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Oltre a Elena Roos il Ticino dell’orientamento cala la carta Sebastian Inderst, 25enne che ambisce al Top-20

5 maggio 2018
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Fresco di Master in ingegneria robotica – «Mi piace tanto la matematica, pensare logicamente è sempre stato il mio forte» – e intenzionato a concedersi qualche mese di “professionismo” per «dedicarmi interamente allo sport e continuare a progredire» prima di entrare nel mondo del lavoro, Sebastian Inderst affronta gli imminenti Europei di orientamento da ticinese – è di Caslano – ma con i colori dell’Italia, paese d’origine del papà. «Avendo iniziato tardi, nelle categorie juniori non sono mai riuscito ad agganciare i quadri nazionali svizzeri. Ci sono andato vicino, ma non è mai bastato. Negli élite la Svizzera è una potenza, e ho capito che per fare un salto di qualità avrei avuto bisogno di esperienze internazionali per migliorare come orientista e per riuscire a motivarmi ancora a fare tutti gli allenamenti richiesti. Quindi, ho deciso di sfruttare il doppio passaporto e mi sono ritagliato il mio posto nella squadra italiana. Inizialmente l’idea mi pareva un po’ strana, ma sono stato accolto nel gruppo azzurro, nel quale mi trovo molto bene».

Affiliato al Gold Savosa, Sebastian ha trascorso un anno in Svezia. L’anno del salto di qualità. «Ho frequentato la terza al liceo sportivo di corsa d’orientamento di Eksjö (2009/10. Ho imparato tantissimo, ho fatto enormi passi avanti. Ho iniziato a correre a 15 anni, per cui tardi. Tutti i miei avversari avevano cominciato giovanissimi, e accusavo ritardi pesanti. Grazie a quell’anno in Svezia ho colmato in gran parte questo ritardo».

Prima dei boschi, la palestra. «Facevo attrezzistica, ma dopo tanti anni nella stessa palestra a ripetere gli stessi esercizi mi sono annoiato. Il mio migliore amico Lorenzo, orientista, mi portò con lui a provare, ed è sbocciata la passione. Stare in mezzo alla natura mi è sempre piaciuto. Con la famiglia ho fatto tante passeggiate, e trascorso giornate in montagna o in capanna. Mi sono sempre destreggiato bene con le cartine».

‘Detestavo la corsa’

La corsa, invece... «E pensare che la odiavo. Detestavo anche fare solo due giri della palestra di riscaldamento. Con una cartina in mano è cambiata la mia percezione: avevo un obiettivo davanti. Ho iniziato a correre tanto, senza che fosse più un peso».

Il fascino dell’orientamento... «L’aspetto interessante di questo sport è la combinazione dell’aspetto fisico con quello mentale. Devi adattare la velocità alla capacità di orientarti.   Sotto sforzo si ragiona meno, bisogna essere in grado di andare al limite, senza però perdere il controllo, senza commettere troppi errori. Poi c’è la natura: scopriamo sempre posti nuovi, affrontiamo sempre una sfida diversa ogni volta. Viaggiamo tanto, ma anche qua in Ticino ho scoperto posti che senza l’orientamento non avrei mai scoperto».

Gli Europei in casa, occasione irripetibile. «Unica. Nei boschi di casa la tecnica si è affinata proprio per il tipo di terreno che troveremo in gara. Mi sono preparato bene, sia fisicamente sia tecnicamente. Se tutto va per il meglio, spero di riuscire a ottenere un piazzamento nei venti nelle gare di bosco. Partecipo a tutte le gare tranne la staffetta sprint (giovedì, ndr). Lo sprint di domani mi servirà più che altro a rompere il ghiaccio. Non sono uno specialista. La mia gara preferita è la lunga distanza (domenica 13 maggio), ci sono più portato. Riesco a tenere un buon ritmo».

Classe 1992, di dicembre, Sebastian Inderst ha 25 anni. È al massimo della maturità agonistica? «Non per forza. Lo scorso anno ai Mondiali la media dei medagliati nella “long” era superiore ai 30 anni. L’esperienza conta tanto. Fisicamente sto migliorando ancora ogni anno. spero di continuare a progredire ancora per qualche stagione. Per qualche mese farò il professionista, o il “disoccupato per scelta”, non so bene quale termine suoni meglio (ride, ndr). Quest’estate mi concentro sulla corsa. Dal prossimo anno cercherò un’occupazione che mi permetta di gestire bene anche l’attività sportiva. Voglio continuare a puntare al massimo anche nell’orientamento».

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