatori di Sasha Caterina, diciottenne grande talento ticinese del triathlon, avvicinatosi alla disciplina in giovanissima età, che insieme ai suoi compagni Maxime Flury, Anya Weber e Rebecca Betti, ha concluso pochi giorni fa la sua fatica ai Campionati europei juniores a Tartu, in Estonia, ottenendo il venticinquesimo posto in classifica.

Un piazzamento che lo taglia fuori di poco dalla lista dei qualificati diretti ai Mondiali giovanili in Australia, che costituiscono l’obiettivo stagionale del giovane locarnese, in programma a settembre. Nonostante abbia mancato la qualificazione diretta (gli sarebbe bastato un ventesimo posto), Caterina si sente comunque soddisfatto per ciò che è riuscito a compiere, e resta concentrato sugli eventi che lo aspettano, ponendosi ulteriori nuovi obiettivi. Mentre Christophe Pellandini è molto ottimista. «Nella prova individuale – racconta il suo allenatore – Sasha è stato confrontato con un problema allo scarpino, che si è rotto prima di iniziare la prova in bicicletta. E, incurante dell’inconveniente, ha deciso di continuare comunque.

Un gesto che non è sfuggito né ai suoi compagni, né ai suoi avversari, che l’hanno definito un guerriero. Infatti praticamente ha portato a termine la tappa in bici ‘con una gamba sola’, concedendo ai migliori appena un minuto». Il giorno dopo il giovane di Minusio ha poi dato una grossa mano ai compagni nella prova a squadre, facendo ottenere loro un ottimo settimo posto nella staffetta. Quest’ultimo risultato, e quello della prova individuale, serviranno a Caterina quale ulteriore motivazione per la sua ultima possibilità di qualificarsi al Mondiale australiano, ovvero i Campionati svizzeri che si terranno a Nyon il 4 e 5 di agosto. Per riuscire nel suo intento, però, ora il ticinese dovrà classificarsi tra i migliori sei atleti dell’élite nazionale. Un traguardo che secondo Pellandini è più che raggiungibile. «Sarà dura, ma potrei farcela» si limita a dire il diretto interessato. In caso di mancata qualificazione, avrà comunque la possibilità di farsi apprezzare partecipando al blasonato triathlon di Locarno, che si terrà nei medesimi giorni dei Campionati del mondo, a inizio settembre. Oltre al desiderio di volare in Australia, Sasha ammette che il suo sogno da atleta è riuscire a partecipare ai Giochi olimpici del 2024, a Parigi. Traguardo che sarebbe il migliore possibile, pensando all’età che avrebbe fra sei anni, che gli permetterebbe di gareggiare con una grande maturità sportiva. Per un ragazzo che, oltre all’impegno sportivo, che lo occupa sette giorni su sette, sta seguendo la formazione per diventare muratore, non escludendo in futuro di intraprendere una carriera nell’edilizia, o magari di voltar pagina, cominciando gli studi a Macolin per diventare lui stesso allenatore.

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