Tecnologia

I Massive Attack salvati (letteralmente) nel Dna

Il metodo è stato sviluppato, in prima mondiale, dal Politecnico federale di Zurigo

23 aprile 2018
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Il Montreux Jazz festival l’aveva fatto con le canzoni "Tutu" di Miles Davis e "Smoke on the Water" dei Deep Purple. Adesso è il turno di un intero album: "Mezzanine" dei Massive Attack, che verrà salvato su DNA artificiale grazie a un metodo sviluppato dal Politecnico di Zurigo, una prima mondiale.

La procedura viene effettuata in concomitanza con il ventesimo anniversario del disco che ha portato alla fama internazionale il gruppo britannico. Si tratta di un sistema di archiviazione la cui durata di vita viene misurata in secoli, se non in millenni, contro qualche decina d’anni garantiti dai Cd, indica il politecnico in un comunicato.

La squadra di Robert Grass e Reinhard Heckel ha in un primo momento modificato la traccia sonora in una sequenza binario – una serie di "uno" e di "zero" – per adattarla al codice DNA. In seguito, è stato utilizzato il sistema di compressione "Opus" per arrivare a un volume di 15 megabyte, con una qualità superiore a quella degli MP3. Attualmente un’azienda americana sta fabbricando 920’000 molecole corte di DNA sulle quali verrà salvato "Mezzanine". Queste saranno in seguito incapsulate in 5000 supporti di vetro da 160 nanometri (miliardesimi di metro) – invisibili ad occhio nudo – dalla Turbobeads, una filiale dell’ETH. I supporti possono poi essere conservati ad esempio in minuscoli flaconi con del liquido, praticamente per sempre.

Se il metodo di salvataggio al giorno d’oggi è ancora complesso ed oneroso, la tecnica che permette di leggere e copiare i dati è in compenso molto più semplice: fondamentalmente basta un normale computer. Il politecnico tre anni fa aveva eseguito un test salvando su DNA artificiale il testo del Patto federale che ha fondato la Svizzera, risalente al 1291. "Mezzanine" è invece il primo album musicale conservato in questo modo. In termini di volume, solo Microsoft ha fatto meglio stoccando una serie di dati superiore ai 200 megabyte. Uno dei vantaggi di questo sistema, oltre alla enorme durata nel tempo, è il poco spazio occupato: la totalità di 50 anni d’archivio del Montreux Jazz festival occuperebbe ad esempio l’equivalente di un granello di sabbia.

 

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