ciclismo

Giro d'Italia in Israele, aspre polemiche ortodosse

Le critiche apparse su due giornali: 'Massima angoscia' per la 'profanazione del riposo sabbatico'. E 'vergogna per i sovvenzionamenti statali'

Il vincitore 2017 Tom Dumoulin, ieri a Gerusalemme (Keystone)
4 maggio 2018
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TEL AVIV – Aspre critiche per l'assenso dei responsabili israeliani allo svolgimento del Giro d'Italia (che inizia oggi a Gerusalemme con una crono di 10 km) anche durante il riposo sabbatico sono espresse oggi con titoli vistosi in prima pagina da due quotidiani degli ebrei ortodossi. ''Con massima vergogna ed angoscia - scrive 'Hamodia' - profanazioni di massa del sabato sono previste domani in alcune città del Paese in occasione di una gara internazionale di ciclismo''. Di analogo parere 'Yeted Neeman' secondo cui si avverte ''una forte afflizione nel mondo ebraico per le profanazioni di massa e senza precedenti'' previste per domani. Il riferimento è al ricorso alle forze dell'ordine, alle trasmissioni televisive e alla disponibilità di alcuni municipi di rendere possibile lo svolgimento della gara. 'Yeted Neeman' accusa i dirigenti di Israele di aver dato ''un calcio'' a uno dei valori centrali dell'ebraismo: il rispetto del riposo sabbatico negli spazi pubblici del Paese. ''Tutto ciò - aggiunge - di fronte ad un miliardo di spettatori nel mondo, per di più con sovvenzionamenti statali per decine di milioni di dollari, cosa che accresce il senso di ignominia e di vergogna''.

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