ATLETICA

'I giovani vanno… coltivati'

A Tenero si inaugura la prima pista per l'allenamento su erba. L'occasione per fare il punto alla situazione dell'atletica elvetica con Peter Haas

25 luglio 2018
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Tenero – C’è Mujinga Kambundji, ma non solo lei. L’atletica svizzera, se confrontata con la concorrenza sul piano internazionale, gode sostanzialmente di buona, anzi ottima salute. E non solo grazie ai risultati della nostra attuale miglior interprete di questa disciplina. La conferma arriva dalle parole del responsabile dello sport di competizione in seno a Swiss Athletics, Peter Haas, presente al Centro sportivo nazionale per la gioventù di Tenero in occasione dell’inaugurazione della pista in erba naturale: «Stiamo indubbiamente vivendo un ottimo momento – ribadisce Haas –. I risultati sono lì da vedere. Possiamo vantare un buon numero di atleti che partecipano regolarmente alle manifestazioni internazionali. Ai principali appuntamenti quali Mondiali ed Europei, siamo presenti con una delegazione numericamente importante. È stato il caso, tanto per fare un esempio, dei recenti Mondiali U20, come pure degli Europei U18, e lo stesso si delinea per quel che concerne gli Europei assoluti di Berlino del prossimo mese».

Dopo anni di marcia sul posto, l’atletica a tinte rossocrociate sembra insomma aver fatto un enorme balzo in avanti. Quanto ha influito l’aver ospitato i Mondiali a Zurigo quattro anni fa? «Quell’appuntamento è stata la chiave di volta che ha dato nuovo slancio a tutto il movimento. È stata l’occasione per posare le basi per una nuova partenza, con nuove dinamiche, per l’atletica svizzera». Molto del loro ce l’hanno messo gli atleti, sudando ancora più del normale su piste e pedane, ma parecchio ce l’hanno pure messo, dietro le quinte, i vertici di Swiss Athletics: «Mi piace pensare che sia effettivamente così. Gli atleti di punta, con le loro prestazioni, rappresentano una sorta di modello a cui i giovani possono ispirarsi. Importante è però favorire anche una sorta di confronto diretto tra le due realtà, mettendole in relazione ad esempio con campi di allenamento curati proprio dagli atleti più in vista».

Come è cambiata la politica di Swiss Athletics dopo i Mondiali di Zurigo? «Lo slancio, a dirla tutta, l’avevamo già preso prima, al momento di mettere in cantiere la rassegna iridata. Già nel 2008 avevamo varato un progetto che si chiamava Swiss Starters 2014, che aveva come scopo ultimo quello di preparare una settantina di atleti per i Mondiali del Letzigrund. Negli anni che sono seguiti abbiamo cercato di proseguire nel solco di questo progetto, rivedendo il modo di supportare questi giovani, non da ultimo puntato su un concetto di professionalizzazione degli allenatori. Abbiamo anche lavorato in modo specifico con i migliori 40 atleti al fine di creare le premesse affinché si potessero allenare nelle migliori condizioni possibili».

Tra meno di due settimane (l’8 agosto) si alzerà il sipario sugli Europei di Berlino: vi siete già fissati un obiettivo? «Solo a grandi linee: la selezione definitiva sarà nota domenica, ragion per cui il punto alla situazione lo faremo nei prossimi giorni. Ad ogni modo, due anni fa ad Amsterdam avevamo portato a casa un bottino di 5 medaglie, e di certo non vorremmo giocare al ribasso per l’edizione di quest’anno. Certo, si dovrà fare i conti con una concorrenza altrettanto agguerrita, ma abbiamo il potenziale per ambire al podio in diverse discipline. Soprattutto con Mujinga Kambundji, Léa Sprunger, Tadesse Abraham e le staffette.

‘Non possiamo dormire sugli allori’

Tenero – Obiettivi agonistici a parte, qual è la sfida più importante e impellente per Swiss Athletics? «Ora importante è sviluppare una dinamica di lavoro che permetta ai giovani di maturare e crescere sul piano sportivo – sottolinea Peter Haas –. Dobbiamo muoverci con gli allenatori per individuare il più presto possibile potenziali talenti: lo stiamo facendo anche qui a Tenero, dove sono presenti diversi allenatori che fungono da “scout”. Dopo gli anni in cui i big si chiamavano Bucher e Weyermann, c’è stata una sorta di buco, colmato solo di recente con le varie Kambundji e Sprunger. In quegli anni abbiamo perso terreno un po’ in tutte le discipline. Non possiamo dormire sugli allori vivendo di rendita in attesa che sbocci un altro fenomeno: dobbiamo lavorare con la base e coltivarla in modo costante. Lo stiamo appunto facendo, anche con il Cat, il Centro di allenamento dell’atletica ticinese a Tenero (alla cui testa c’è Francesco Bernasconi, ndr). Ovunque portino le strade dei giovani talenti, dobbiamo sostenerli nel miglior modo possibile. Come è stato il caso per Ricky Petrucciani, con cui abbiamo trovato una soluzione ideale per assecondare la sua scelta di studiare a Zurigo. Lo stesso faremo anche per Emma Piffaretti, sia che scelga di restare in Ticino, sia che vada a Losanna piuttosto che a Zurigo».

E di sostegno si parla pure a livello di infrastruttura. In questo senso si inserisce alla perfezione la nuova pista di atletica in erba naturale, una prima svizzera, costituita da 130 m a 6 corsie che permetterà ai frequentatori del Cst di allenarsi in condizioni ideali in modo più sostenibile per le articolazioni e per l’apparato locomotore.

Centotrenta metri di rettilineo verde

Tenero – Sei corsie con un rettilineo di 130 metri, che possono arrivare a circa 200 metri con la curva che piega a sinistra. È così che si presenta la nuova pista in erba naturale del Centro sportivo nazionale per la gioventù di Tenero. A battezzarla, ieri, sono stati i partecipanti dell’Ubs Kids Cup, alla presenza, per l’occasione, di tre “padrini” doc. Ricky Petrucciani, Emma Piffaretti e Caroline Agnou.

La pista in erba, la prima in Svizzera specificamente dedicata all’atletica nonché una delle poche in Europa, presenta le caratteristiche ideali per sedute che non mettano eccessivamente sotto stress articolazioni e tutto l’apparato locomotorio in generale. «In più, sull’erba gli atleti sono costretti a spingere di più, cosa che si ripercuote positivamente sulla velocità e non da ultimo favorisce un ulteriore sviluppo della muscolatura – sottolinea il responsabile del Centro allenamento dell’atletica ticinese Francesco Bernasconi –. È stata la stessa Swiss Athletics a sollecitarne la costruzione, per colmare una lacuna che spesso costringeva gli atleti a emigrare in Sudafrica per ritrovare caratteristiche analoghe. La pista in erba naturale è un piccolo gioiello, che ci permette di offrire agli atleti che fanno capo al Cst una struttura unica nel suo genere e soprattutto all’avanguardia».

Non si tratta di una novità assoluta per lo specialista delle prove veloci Ricky Petrucciani, uno degli atleti che una simile pista aveva già avuto modo di sperimentarla in Sudafrica: «Correrci sopra è una sensazione molto piacevole. Di leggerezza... quasi come se stessi correndo sulle nuvole. Nel mio caso è sicuramente utile per diversificare un po’ la tipologia di allenamento, per concedere un po’ di tregua alle articolazioni». M.I.

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