Sport

Russia, il Cio si appella al Tribunale federale

Dopo la riammissione da parte del Tas dei 28 atleti messi al bando. Bach: 'Lo facciamo per difendere gli interessi degli atleti che erano finiti alle loro spalle'

3 maggio 2018
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Il Cio non ci sta. Contrariato dalla decisione del Tribunale arbitrale dello Sport, che qualche giorno prima dell'inizio delle Olimpiadi in Corea l'aveva sconfessato accogliendo parzialmente il ricorso degli atleti russi implicati nello scandalo del doping ai Giochi di Sochi 2014, il Comitato olimpico internazionale ha deciso quest'oggi di appellarsi al Tribunale federale di Losanna. Nel prendere la sua decisione, il Tas aveva valutato come insufficienti le prove a carico di 28 atleti, poi scagionati. Ciò che aveva portato non solo all'annullamento della sospensione a vita pronunciata dal Cio nei loro confronti, ma pure al ristabilimento dei risultati ottenuto dagli atleti stessi, che nel frattempo erano stati cancellati. Tra gli sportivi riammessi dal Tas il più conosciuto è senz'altro il fondista Alexander Legkov, che ai Giochi di Sochi si era messo al collo l'oro nella prova regina, la 50 chilometri. «Nella sua sentenza il Tribunale arbitrale dello Sport ha sottolineato che la sua decisione non significa che questi 28 sportivi siano innocenti, ed è per difendere gli interessi degli atleti che avevano chiuso alle loro spalle che ora chiediamo al Tribunale federale di esaminare quella decisione», ha spiegato il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach.

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